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Economia dei media 2 - Coggle Diagram
Economia dei media 2
2.5.2. I ricavi del prodotto filmico: dalla sala alla rete
Il prodotto cinematografico= immateriale> valore economico è determinato dallo sfruttamento dei diversi diritti di utilizzazione economica in grado di generare. La quantificazione dei ricavi del prodotto lungo la filiera > due livelli:
• perimetro più piccolo -> sul punto di vista di chi ha la responsabilità editoriale e produttiva del film: i produttori e i distributori ricavi da quota d’incasso al botteghino, al netto della quota per l’esercente. Gli editori home video percentuale sul prezzo di noleggio o di vendita. I detentori dei diritti vendono i diritti di sfruttamento per il video on demand per la televisione a pagamento e per quella gratuita. L’insieme ricavi = perimetro wholesale.
• uno più grande (retail) - nel perimetro retail quantificate risorse complessivamente raccolte dal “sistema-cinema” a valle su tutti i diversi canali> esercizio, video on demand, home video, pay tv e free tv.
È difficile analizzare dati riferiscono a un arco di tempo determinato> no l’evoluzione dei ricavi di stesso prodotto nel tempo= esso consuma propria vita economica su più esercizi.> possibile stimare il valore del prodotto filmico nei suoi diversi canali= peso relativo di ciascuno di essi nella raccolta complessiva di risorse.
Il processo di sfruttamento di un prodotto cinematografico su un meccanismo di differenziazione “verticale”> nozione valore del prodotto cinematografico decresce nel tempo a partire dal suo lancio sul mercato. La distribuzione dei contenuti audiovisivi strutturata al fine sfruttarne il valore economico tra le varie piattaforme trasmissive e tra i molteplici canali nel tempo= è funzionale il sistema delle finestre di programmazione dei film. Lo sfruttamento commerciale dei prodotti> avvio con programmazione nelle sale cinematografiche e prosegue lungo la filiera di distribuzione secondo sequenza determinata dalle finestre di programmazione> prevedono periodi temporali di utilizzo del prodotto cinematografico sui diversi mezzi.
Questa prassi prevede
• Primo step: distribuzione nelle sale cinematografiche
• Step successivi: DVD/home video, video on-demand ecc.
Una volta trasmesso un film non è più considerato current, ma far parte della library.
La ripartizione per quote percentuali delle fonti di ricavo secondo i diversi canali di diffusione delle opere> funzionale a delineare la composizione del mercato: sui valori influisce l’andamento stagionale al box office della produzione domestica, ma il peso relativo dei flussi finanziari deriva dalla struttura del mercato e sua evoluzione nel tempo.
A monte del processo di creazione dei ricavi, il produttore, detiene tutti i diritti su un film, può concedere in licenza tali diritti ad una pluralità di soggetti. Nella filiera distributiva l’uscita di film nelle sale cinematografiche> ancora ruolo fondamentale per il volume dei ricavi generati, e è da qui che si stabilisce il valore di un film nelle successive finestre di sfruttamento. I diritti di distribuzione riconosciuti agli esercenti> quota compresa 36% e 40% degli incassi.
Ai proventi da box office si aggiungono entrate classificate:
- spesa del pubblico: acquisto beni diversi, servizi e prestazioni accessorie da parte degli spettatori
- altre entrate: gli introiti connessi alla proiezione di spot pubblicitari in sala, sponsorizzazioni
In Italia entrambi i valori sono accertati dalla SIAE una quota di bilancio significativa nella gestione economica degli impianti.
3-4 mesi dopo l’uscita in sala, il prodotto è piattaforme home video> Alcuni distributori avvicinando temporalmente la finestra dell’home video a quella della programmazione del film> novembre 2018 decreto ministeriale Alberto Bonisoli>regolamentazione tempistiche di uscita dei film in sala e successivi mezzi di sfruttamento
=“finestra” di 105 giorni per tutti i tipi di film,> salvaguardare la sala come momento centrale dello sfruttamento dell’opera cinematografica.
La distribuzione attraverso il canale home video no durata limitata nel tempo, a differenza sfruttamento in ciascuna delle successive finestre di programmazione “televisive”: dopo una prima fase disponibilità del prodotto è garantita in esclusiva rispetto altre modalità di sfruttamento del prodotto, la vendita e il noleggio proseguono in parallelo. Il prodotto fisico= parte predominante del mercato Home Video
Il settore dell’home entertainment> su cui pesa di più il fenomeno della pirateria> In genere, trascorsi 6-9 mesi dalla prima uscita sale, i film trasmessi nell’ambito di offerte televisive a pagamento> pay-per-view e, nell’ambito di offerte su piattaforme Internet> T-VOD (Transac- tional Video on Demand> singole transazioni e no abbonamento).
Modalità di sfruttamento del prodotto con durata di tempo limitata. La programmazione televisiva continua con finestra dedicata all’offerta televisiva a pagamento in abbonamento, che ha inizio decorsi indicativamente 12-24 mesi dalla prima uscita nelle sale. I diritti concessi dai produttori alle emittenti televisive. I contenuti audiovisivi di questo canale includono i film recenti di maggiore successo, oltre ad eventi sportivi ed altri contenuti
Durante questa finestra di programmazione, i maggiori broadcaster di mercato prevedono accordi con i produttori e/o distributori di film premium>protezione da ogni altro tipo di sfruttamento televisivo con modalità commerciali diverse= diversificare la propria offerta rispetto a quella dei concorrenti.
Una prassi del settore, che si estende anche alla finestra delle televisioni in chiaro> output deals conclusi tra emittente e distributore= contratti in base ai quali i broadcaster si impegnano ad acquisire, tempo determinato, diritti di trasmissione per serie di film, distribuiti da determinato operatore e presentano determinati requisiti. La trasmissione del prodotto film> tradizionalmente dopo 18-24 mesi dal uscita nelle sale. Il primo passaggio sulle reti in chiaro > protetto> holdback degli sfruttamenti televisivi a pagamento, durata variabile
tale finestra>metà dei ricavi complessivi derivanti dallo sfruttamento televisivo del prodotto cinematografico. Dopo lo sfruttamento in chiaro> sfruttamenti in modalità pay del prodotto> stadio definito “catalogo” (library). La finestra pay per i film “catalogo”, che decorre dopo 12 mesi dalla finestra free, durata 12-18 mesi. In questa fase, lo sfruttamento dei prodotti in catalogo anche attraverso il canale VOD.
Concorre formare il monte ricavi retail, l’export= diffusione all’estero delle opere nazionali. Le esportazioni di pellicole italiane solo lo 0,5% ricavi del settore. problema circolazione prodotto nazionale al di fuori dei confini no solo italiano, a giudicare dagli alti e bassi che si registrano in tutta Europa. Per concludere si arriva alla valutazione complessiva delle risorse che il prodotto cinematografico genera sul mercato retail, ossia del consumo:
2014 più recente per il quale è disponibile un data set completo e uniforme per tutti i valori> stima del fatturato che il sistema cinema realizza sui vari canali distributivi. > come il circuito theatrical rappresenti tuttora la principale fonte di proventi per le opere nazionali ed europee. Negli ultimi anni, sempre più corpo, nella composizione dei ricavi, lo spostamento a valle del canale primario di distribuzione: i ricavi slittati in costante progressione dal canale del circuito dell’esercizio a quelli secondari dell’offerta televisiva e online. Il fatto che l’incidenza delle finestre di diffusione successive alla sala continui a progredire> fenomeno destinato a crescere e ad impattare sul futuro della composizione delle risorse del comparto.
2.6. La composizione delle fonti di investimento
L’economia del settore cinematografico> legata alle caratteristiche del prodotto. La produzione filmica attività incerta rischio elevato: i costi di produzione interamente sostenuti ogni volta che messo in commercio un film. In questo mercato la formazione del fabbisogno finanziario è complessa e multicanale; i capitali> coprire fabbisogno di prodotto filmico> natura pubblica e privata ed interni o esterni all’azienda. I principali fattori di composizione degli investimenti:
- dotazione delle sovvenzioni pubbliche nazionali, sovranazionali e regionali;
- contribuzione dei network televisivi
- immissione dei capitali stranieri
- i cosiddetti mezzi propri= fondi erogati direttamente dalle società di produzione e dalle altre imprese del settore
Ciò che emerge dai dati (2017):
• la maggioranza delle risorse che hanno composto i budget di produzione deriva dagli apporti delle società collegate ai broadcaster nazionali;
• i fondi comunitari e regionali contribuiscono rispettivamente per il 2% e il 6% del totale delle risorse.
• l’investimento privato, incentivato dal tax credit (detrazione fiscale)> il 30% delle risorse
• i supporti statali si aggirano ’8%, in linea con l’apporto di risorse dell’anno precedente.
sostegno diretto> contributo articolato in: contributi per produzione opere in fase progettuale e opere già completate, in contributi alla distribuzione e esportazione cinematografica, in contributi sale cinematografiche, in contributi promozione e in contributi agli enti di settore vigilati dalla DG Cinema
2016 discesa del supporto fornito ai lungometraggi e opere prime e seconde di interesse culturale> tutte opere esaminate, sia cinematografiche che audiovisive, realizzate beneficiando del sistema di aiuti precedente legge 220/2016, applicata dal 2018; negli ultimi anni il baricentro delle sovvenzioni nazionali spostato dal sostegno diretto a indiretto, ricorrendo a misure di agevolazione fiscale.
Il sostegno indiretto> varie tipologie di credito di imposta. Il tax credit> audiovisivo destinato produzione di opere italiane produttori indipendenti o opere straniere da produttori esecutivi italiani sul territorio nazionale. Nell’economia dell’industria del cinema la televisione maggior finanziatore produzione italiana. L’apporto alla composizione del budget di produzione del film da parte delle società di produzione e distribuzione cinematografica integrate ai broadcaster nazionali costituisce, parte più rilevante dell’ammontare di quelle definite “risorse private” investite nel settore, anche se no riscontri concreti per valutarne le effettive ricadute finanziarie generate anno per anno.
La produzione cinematografica> investimenti consistenti rispetto produzione altri contenuti audiovisivi e durata dei relativi diritti di sfruttamento è più lunga= facile comprendere che i modelli di finanziamento della produzione si basino sulla cessione di quote di proprietà delle opere e sulla gestione dei diritti di sfruttamento delle opere stesse. Le modalità e i prezzi cessioni avvengono determinate da un insieme di variabili.
Importante il PIL: metodo della spesa>calcolo del PIL della cinematografia italiana 2014 nasce somma di quattro fattori:
- il valore totale di tutta la spesa in consumi sul territorio, comprensiva di ogni forma di tassazione;
- l’ammontare degli investimenti privati in produzione;
- la spesa pubblica dello Stato sotto forma di contributi finanziari;
- il saldo dell’interscambio commerciale.
2.9. I servizi audiovisivi e le nuove regole europee
La Commissione e il Parlamento europeo tempo al lavoro per adattare il quadro normativo attuale del settore dei media al Mercato Unico Digitale. 2014 e 2016 la commissione europea varare una serie di normative di monitoraggio del settore audiovisivo a livello intercontinentale ed europeo
Questa serie di norme= libera concorrenza e lavoro creativo dell'industria audiovisiva dell'entertainment. OEA > analisi trasformazioni in corso in questo settore e tre problemi principali:
- La necessità di tutelare l'autorialità dei contenuti al centro di questo mercato;
- Controllare la crescita esponenziale delle piattaforme online e dei player globali;
- La trasformazione dei modelli di business e il ciclo di investimenti, con ripercussioni dirette sui prodotti.
I trend dalle corporate USA> l'egemonia dei Global player. I quattro leader: YouTube Apple, iTunes e Netflix> aumentare il proprio fatturato. È necessario quadro armonico tra i soggetti che forniscono i servizi nel settore dell'audiovisivo. Inoltre, i ricavi dei produttori slittati dai circuiti della distribuzione e dell'esercizio a quelli dell'offerta televisiva e on-line.
Gli OTT varano normative nell'ambito dell'e-commerce> elemento problematico> territorialità: molti player operano in Europa ma spostato loro sedi legali all'estero, negli USA= profitti ricavati da queste industrie no all'interno dei confini europei dell'industria del cinema. A seguito della AVMSD cercato ristabilire parità di trattamento tra i soggetti che forniscono contenuti audiovisivi.
Questa normativa> applicare il principio del paese di destinazione dei contenuti da fornitori media che non sono legalmente stabiliti e rappresentati all'interno di Stato membro> abbattere l’asimmetria del settore> di produzione audiovisiva europea indipendente. Nella revisione dell’AVMSD la televisione tradizionale competere più paritario con piattaforme streaming e on-demand. Queste direttive> finalizzate promuovere diversità culturale europea
questa direttiva no riuscita alleggerire i gravosi vincoli e oneri a carico degli operatori tradizionali. Confindustria positivamente la riforma del copyright 2019> sostiene che dà parità alla concorrenza: il detentore del diritto fornire informativa sui diritti del copyright al momento di un trasferimento del contenuto video.
2.10. Conclusioni e prospettive future
cambiamenti dall’evoluzione tecnologica > modificato l’ambiente competitivo per l’intero settore audiovisivo. Il settore cinematografico> situazione> dimensioni dell'offerta crescono in modo esponenziale, grazie al lavoro delle piattaforme digitali, e il fabbisogno di contenuti aumenta di pari passo; stesso tempo gli unici profitti sono i nuovi player sfuggono alle regole tradizionali del settore.
=necessario stabilire direttive efficaci per risolvere criticità dal mutamento del mercato a seguito del progresso tecnologico, ma anche da nodi storici lasciati irrisolti. Le statistiche= fruizione del video è trainante= killer application che traina la domanda di abbonamenti alla banda larga e rappresentato il driver di espansione della pay TV.
2.7. La tecnologia nel cinema: la digitalizzazione dentro e fuori la filiera
Il cinema digitale ha toccato l’intero business cinematografico, incidere su tutte le fasi del ciclo produttivo e in tutti i comparti della filiera.
Le tecnologie digitali in fase di post- produzione intervenire sulle immagini filmate con possibilità illimitate:apre nuovi orizzonti= progetti un tempo troppo costosi o irrealizzabili. È più economico e il budget risparmiato essere investito su altri aspetti del film= prodotto di qualità complessivamente più elevata. La frontiera del digitale al cinema anche i comparti della distribuzione e proiezione in sala: senza più sviluppo della pellicola e duplicazione delle copie, il distributore rifornire le sale in tempo reale e più facile creare le differenti versioni linguistiche. In termini economici= rilevante diminuzione dei costi marginali di distribuzione fisica per schermo
La trasmissione> attraverso spedizione fisica del DVD o in forma elettronica, rete a fibre ottiche o via satellite. La digitalizzazione fase della distribuzione cinematografica> investimenti nel comparto più a valle, per l’adeguamento dell’esercizio, conversione della proiezione al formato digitale. Gli esercenti > godere serie di vantaggi legati alla flessibilità della programmazione.
grande novità contenuti alternativi o complementari= film in versione o lingua originale e documentari; riedizioni di classici filmografia; diffusione in diretta di spettacoli artistici, eventi sportivi. Il carnet di proposte vasto>incidenza positiva. Oggi tale processo> forte accelerazione e si manifesta non solo tramite sviluppo dei consumi audiovisivi via Internet o piattaforma mobile, ma messa a punto di sistemi ibridi che permettono alle offerte broadcast e a quelle broadband di integrarsi.
2.8. La nuova legge Cinema
Il 3 novembre 2016>disegno di legge "Disciplina del cinema dell'audiovisivo e dello spettacolo" (legge Cinema) 1° gennaio 2017 in vigore> Legge Franceschini> regolamentare settore incerto e instabile, inserendolo in quadro unitario comprendente tutte le fasi di produzione, della filiera audiovisiva
L’obiettivo del decreto > riconoscere l’importanza che l'audiovisivo ha per la definizione di un'identità nazionale, crescita civile e culturale del Paese. Con la digitalizzazione e le continue novità> necessità creare legge non troppo incentrata sulla rigidità di articoli e comma, ma preveda decreti attuativi che si plasmino a seconda del periodo e dei cambiamenti
La novità della legge > tiene conto di tutta la filiera dell'audiovisivo, aprendo a forme artistiche non tradizionali
Con questa legge= più metodi con cui Stato può intervenire a sostegno di produzione audiovisiva> più aree di intervento: risorse finanziarie; i profili organizzativi; definizione e requisiti per accedere ai contributi> Stato comprendere meglio il prodotto proposto e permette al produttore di godere meglio sostegno statale. Per fare questo> necessaria l’istituzione fondo permanente esclusivo per prodotti dell’audiovisivo, scorporandolo quindi dal Fus
Lo stato per garantire il finanziamento del fondo applica una ritenuta del 11% sulle entrate incassate da IRES e IVA derivanti da attività di distribuzione, proiezione, programmazione e messa a disposizione di contenuti cinematografici e audiovisivi. Lo Stato, incentiva produzione senza gravare sui produttori, incentivandoli a produrre, e quindi anche a investire. L'organismo competente conto andamento del mercato economico e culturale e necessità di revisioni delle aree di intervento. budget non fisso> necessità rafforzare organismi territoriali operano settore dell'audiovisivo e formare Consiglio superiore del cinema e dell'audiovisivo.
sistema di finanziamento> 4 elementi: crediti d'imposta, contributi automatici, contributi selettivi e contributi per la promozione> favorire tutte opere cinematografiche e audiovisive di piccoli autori, indipendenti e opere sperimentali. La valutazione svolta da nucleo di cinque esperti che tiene conto di diversi fattori. si tiene conto successo opere precedentemente realizzate anche del riscontro che un prodotto ha in rassegne, Festival. altra novità della legge > cessione a istituti bancari o assicurativi di parte del credito che ricavato da diritti e altro.
Questo credito ceduto ad altre imprese esterne all'audiovisivo. benefici legge> l’internazionalizzazione e promozione di prodotti audiovisivi italiani. lo Stato garantisce ai produttori> possibilità di inserirsi nel mercato di produzione. Per valutare l'andamento dei benefici è prevista ogni anno una valutazione d'impatto di ciò che è stato fatto.
A riguardo> alcune critiche, da parte dei broadcaster (emittenti) che visti delle aliquote obbligatorie rafforzate da dover assolvere. Anche allo streaming online sono poste delle regole: es. prodotti europei e italiani mostrati o nella Home Page; questo come tutta la legge cinema si inserisce nel quadro normativo europeo.