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SCUOLA TOSCANA E DOLCE STIL NOVO, GUIDO GUINIZZELLI, GUIDO CAVALCANTI -…
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GUIDO GUINIZZELLI
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"Io voglio del ver la mia donna laudare", fa parte delle Rime, raccolta di cui non si sa l’esatta datazione
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STRUTTURE TEMATICA: 2 quartine descrizione dell'amor cortese (natura); 2 terzine: donna come miracolo/angelo -> salvifica.
LESSICO: stile molto simile al parlato, ritmo semplice e facilmente comprensibile
SINTASSI: semplice, usa solo in pochi casi figure di inversione sintattica come l’iperbato (v. 1) o l’anastrofe (“la mia donna laudare”)
FIGURE RETORICHE: l’ampio uso dell’iperbole per rendere la natura sovrumana della visione angelica rappresentata dalla donna
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(Bologna, 1235 – Monselice, 1276 politico e ghibellino
La sua opera più importante è il Canzoniere, che si compone di 15 sonetti e 5 canzoni, prima fra tutte
GUIDO CAVALCANTI
"Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira"
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Fa parte delle Rime, composte dal poeta fiorentino nella seconda metà del XIII secolo
TEMA: L’apparizione della donna-angelo sconosciuta -> sconvolgimento doloroso ->amore crudele -> schiavitù verso la donna-amata -> inadeguatezza del poeta di descrivere delle cose celesti
STRUTTURA TEMATICA: 4 punti: identità, umiltà della donna, gli effetti della grazia, il miracolo.
STILE: l’obiettivo estetico dichiarato di suoni e ritmo è la “dolcezza”, non sono presenti né rime rare o difficili né suoni aspri,
FIGURE RETORICHE: allitterazioni consonantiche (della nasale “m” o “n” nelle quartine; della “r”, della “t” che enfatizzano il tremore, richiamando così il concetto di paura e mutismo suscitato dall’apparizione femminile.
SINTASSI: A livello sintattico, il componimento consiste in una ripetizione di proposizioni consecutive.
LESSICO: L’atmosfera sovrannaturale è resa inoltre sul piano lessicale attraverso l’abbondanza di sostantivi astratti (uso di latinismi, provenzalismi) e metafore.
(Firenze, 1258 – Firenze, 29 agosto 1300) Esponente della corrente poetica del dolce stilnovo, faceva parte dei guelfi bianchi
Il 24 giugno 1300 Dante Alighieri, priore di Firenze, fu costretto a mandare in esilio l'amico, nonché maestro.
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