Vi si narra di un'educanda, Maria, orfana di madre, vissuta sempre in un collegio di monache. Prima di prendere i voti, in occasione di un'epidemia di colera, ella trascorre qualche mese in campagna nella casa del padre e della matrigna e dunque ha la possibilità, per la prima volta, di conoscere il mondo. Può quindi frequentare un giovane, Nino, e innamorarsene. Ma la legge economica è più forte dei suoi sentimenti. Non avendo la dote (il padre è povero, mentre la matrigna, che è ricca, favorisce la propria figlia, sorellastra di Maria), deve tornare in convento e prendere definitivamente il velo. Non riesce tuttavia a rinunciare all'amore e a dimenticare il giovane di cui si è innamorata. Nel frattempo Nino ha sposato la sorellastra che, a differenza di Maria, è provvista di una ricca dote. Per la passione d'amore Maria s'ammala e sfiora la follia, sino a morire.
Nell'opera compare il tema dell'escluso e dell'orfano, che poi tornerà in NEDDA, ROSSO MALPELO e I MALAVOGLIA.
Il motivo dell'esclusione sociale e della vittima si congiunge a quello economico: a prevalere, come poi nei romanzi veristi, è sempre la legge della 'roba' e del denaro, mentre i sentimenti risultano impotenti.
Come soluzione linguistica viene adottato il fiorentino, secondo i dettami del manzonismo allora dominante, anche se esso appare meno enfatico rispetto ai precedenti romanzi.
E' un romanzo epistolare e questo favorisce una scelta antiretorica, per cui il narratore si sforza di assumere il punto di vista di un personaggio semplice e il suo linguaggio ingenuo ed elementare.
E' importante notare come il romanticismo di Verga sia ancora ben vivo: la donna, come in UNA PECCATRICE, rappresenta l'ideale romantico dell'amore-passione come forza inarrestabile e invincibile contrapposta alla società.
RIFLETTETE :pencil2:SULLE DIFFERENZE E ANALOGIE CON LA STORIA DELLA MONACA DI MONZA PRESENTE NEI PROOMESSI SPOSI