A Roma costruire ponti era un'attività ritenuta sacra. A essa presiedeva il collegio sacerdotale dei pontifices con a capo il pòntifex màximus. L'economia di Roma si fondava fin dall'inizio proprio sull'esistenza di un ponte, il Pòns Sublìcius, che consentiva un comodo attraversamento del Tevere ed era anche fonte di reddito, chiunque avesse voluto passarvi avrebbe dovuto pagare un pedaggio. Il ponte, che la tradizione voleva edificato sotto il re Anco Marzio, nel VII secolo a.C., era di legno, a incastri, cioè privo di chiodi, e smontabile all'occorrenza; crollò nel 60 a.C. I ponti si compongono di pile, arcate spalle e carreggiata. Le pile sono strutture verticali con fondazioni entro l'àlveo del fiume. Sono protette dalla violenza della corrente mediante i rostri, posti sia a monte, cioè rivolti nella direzione opposta alla corrente, sia a valle, cioè orientati nella stessa direzione della corrente. Le pile possono essere rinforzate da un contrafforte fino ai parapetti, oppure possono essere forati da un occhio di ponte o da una finestra di scarico. Questi ultimi sono utili in caso di piena; le arcate sono a tutto sesto con struttura in conci di pietra. L'archivolto è solitamente sagomato a fini decorativi (modanato) La superficie compresa tra due archi vicini, la pila e il parapetto è detta timpano; le spalle costituiscono le strutture d'appoggio sulle sponde; la carreggiata è lastricata in pietra, affiancata da parapetti di sicurezza e costituisce la parte percorribile del ponte.
Il Ponte Fabrìcio e il Ponte Cèstio sono i due ponti in muratura che collegano le sponde del Tevere con l'isola Tiberìna. Il primo è a due arcate. Il secondo aveva una arcata (quello attuale ha 3 archi). Ambedue erano dotati di finestre di scarico sulle pile. Quella del ponte Fabricio è affiancata da due lesene.
Il Ponte di Augusto e Tiberio è costruito in bianca pietra d'Istria e con struttura in calcestruzzo, fu iniziato nel 14 d.C. e ultimato da Tiberio nel 21 d.C. 5 arcate di ampiezza variabile poggiano su 4 pile leggermente oblique. Delle edicole timpanate, affiancate da lesene dal capitello tuscanico, sono collocate al di sopra dei rostri. I conci di chiave di alcuni archi recano delicati bassorilievi. Una cornice modanata corona la struttura.