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L'esilio e la morte - Coggle Diagram
L'esilio e la morte
iniziò così per Dante un periodo doloroso e amaro, durante il quale non poté mai rientrare nella sua
amata Firenze e fu invece costretto a peregrinare di corte in corte in cerca di protezione: fu in Lunigiana
dai Malaspina, poi a Verona dagli Scaligeri, in Casentino dai Guidi finché non si fermò presso Guido da
Polenta a Ravenna, dove nel 1321 morì.
In altre parole, questa cate
na inestinguibile di conflitti aveva allontanato gli uomini dal volere di Dio e li aveva portati a indulge
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Il poeta individuo la causa di tutti i mali nell'assenza di un imperatore, dotato di autorevolezza e
capace di far rispettare le leggi e limitare il potere della Chiesa, la cui missione doveva riguardare
unicamente la sfera spirituale dell'esistenza, senza avanzare alcuna pretesa politica.
Quando nel 1312 il re di Germania Enrico VII di Lussemburgo scese in Italia per cingere la corona imperiale
riale e tentare di portare la pace tra i comuni italiani, Dante tornò a credere che il suo sogno di un
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Purtroppo, però, la speranza del poeta era destinata a restare disattesa.
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Dopo la morte di Beatrice, il poeta raccolse le poesie più significative composte in suo onore nell'o-
pera intitolata Vita Nova. Presso la corte di Ravenna concluse la Divina Commedia, opera straordinaria, patri-
monio non solo della cultura medievale, ma di tutti i tempi e di tutti i popoli.
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