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I BAMBINI DI TEREZIN - Coggle Diagram
I BAMBINI DI TEREZIN
Disegno e trauma
L’atto creativo è un modo per essere dentro la realtà, è un mezzo per elaborarla.
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Nel disegno il bambino riesce a esprimere quello che non riesce a dire e che se interrogato ci illustra volentieri
Disegno assume tre significati: un significato ludico (per creare), uno narrativo (per raccontare di sé) e uno conoscitivo (per porsi e rispondere a delle domande)
case per l’infanzia
adottava una “pedagogia collettivista” quasi tutti i membri del Dipartimento per il benessere dei giovani adottavano i metodi educativi del movimento scoutistico
Modello educativo
molteplici obiettivi:
aperto a tutti senza distinzione d’origine, razza e credo, contribuiva allo sviluppo di capacità e competenze intellettuali
Le attività preferite dai ragazzi erano la lettura, la drammatizzazione di fiaba, il teatro; amavano scrivere poesie e diari, amavano dipingere
vi insegnò, fin dal 1942, la pittrice viennese Friedl Dicker Brandeis.
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“Trauma complesso” comprende eventi traumatici molteplici, cronici, prolungati
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Oppenheim neurologo che rilanciò il concetto di “nevrosi traumatica” applicandolo agli esiti psichici degli incidenti sul lavoro
1980 venne introdotta nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali come il Disturbo Post-Traumatico da Stress dovuto per esempio all’Olocausto e l’abuso fisico e sessuale nell’infanzia.
Bambini e adulti di Terezin e di ogni altro campo di concentramento hanno vissuto un trauma psichico dolorosissimo, profondo, realtà inimmaginabile vissuta.
Congelamento delle emozioni: non piange, separa emozioni e pensieri