Dall'illuminismo al Verismo

ROMANTICISMO

ILLUMINISMO

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L’Illuminismo fu un movimento di pensiero nato in Francia nei primi decenni del Settecento. Affermava la centralità dell’uomo ed era fondato sull’uso della ragione e della libertà di giudizio, contrapposti alla tradizione e all’autorità politica e religiosa. L’Illuminismo si diffuse grazie agli intellettuali e attraverso giornali, i salotti letterari e i caffè. Tra le novità del pensiero illuministico vi erano:

il materialismo (l’uomo è un prodotto biologico mosso da piacere e interesse).

•attenzione all’uomo

•il cosmopolitismo (tutti gli uomini sono uguali) e il filantropismo (amore per tutti gli uomini);

•la fiducia nel futuro e nel progresso

concetto di storia identificabile con l’antistoricismo in quanto intesa come decadenza

NEOCLASSICISMO

la scoperta dell'Antico la passione che trasmette inoltre alimentano il collezionismo privato.La passione per l'archeologia implica uno studio filologico e il Grand Tour è legittimato alla gente ricca.Il teorico più importante di questo periodo è Winckeman. L’imitazione è ritornare agli spiriti degli antichi ,infatti Winckeman si sofferma anche sull'aspetto emotivo e interiore non solo esteriore.Winckeman entra nella cerchia del Cardinale Albani. La funzione educativa del Neoclassicismo è sia culturale che artistica.

movimento letterario, artistico e culturale che nasce in Germania, con lo Sturm and Drag (passione e tempesta), e in Inghilterra, diffondendosi poi in tutta Europa nel XIX secolo.
Questo movimento nasce dalla volontà di allontanarsi dal mondo classico.

Tra la fine del 700 e l’inizio dell’ottocento l’Europa è investita da notevoli mutamenti tra cui la rivoluzione politica, irradiata dalla Francia in tutta Europa, e la rivoluzione economica, dovuta all’industrializzazione partita dall’Inghilterra.
Le tematiche principali del romanticismo europeo sono:

in Italia si parla di romanticismo nel 1816 in occasione dell’opera di Madame de Staël: “Sulla Maniera e l’Utilità delle Traduzioni” sulla rivista <<Biblioteca Italiana>> nel quale la scrittrice in vita i letterati italiani a uscire dalla decadenza culturale e dal culto del passato.

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il romanticismo italiano esclude gli aspetti troppo irrazionali, fantastici o mistici

arretratezza economica e sociale

continuità con l’Illuminismo

compito più positivo costruire ed educare la società italiana

letteratura utile che orientasse la civiltà verso la perfezione

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in Leopardi vi è un romanticismo classico perché da una parte valorizza il mondo degli antichi poeti, l'illusione, la fantasia, la spontaneità. (aspetto romantico)D’altra parte è ancora classico perché la sua letteratura non è realistica e soprattutto ha una visione negativa del progresso. (aspetto classico)

sappiamo che Manzoni è romantico perché annuisce al vero, alla letteratura come intento utile, e anche perché rifiuta la lirica, ed è diretto ad un romanzo di formazione.

invece Leopardi favorisce la lirica come canto libero e spontaneo, quello che si avvicina maggiormente alla poesia degli antichi e in cui prevale la soggettività e lo avvicina al romanticismo europeo.

VERISMO

PREROMANTICISMO

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Il Preromanticismo è così definito per indicare alcune manifestazioni che apparentemente sono opposte a quelle neoclassiche ma anche a quelle illuministiche (strettamente razionali).
Si concentra l’attenzione soprattutto sulla soggettività e quindi sulle passioni, sull’io e sulla sensibilità. All’interno del Pre-Romanticismo, però, ci sono altri elementi: l’attenzione al primitivo, agli elementi malinconici, all’esotico,alla natura cupa e tenebrosa, alla riflessione sulla morte, alla natura selvaggia e desolata.

Al centro vi è il SENTIMENTO come libertà di espressione ,estremo individualismo .Per Winckeman (l’uomo greco non soffriva dell'antitesi mondo finito e infinito),l’obbiettivo dell’uomo è quello di non di non farsi tormentare dai turbamenti interiori. Per i romantici esiste una verità che va oltre il calcolo della scienza e ciò si raggiunge con l’intenzione. Il poeta comprende la NATURA meglio dello scienziato secondo il neoclassico.

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superamento della ragione, l’attenzione si sposta sull’esplorazione dell’irrazionale e attenzione ai sentimenti (dolore, angoscia)

soggettivismo che considera l’interiorità come unica realtà esistente: i turbamenti dell’io trovano la loro manifestazione oggettiva nella natura

ritorno alla religiosità, non solo in senso tradizionale ma anche come tensione verso l’infinito e il sovrannaturale

ritorno alla religiosità, non solo in senso tradizionale ma anche come tensione verso l’infinito e il sovrannaturale

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Verga è capofila del Verismo, il più rilevante tra i movimenti dell'Italia post unita. Nelle sue opere da molta importanza alle classi più umili, per questo sceglie un narratore che appartiene all'ambiente sociale rappresentato. In tal modo attua il principio dell'impersonalità e dell'eclisse dell'autore del testo.

Giovanni Verga

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Differenza tra Verismo di Verga e il Naturalismo di Zola

Nei romanzi di zola la voce narrante riproduce il punto di vista dell'autore (borghese colto) che osserva le vicende dall'esterno e interviene nei commenti e giudizi usando il linguaggio letterario colto il lettore avverte un distacco rispetto alla prospettiva dei personaggi. Questo non avviene mai in Verga il narratore si mimetizza nei personaggi stessi e adotta il loro modo di pensare, di sentire e di parlare. Zola resta estraneo alla tecnica Verghiana della regressione del punto di vista narrativo. Per zola l'impersonalità significa assumere il distacco dello scienziato che si distacca dall'oggetto per osservarlo dall'esterno e da una condizione di superiorità.
Per Verga invece significa immergersi- eclissarsi nell'oggetto ponendosi allo stesso livello dei personaggi.

Nei suoi romanzi Zola interviene a commentare e a giudicare le vicende perché è convinto che lo scrittore letterario possa contribuire a cambiare la realtà e a promuovere il progresso attraverso lo studio dei problemi sociali e lo stimolo alle riforme. Verga ha invece una convinzione pessimistica cioè che la realtà è immodificabile La letteratura non è in grado di incidere nella realtà ma soltanto di aiutare gli uomini a comprenderla quindi lo scrittore deve limitarsi alla riproduzione oggettiva dei fatti.

L'atteggiamento di Zola è determinato dal fatto che è uno scrittore borghese ha una visione di realtà dinamica, società sviluppata dal punto di vista industriale in cui vi sono conflitti tipici del mondo capitalistico moderno quindi sa di potersi rivolgere ad un pubblico in grado di recepire il messaggio e di reagire ad esso.
Verga è il tipico proprietario terriero conservatore del sud contesto socio economico arretrato immobile basato sull'agricoltura e caratterizzata da una borghesia pigra e improduttiva ed enormi masse contadine passive e rassegnate.

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Nel 1861-62 pubblicò un secondo romanzo “I carbonari della montagna”. La sua fisionomia di scrittore si discosta dalla tradizione di scrittori letteratissimi e di profonda cultura umanistica: i testi su cui si forma il suo gusto in questi anni sono gli scrittori francesi moderni di vasta popolarità. Sono le loro letture d’intrigo o sentimentali e i romanzi storici italiani che lasciano un’impronta sensibile sui primi romanzi di Verga.

Nel 1872 si trasferisce a Milano dove entra in contatto con gli ambienti della Scapigliatura e finisce il romanzo “Eva” in cui protesta per la condizione dell’intellettuale, emarginato e declassato nella società borghese dominata dal principio del profitto.

A questo romanzo polemico seguono romanzi d’analisi di passioni mondane: “Eros” e “Tigre reale” riconosciuti dalla critica come esempi di “realismo”, di analisi di piaghe psicologiche reali.

Giovanni Verga nacque a Catania nel 1840. Compì i primi studi presso maestri privati, da cui assorbì il patriottismo e il gusto letterario romantico che furono i dati fondamentali della sua formazione, come testimonia il primo romanzo “Amore e patria” rimasto inedito.

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MASTO DON GESUALDO

I MALAVOGLIA

I Malavoglia è il romanzo più famoso di Giovanni Verga e quello in cui l’autore riesce a esprimere al meglio la poetica del Verismo. Rappresenta la prima tappa di quello che doveva essere il Ciclo dei vinti. Per ciclo dei vinti si intendono l’insieme dei romanzi di Verga che pongono al centro il tema della lotta dell’uomo per la vita e il progresso.

TRAMA

Il romanzo narra la storia della famiglia Toscano, detta malignamente dal popolo “Malavoglia”, I Malavoglia erano una famiglia di pescatori della Sicilia, non erano molto ricchi, ma riuscivano a sopravvivere senza grossi problemi. Le loro proprietà erano la casa del Nespolo e la Provvidenza. La Provvidenza era un’imbarcazione da pesca costiera, vecchia ma preziosa; infatti fu la fonte delle fortune, ben poche, e delle numerose disgrazie dei Malavoglia. Il nome stesso è molto significativo: Provvidenza doveva essere un nome ben augurale, ma durante il romanzo si presterà all’uso antifrastico dell’ironia. Durante il trasporto dei lupini, nel mezzo di una tempesta, la Provvidenza colò a picco, portandosi via Bastianazzo, padre di cinque figli, il figlio della Locca e tutto il carico dei lupini. Con questo avvenimento iniziarono le disgrazie dei Malavoglia. Il nucleo familiare è completamente distrutto e Padron ‘Ntoni, ormai malato, si avvicina alla morte., l’ultimo nipote, Alessi, riesce a ricomprare la casa del Nespolo e tenta di ricostruire il nucleo familiare senza però riuscirci: Padron ‘Ntoni muore in ospedale, lontano dalla casa e dalla famiglia mentre il giovane ‘Ntoni, capisce di non poter più esser parte di quella vita e abbandona per sempre il paese natale.

L'ideale dell'ostrica è sostanzialmente una metafora che può essere così sintetizzata: come l'ostrica vive aggrappata allo scoglio, così coloro che appartengono alle fasce sociali più deboli e restano legati alle tradizioni patriarcali e al proprio nucleo familiare non si perdono e possono salvarsi.

Dal punto di vista delle tecniche in questo romanzo Verga ricorre all’impersonalità ( l’autore vuole far emergere il fatto nudo e crudo, senza far emergere il suo punto di vista. La storia viene messa in mano ai personaggi e l’autore si astiene da giudizi) e al narratore popolare ( è un narratore che riproduce il punto di vista del popolo, con le sue idee e i suoi pregiudizi)

TEMI

debito, problematiche sociali e storiche

tradizione (proverbi e usi religiosi)

usura e contrabbando

Secondo romanzo del ciclo dei vinti, è il frutto di un lungo lavoro di stesura durato otto anni. I primi abbozzi risalgono al 1881-1882, subito dopo la pubblicazione de I Malavoglia.
Il romanzo è diviso in 4 parti, ognuna delle quali è suddivisa a sua volta in capitoli.

TEMI

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classi sociali varie

-molteplicità di linguaggio

-principio dell impersonalità

TRAMA

Gesualdo era un giovane muratore che voleva essere un nobile e per questo si farà chiamare Don. Per finalizzare il suo obbiettivo si sposa con Bianca Trao( nobile caduta in miseria). I due faranno una figlia che si sposerà con il Duca di Leyra, ma lei non accoglierà il padre infatti mostrerà indifferenza nei suoi confronti . Gesualdo rappresenta un VINTO non accettato dalla famiglia e dalla società

Profilo del personaggio principale: Mastro-don Gesualdo

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Mastro don Gesualdo è un uomo che ha accumulato nel tempo molte ricchezze a video e ambizioso verde in senso ironico

lo chiama mastro-don perché nonostante abbia acquisito il titolo di don nell'anima è rimasto un mastro cioè un muratore

Verga non lo descrive in modo dettagliato ma mette in evidenza le sue mani ruvide e le spalle grosse, un fisico da lavoratore insomma che contrasta con la posizione raggiunta è sposato con Bianca Trao ma il matrimonio si rivela un affare sbagliato e lo porta alla rovina economica e ad una morte solitaria senza nemmeno il conforto di Isabella che lui ha cresciuto come se fosse sua figlia

Le vicende si svolgono non solo a Vizzini ma anche a Mangalavite (un podere in cui il protagonista si trasferisce per evitare il contagio di colera), e a Palermo (dove Gesualdo si trasferisce a casa del genero e dove muore).
Mancano rimandi cronologici precisi, ma alcuni fatti accennati ci fanno capire che le vicende del romanzo si sono sviluppate tra la fine del Settecento e i primi anni dell’ottocento