RSA 10
3.2 La costruzione del dato
3.2.1 la costruzione del dato nel teatro partecipativo
La pratica teatrale> distanza riflessiva dall'esperienza. Attraverso la messa in scena, i partecipanti trascendono la propria esperienza individuale e ricollocano in spazio generale, collettivo, che riguarda la vita sociale. Per alcuni ricercatori il teatro partecipativo forma di pedagogia critica>contribuisce a esporre le forme di oppressione e a pensare criticamente, a sovvertire le norme sociali.
Per il suo carattere attivista e non gerarchico e per la messa a tema dei rapporti di potere, risulta in particolare consonanza con le epistemologie femministe. Nel teatro i partecipanti all'interno e al di fuori delle situazioni messe in scena, immersi nell'azione cerimoniale data per scontata e, allo stesso tempo, con possibilità di decostruirne il significato e imporre una rottura.
A partire da una scena specifica, i partecipanti risalgono in generalità e chiamano in causa temi correlati, articolando discussione sui diversi aspetti di un tema specifico. Inoltre, essendo metodo collettivo, i partecipanti confrontarsi con le storie altrui: il teatro partecipativo apre spazio di riflessione di conforto intorno a un tema. La performance attoriale diventa multifocale, l'interpretazione è collettiva> dati prodotti sono tanto individuali quanto collettivi.
Nel corso della pratica teatrale, partecipanti interpretano diversi ruoli: per poterlo fare e per capire se e come modificare quei ruoli>esplorarne il punto di vista, esplicitando chi parla, da quale posizione sociale, con quale intento= discussione intorno ai personaggi restituisce in maniera ricca e dettagliata la trama sociale e le sue dinamiche.
La messa in scena e la discussione> spazio di riflessione dialogica per la messa a fuoco, l'interpretazione e l'analisi delle esperienze culturali, delle memorie, conoscenza esperienziale, fisica, spaziale e performativa. Il materiale di ricerca> materiali visuali e verbali dei laboratori e delle performance, oltre al diario di campo del ricercatore> dati in cui l'elemento non verbale è molto importante e partecipanti coinvolti anche dal punto di vista fisico, sensoriale ed emotivo, oltre che verbale.
3.2.2 la costruzione del dato nel body mapping storytelling
Il body mapping storytelling possibilità di leggere le relazioni sociali iscritte nell'esperienza corporea individuale: come il teatro partecipativo> esplorare le dinamiche sociali e spaziali a partire dalle storie dei singoli. Spinge partecipanti a concentrarsi sul proprio corpo, riflettere sulla loro esperienza incorporata. Il processo di costruzione di una mappa corporea è più lungo di un'intervista:
partecipanti incoraggiati a riflettere attentamente e in profondità rispetto a come vogliono rappresentare l'esperienza vissuta> i dati che emergono spesso più ricchi e complessi>un'intervista focalizzata: il riferimento corporeo permette di raccogliere dettagli e stimolare i ricordi dei partecipanti. Più in generale, consente di esprimersi verbalmente, visualmente, fisicamente e relazionalmente, raccogliere dati complessi in una prospettiva olistica.
La mappa del corpo permette sia di uscire da sé sia di entrare in contatto profondo propria esperienza corporea: è, infatti, una visualizzazione e oggettificazione del sé, che stimola un processo autoriflessivo. Lo strumento del body mapping storytelling supera il dualismo corpo-mente, centro il sé corporeo. allo stesso tempo, raccogliere informazioni e riflessioni sull'influenze interne sia su quelle esterne e sociali.
al termine del processo, il ricercatore mappa corporea visuale, disegnata e decorata dal partecipante in risposta agli stimoli; un racconto verbale dell'esperienza specifica intorno a cui ruota la ricerca; leggenda per decodificare gli elementi simbolici della mappa.
3.2.3 la costruzione del dato nelle interviste itineranti: il sé-nel-mondo
Le interviste itineranti concettualizzano il camminare non come uno spostarsi da un posto all'altro ma prospettiva relazionale, che considera lo spazio coprodotto. si tratta di una conoscenza fluida, contingente e costantemente riprodotta. La relazione con lo spazio, intesa come un processo dinamico, non come uno stato:
lo spazio, produce ed è prodotto dalle pratiche, in una prospettiva fenomenologica>si tratta di una conoscenza fortemente connessa al tempo> sempre conversazione a tre, il partecipante, il ricercatore e lo spazio. la creazione dello spazio muta al mutare dei partecipanti: persone con diverse caratteristiche sociodemografiche e diversi ruoli sociali creano spazi diversi che coesistono e si intrinsecano, e che danno vita a narrazioni diverse.
La particolarità del camminare è che, anche in un percorso già attraversato e ripetuto, sempre di un'esperienza unica in quanto gli elementi del contesto e la condizione fisica del soggetto definiranno la percezione del contesto di ciascuna camminata rispetto alle precedenti e alle successive.
Le interviste itineranti forma di camminare, parlare ed essere con. I ricercatori, la possibilità di accedere al percorso, al modo in cui lo spazio e il percorso sono raccontati e praticati e di fare esperienze dello spazio> quello che il ricercatore prova e vede e la sua esperienza possono essere considerati parte del dato prodotto.
l'intervista itinerante permette l'accesso a un dato multisensoriale: no solo verbali, ma sonori, olfattivi, visivi. Nell'intervista itinerante gli oggetti e lo spazio anche degli stimoli di Elicitazione: similmente a quanto accade con la mappa corporea, nel caso del body mapping storytelling l'essere in un luogo e il vedere lo spazio stimolano la riflessione, la memoria e la conversazione> accedere a un dato più ricco e complesso di quello prodotto da un'intervista tradizionale. Inoltre, accedere alle riflessioni ordinarie quotidiane, talvolta tralasciate in un'intervista più formale o difficile da cogliere senza avere esperienza del luogo di cui si parla.
l'intervista itinerante possibile accedere alle relazioni che lo spazio del qui e ora ha, per i partecipanti, con un altrove: geografico, emotivo o temporale. Nel primo caso, la tecnologia portatile inserisce ogni luogo materiale in una complessa rete di luoghi e spazi reali e immaginari. Nel secondo caso accedere alla dimensione emotiva, simbolica e relazionale di uno spazio: le emozioni che suscita, le relazioni alle quali lo spazio associato. Nel terzo caso, la riflessione fatto che lo spazio è nel presente, nel passato e nel futuro, in termini di memoria ed immaginario e pianificazione.
L'intervista itinerante analizzare luoghi non solo dal punto di vista della loro manifestazione materiale ma anche come spazi di relazione e interazione, spazi simbolici per individui e gruppi>i percorsi che partecipanti scelgono di percorrere o di non percorrere rivelano le microgeografie sociali dei luoghi, i loro confini invisibili e simbolici. Le interviste consentono identificare differenti pratiche socio spaziali di diversi gruppi sociali che coesistono dal punto di vista materiale e spaziale, ma che vivono e attraversano luoghi diversi, nella misura in cui la loro esperienza del luogo è profondamente diversa.
Le aree della città, sono diversamente accessibili per corpi diversamente sessuati e la loro pratica d'uso cambia nel corso della giornata. Il camminare pratica corporea culturale: camminare nel corpo di una donna, di un uomo, di un soggetto queer, dà luogo a esperienze spaziali tra loro molto diverse. questo metodo può utilizzato, per studiare la mobilità così come l'immobilità, la presenza come l'assenza. Dal punto di vista epistemologico, l'intervista itinerante è compatibile con un ampio spettro di approcci teorici.
3.3 i metodi per formativi nella pratica
3.3.1 il teatro partecipativo nella pratica
Con l'espressione <<teatro partecipativo>>=diverse pratiche> playback Theatre> due tecniche, entrambe adattate dalla tradizione del teatro dell'oppresso, per illustrare le potenzialità del metodo: teatro forum e teatro immagine. in entrambi i casi laboratorio durante il quale le persone, vita a una scena o a una storia. I laboratori durata variabile, a seconda della tecnica scelta, delle possibilità offerte dal contesto e dalla disponibilità dei partecipanti: singolo incontro di circa tre ore a incontri di 4/5 ore ciascuno svolti nell'arco di diversi mesi. Anche il numero di persone varia, generalmente intorno a una decina.
È molto importante, stabilire le norme dell'interazione, invitando al rispetto reciproco e alla confidenzialità: il ricercatore far rispettare le norme condivise e di assicurarsi tutti possano parlare ed essere ascoltati. La fase iniziale di riscaldamento e conoscenza tra i partecipanti può durare una decina di minuti o una o due sessioni. In alcuni casi, al teatro dell'oppresso, il ricercatore racconta anche la storia del metodo. L'obiettivo della fase iniziale portare i partecipanti a familiarizzare con la tecnica e tra loro, sciogliendo il corpo, nel frattempo.
La familiarità crescente e l'azione comune portano i partecipanti a mettere tra parentesi le proprie storie personali e differenze. Esercizi comuni body mirroring, spettrogrammi o interviste a coppia. Nella maggior parte dei casi, incluso brainstorming e di racconto collettivo. Dato che alcuni temi possono delicati per i partecipanti, l'ideale organizzare gruppi con un numero limitato di persone e almeno un paio di incontri, per familiarità e massimizzare l'efficacia.
Nel teatro immagine richiesto di creare, individualmente o collettivamente, << una struttura corporea>> che rappresenti il tema oggetto di discussione. Le sculture usano i gesti, la posizione del corpo, il tocco è l'espressione per creare delle scene cristallizzate: Queste sculture essere osservate da diversi punti di vista nello spazio e discussi da tutti i partecipanti. Quinlan ha chiesto gruppo di lavoratori sociali canadesi di rappresentare il bullismo.
Concretamente si può svolgere in diversi modi:
• i partecipanti proprio corpo per rappresentare l'immagine richiesta
• i partecipanti lavorano a coppie o in gruppi in cui solo uno o solo alcuni diventano statue, gli altri compito di modellare i corpi altrui
• il laboratorio attraverso rappresentazioni successive, cominciando con immagini individuali per poi arrivare a una rappresentazione collettiva.
Le sculture oggetto di discussione e stimolo concreto per articolare una riflessione intorno al tema oggetto di ricerca. In alcuni casi i ricercatori più fasi, dando input diversi. Nella ricerca sul bullismo, prima fase di rappresentazione libera, la ricercatrice si è assicurata diverse persone modo di calarsi nei panni sia di chi pratica sia di chi subisce atti di bullismo, esplorando il ruolo del senso di minaccia fisica e del contesto e approfondendo la dimensione relazionale di tali atti.
I partecipanti confrontato le loro storie, evidenziato tratti comuni dei comportamenti, dei gesti degli autori di bullismo e discusso di cosa possa essere definito bullismo, implicare la riflessione intorno alle micro aggressioni. In una ricerca sui rapporti di genere campus australiano le partecipanti lavorato sempre in gruppo, prima fase rappresentando una situazione di disagio rispetto al modo di comportarsi dei ragazzi nei confronti delle ragazze e, successivamente, rimodellando i corpi e le relazioni tra loro per mettere in scena relazioni più eque.
Al termine di ogni fase, il ricercatore chiede di interpretare il significato delle immagini messe in scena dalle altre persone, poi a chi ha messo in scena l'immagine se le interpretazioni emerse siano o meno vicine a quanto aveva in mente, e spiegare e commentare i diversi elementi della messinscena.
Le ricerche che usano il teatro immagine si concretizzano in un incontro singolo, dalla durata variabile. A fini comparativi, si possono svolgere incontri con diversi gruppi di persone. anche poco tempo per creare le sculture corporee nel caso in cui si sia interessati a esplorare i significati ed immaginari più comuni
Il teatro forum, costituito da una serie di laboratori che si svolgono discreto arco di tempo con lo stesso gruppo di persone e che spesso si conclude con una performance pubblica. per rompere il ghiaccio, dopo gli incontri di riscaldamento i ricercatori la tecnica del teatro immagine per arrivare al teatro forum, durante il quale ai partecipanti> raccontare e mettere in scena una storia o situazioni relative alla domanda di ricerca. Per esempio, in scena situazione in cui chi legge si è sentito escluso da un gruppo o da una situazione.
La prima volta, la scena rappresentata dall'inizio alla fine. La seconda volta, il ricercatore-facilitatore interviene chiedendo ai partecipanti di discutere della situazione o di modificarla. I partecipanti alla messa in scena e gli spettatori intervengono con l'obiettivo introdurre variazioni nei comportamenti, eventualmente sostituendosi agli attori principali, alla prova possibili alternative, testandone l'efficacia.
i partecipanti e la persona la cui storia è al centro del racconto si interrogano su cosa sarebbe successo nel caso in cui i protagonisti comportati diversamente, esempio esplicitando il senso di esclusione. Le proposte di variazione essere realistiche, no prevedere un improvviso cambiamento di scenario o di personaggi: possono riguardare, il modo di porsi, le parole da usare, il coinvolgimento di altre persone.
chi interviene nella discussione deve anche mettersi in gioco nell'azione: non basta parlare, bisogna agire e mettere in scena quanto si propone. Il facilitatore stimolare la discussione tra tutti i partecipanti, senza esprimere giudizi in merito ai significati e all'efficacia di azioni e situazioni. A tutti i partecipanti è richiesto di reagire alla nuova scena creata ed intervenire per considerare una variazione. La sessione termina quando si giunge a una soluzione sul quale tutti d'accordo o termina tempo a disposizione.
ricerca avente a oggetto un gruppo di studentesse in Sudafrica, tra i temi rilevanti per la loro vita quotidiana la violenza di genere uno dei primi posti, molte delle storie raccontate messe in scena durante i laboratori giovani donne in situazioni di pericolo e vulnerabilità. Nelle discussioni le ragazze avevano modo di validare o specificare le situazioni e di esplorare i diversi elementi di vulnerabilità e sofferenza.
Gli interventi di modifica permettevano ai partecipanti di provare comportamenti diversi per tentare di innescare dinamiche diverse. al di là della veridicità dello scenario, la pratica in luce fattori che consentono alle ragazze di sentirsi sicure in uno spazio pubblico, quali sono le loro interpretazioni delle situazioni, quali le opzioni di azione che ritengono o meno praticabili= vedere il mondo con i loro occhi.
Il teatro forum spesso si conclude con una terza fase, partecipanti al laboratorio scelgono storia da mettere in scena e presentare a un'audience più ampia> potere di intervenire per discutere del tema e proporre variazioni nel comportamento degli attori.
laboratori possono attivare emozioni intense, è importante prevedere anche una fase di chiusura della sessione e una cerimonia di conclusione del lavoro di gruppo, nel caso di laboratori ripetuti. in diversi casi i ricercatori usare la stessa formula: chiedono i partecipanti di sedersi in cerchio e di pensare cosa vogliono portarsi via dal lavoro fatto insieme e di lasciare all'interno del cerchio tutto quello che vorrebbero invece rimanesse lì.
In alcuni casi i ricercatori sceglie di raccogliere interviste o questionari a complemento dell'attività di messa in scena, nel caso in cui, si è interessato a capire quali stimoli raccolti durante l'attività.
3.3.2 Il body mapping storytelling nella pratica
I ricercatori mapping storytelling sottolineano che spesso i potenziali partecipanti molto titubanti impegnarsi nella produzione di materiale percepito come artistico. per questo fin dal momento del reclutamento, importante chiarire che l'abilità artistica non è rilevante e che l'estetica del prodotto finale no oggetto di interesse né di giudizio.
Il numero di incontri e variabile: la maggior parte delle ricerche standard di due o tre incontri di almeno un'ora ciascuno per costruzione delle mappe, preceduti, da uno o due incontri di preparazione e seguiti incontro di intervista sulla mappa. La necessità di lasciare ai partecipanti il tempo necessario per sviluppare la mappa bilanciata ponendo attenzione a non rendere troppo oneroso l'impegno temporale, Per evitare l'abbandono della ricerca. La durata variabile: da un minimo di una a un massimo di 5 ore. Per questo spesso le ricerche si svolgono durante il fine settimana, concentrando diverse sessioni in un solo giorno o alla sera.
La prima parte del primo incontro>racconto della ricerca e stabilire le norme di comportamento condivise. Il ricercatore tema generale suggerendo ai partecipanti attenzione alla postura per la propria mappa corporea. La mappa può essere di diverso tipo: standard o personale, a grandezza naturale o su un foglio A4.
Nella maggior parte delle ricerche l'unicità della mappa personale riveste una grande importanza: per questo ciascun partecipante disegna la propria, o sdraiandosi su un foglio di carta di dimensioni adeguate, aiutare da un'altro partecipante a tracciare silhouette con un pennarello o con una matita, dopo aver scelto la specifica postura che vuole riprodotta.
Tarr e Thomas invece utilizzato strumento di scansione per ricostruire una mappa tridimensionale del corpo dei partecipanti. Alcuni studiosi si interrogano sul fatto che disegnare una mappa e lavorarci mantenendo il foglio in posizione orizzontale portare a un senso di spaesamento quando la mappa, terminata, viene esposta in verticale e suggeriscono gli avvisare i partecipanti.
Il materiale a disposizione dei partecipanti è vario. Lo spazio sufficiente per potersi muovere e disegnare le mappe corporee e assicurare al contempo interazione privacy. Il ricercatore taccuino dove annotare le osservazioni e un registratore digitale. Le mappe delicate: se il processo di creazione della mappa prevede più di un incontro, è importante pensare in anticipo a come conservarle ed eventualmente trasportare senza rovinarle.
Sempre processi che prevedono più di un incontro è importante mantenere la relazione con i partecipanti, ringraziandoli via mail per la partecipazione. Se necessario, il processo di costruzione delle mappe corporee includere la presenza di un facilitatore o di un'assistente, soprattutto minori o di persone con ridotte abilità fisiche. Molti ricercatori come nel caso del teatro partecipativo, l'importanza di porre attenzione alle emozioni dei partecipanti e di prevedere momenti di chiusura e di passeggio al termine di ogni seduta.
Il processo di costruzione della mappa per fasi successive, stimolate dal ricercatore ricordi sempre, e fin dall'inizio, che sono i partecipanti a scegliere cosa mostrare. se si prevede di esporre le mappe, utile suggerire di non inserire elementi di identificazione nella mappa.> importante chiarire se e come utilizzate le mappe.
La guida per la costruzione della mappa offerta dal ricercatore essere in forma verbale o breve testo stampato e distribuito ai partecipanti con qualche stimolo ulteriore.
Il percorso di body mapping storytelling dipende dalla domanda di ricerca e, si tratta di un adattamento dello schema proposto da Solomon. Un esempio sul percorso migratorio, la costruzione della mappa ha indagato le ragioni dello spostamento e le condizioni facilitato complicato la migrazione, il cambiamento di status; successivamente, i ricercatori esplorato la condizione di lavoro al momento dell'intervista; nel terzo incontro l'oggetto principale ha l'accesso a reti di supporto e sostegno
A ogni fase è dedicato un incontro e, al termine viene chiesto di disegnare sulla mappa un simbolo che li rappresenta. Alla fine del processo viene chiesto di scrivere o rappresentare sulla mappa un messaggio per gli altri, rispetto al tema della ricerca. Nei casi in cui la mappa corporea prodotta durante un solo incontro, in genere le domande del ricercatore meno dettagliate: nel caso di ricerca sull'esperienza di genere della città, stato chiesto solamente di rappresentare sulla mappa le sensazioni di sicurezza e di insicurezza legate alla vita urbana, attraverso simboli, colori parole o altro materiale.
Nella versione tradizionale del body mapping storytelling i ricercatori chiedono prima di iniziare, breve testo di autopresentazione o 10 parole chiave che descrive l'esperienza che li riguarda e che sarà oggetto della ricerca. Inoltre, al termine del progetto produrre legenda scritta chiarisca il significato simbolico degli elementi usati. Nelle versioni più recenti, sia l'auto presentazione sia la legenda fornite in forma verbale, poco prima o durante il processo di costruzione della mappa.
Durante la pratica di costruzione ricercatore annota le interazioni tra i partecipanti e registra le reazioni affettive rispetto alle mappe: sei partecipanti canticchiano sorridono o se l'espressione corrucciata. Le mappe stimolo per una discussione intorno all'esperienza e al tema indagato, discussione svolge durante la creazione della mappa e/o al termine, individualmente tra partecipante e ricercatore o in gruppo, a seconda del disegno della ricerca: l'intervista individuale permette ai partecipanti una certa riservatezza, mentre discussione in gruppo pregio di validare reciprocamente le esperienze e di approfondire il significato delle esperienze singole.
In molti casi ricerca entrambe le fasi: primo momento discussione comune e secondo intervista individuale. Nel caso di un momento comune garantire ai partecipanti lo stesso tempo per raccontare la propria mappa. l'intervista-conversazione momento importante chiarire il contenuto della mappa e di esplorare le diverse articolazioni del tema oggetto di ricerca, e i ricercatori usato questa tecnica d'accordo nel suggerire che l'intervista si tenga durante o subito dopo la creazione della mappa: una volta passato del tempo, le interviste risultano poco significative. Le mappe fotografate e le conversazioni registrate.
Dal momento che il processo di costruzione della mappa corporea emotivamente faticoso, alcuni ricercatori cominciano e finiscono le sessioni con brevi momenti di meditazione focalizzata
3.3.3 le interviste itineranti nella pratica
Le interviste itineranti possono svolte con sola persona o gruppo a seconda del disegno della ricerca. In molti casi, prima di procedere con il reclutamento, il ricercatore familiarizza con il quartiere, l'aria e lo spazio prendendo nota di quanto ha modo di osservare e di eventuali domande curiosità specifiche. In alcuni casi il disegno della ricerca fase preliminare all'intervista itinerante, durante viene chiesto al partecipante di tracciare l'itinerario: si può chiedere di segnare i confini del quartiere tracciandole con un evidenziatore sulla mappa prestampata.
Questo momento iniziale di confronto importante nel caso di ricerche popolazione marginalizzata: ricerca svolta sulle pratiche di quartiere di alcune studentesse musulmane a Birmingham, alcune potenziali partecipanti disagio all'idea di un'intervista itinerante quindi convertita in un'intervista con una mappa e post it per segnalare i luoghi relativi nella vita quotidiana. In ogni caso, dopo il reclutamento è importante stabilire relazione con la persona intervistata ma in un momento diverso rispetto all'intervista oppure prima di muoversi, per esempio prendendo un caffè insieme prima.
Prima di muoversi, è importante prendere alcune decisioni.> scegliere l'attrezzatura da utilizzare. in genere i ricercatori si attrezzano registratore digitale e microfono portatile, di quelli piccoli per non dare l'aria di un'intervista televisiva> importante consapevoli delle limitazioni nella qualità del suono, soprattutto nel caso di strade trafficate o di interviste di gruppo.
Il problema parzialmente ovviato servizio di trascrizione professionale. Per tenere traccia del percorso strumenti di tracciamento. Spesso i ricercatori chiedono ai partecipanti di fotografare luoghi significativi o di cui parlano durante l'intervista; in alcuni casi forniscono macchina fotografica usa e getta. Più raramente l'intervista itinerante è videoregistrata. A seconda dell'ampiezza dell'aria e delle condizioni atmosferiche, i ricercatori scegliere indirizzare alternative al camminare. Tuttavia è importante consapevoli che il come muoversi modifica l'esperienza.
In secondo luogo, decidere il periodo in cui svolgere l'intervista. a seconda del periodo dell'anno, l'interazione con i luoghi muta: l'estate nelle città industriali meno persone, città d'arte si popolano. Il giorno della settimana è altrettanto rilevante. Anche il tempo atmosferico è rilevante. importante decidere in anticipo l'orario dell'intervista, coordinando le esigenze dei partecipanti con il disegno della ricerca.
In terzo luogo, decidere il numero di ricercatori e di partecipanti coinvolti, tempo dedicato all'attività. Dal momento che le pratiche socio spaziali diverse a seconda dei gruppi sociali coinvolti, delle caratteristiche sociodemografiche individuali e dei ruoli sociali, importante l'effetto delle caratteristiche del ricercatore: per esempio, ricercatrice donna potrebbe sentirsi a disagio in spazi fortemente maschili o influenzarne le dinamiche, e viceversa.
decidere quali ricercatori intervisteranno quali partecipanti elemento rilevante per il disegno della ricerca. Nel caso di interviste itineranti di gruppo, è utile che i ricercatori almeno in due, per interagire con tutti i partecipanti e che i gruppi no eccessivamente i numerosi.
Nel caso di interviste individuali possibile suggerire ai partecipanti di coinvolgere terza persona. i ricercatori che usano la forma del Walking along mettono in luce come la presenza di un accompagnatore, oltre all'intervistato, si è spesso utile al fluire della conversazione. in alcuni casi i ricercatori definiscono un tempo da dedicare all'intervista mentre in altri una scelta lasciata ai partecipanti.
Infine, decidere in anticipo cosa fare nel caso di incontri casuali di persone che conoscono gli intervistati, si decida per il sì, condividere o meno quanto si sta facendo con i partecipanti. Durante l'intervista è difficile prendere nota è chiusa questo metodo suggerisce annotare gli elementi rilevanti dopo l'intervista e di trascrivere la registrazione il prima possibile.
In alcuni contesti le interazioni con i partecipanti da parte di abitanti o frequentatori del quartiere numerose: può essere, questo, modo per reclutare nuovi partecipanti. anche, una fonte di osservazione di un'eventuale disagio o di interazione negativo
Alcuni ricercatori, al termine dell'intervista, chiedono feedback sul metodo e si assicurano di poter usare tutto il materiale registrato. In alcuni casi i temi sollevati nelle interviste individuali oppure le foto scattate durante i percorsi utilizzate come stimolo per un successivo momento di confronto di gruppo che permette di verificare i dati raccolti, e di suicidare una discussione consentendo la raccolta di nuovi dati
In alcuni casi i ricercatori coadiuvano la mappatura dell'intervista, nominando ad alta voce il nome della via in cui si trovano. La traccia di intervista è diversa a seconda della specifica domanda di ricerca. va tenuto presente, che anche nelle interviste itineranti maggiormente guidate, centrale lo stimolo che viene dal camminare insieme in uno spazio.