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Parte VI. Attività Amministrativa dell'ente locale. Il Procedimento e…

- - - - Tipologie di Attività Amministrativa:
        
        Attività Amministrativa Attiva: Vi rientra tutta l'attività posta in essere da una PA per realizzare le proprie finalità pubbliche.
        
        Attività Amministrativa Consultiva: Vi rientrano quelle attività dirette a fornire orientamenti alle autorità che devono concretamente agire (Attraverso pareri, consigli, direttive)
        
        Attività Amministrativa di Controllo: Quella attività diretta a sindacare secondo diritto (controllo di legittimità) ovvero secondo le regole della buona amministrazione (controllo di merito) l'operato dei soggetti agenti cui sono affidati compiti di amministrazione attiva.
  - - - L'Attività Amministrativa può essere:
        
        Vincolata: In quanto attività che non lascia spazio alla libera scelta, dell'organo che deve esercitarla.
        
        Discrezionale: Il legislatore, dopo aver indicato i fini che l'attività deve perseguire, lascia un certo margine di scelta (cd. apprezzamento) all'autorità che deve esercitarla. Rimette alla sua determinazione il quando esercitarla, il modo di esercizio, il contenuto da dare in concreto all'atto e/o il mezzo con cui esercitarla.
        
        Discrezionalità può quindi definirsi come la facoltà di scelta fra più comportamenti leciti, lasciata all'autorità amministrativa nell'esercizio di un potere, per conseguire il soddisfacimento di un interesse pubblico individuato dalla legge.
        Per evitare di sfociare nell'arbitrio, sono stabiliti dei Limiti:
        
        Interesse Pubblico: da intendere come interesse della collettività, che non è l'interesse proprio della PA. Tale interesse deve essere concreto, obiettivo e collettivo.
        
        Causa del potere: il potere in base al quale l'atto è emanato e si identifica con il fine specifico per cui il potere è stato conferito.
        
        Principi di logica ed imparzialità: che accanto al principio di legalità debbono sempre reggere l'attività amministrativa.
        
        Principio dell'esatta e completa informazione.
        
        Da distinguere dalla Discrezionalità è il Merito:
        Mentre infatti la discrezionalità implica una facoltà di scelta che non è in definitiva libera, dovendo esplicarsi entro i limiti delle norme giuridiche di buona amministrazione, il Merito consente all'amministrazione una maggiore libertà di scelta, non già nel senso che essa debba ritenersi assolutamente libera, bensì nel senso che deve avvenire nel rispetto delle norme non giuridiche di buona amministrazione, e cioè delle regole extragiuridiche di opportunità e convenienza amministrativa.
        (Implica inoltre, che mentre violazione di norme che regolano la discrezionalità, essendo una norma giuridica, è sindacabile dal Giudice Amministrativo, la violazione di una regola di merito, essendo una violazione non giuridica non è sindacabile dal GA.
      - I Principi costituzionali dell'attività amministrativa.
        
        Buon Andamento ed Imparzialità (Art 97.2 Cost)
        "I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione".
        Tale articolo intende:
        
        garantire l'indipendenza e la neutralità della PA da influenze politiche sia sotto il profilo attivo (buona amministrazione) che passivo (imparzialità della PA)
        
        si indirizza immediatamente e programmaticamente al legislatore
        
        Legalità
        Il principio di legalità afferma la corrispondenza dell'attività amministrativa alle prescrizioni di legge. Tale principio esprime l'esigenza che l'amministrazione sia assoggettata alla legge, anche se esso, nella sua accezione più lata, è applicabile non solo all'amministrazione, ma ad ogni potere pubblico.
        
        Buona Amministrazione
        Sempre Art 97 Cost ma anche Art 1 241/1990:
        Il principio di buona amministrazione indica l'obbligo per i funzionari amministrativi di svolgere la propria attività secondo le modalità più idonee ed opportune al fine dell'efficacia, efficienza, speditezza, ed economicità.
        Quindi buona amministrazione può ritenersi quella che riesce, nei limiti del possibile, a soddisfare i seguenti criteri generali:
        Economicità, Rapidità, Efficacia, Efficienza, Migliore contemperamento degli interessi, Minor danno per i destinatari dell'azione amministrativa.
        
        Pareggio di Bilancio
        Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l'ordinamento UE, devono assicurare l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico. (Articolo 97 Cost come modificato da 1/2012)
        Pubblica Trasparenza
        Il principio di pubblicità dell'azione amministrativa, riconducibile all'Art 97 Cost, comporta per la PA l'obbligo di rendere visibile e controllabile il proprio operato. Attiene al rapporto tra governati e governanti.
        Ragionevolezza
        Il principio di ragionevolezza costituisce anche alla luce del 241/1990 un criterio in cui confluiscono i principi di uguaglianza, imparzialità e buon andamento: in forza di tale principio, l'azione amministrativa deve adeguarsi ad un canone di razionalità operativa, onde evitare decisioni arbitrarie o irrazionali. La violazione di tale principio comporta un vizio di eccesso di potere.
        
        Decentramento Amministrativo
        Il decentramento amministrativo si traduce nel trasferimento di competenze e poteri decisionali dagli organi centrali statali a quelli periferici. Art 5 Cost sancisce espressamente che la Repubblica attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo.
        (Con la 59/1997 si è avviato il processo di conferimento alle Regioni e agli enti locali delle funzioni e compiti amministrativi secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza.
        Tutela Giurisdizionale nei confronti degli atti amministrativi.
        L'art 24 Cost, afferma il principio di Azionabilità in giudizio delle situazioni giuridiche vantate dai cittadini nei confronti della PA
        L'Art 113 Cost sancisce il Principio della sindacabilità degli atti amministrativi garantendo la tutela giurisdizionale dei diritto e degli interessi legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria ed amministrativa.
        Finalizzazione dell'attività amministrativa e principio democratico
        Per finalizzazione, si intende indicare la necessità che l'attività amministrativa sia finalizzata al perseguimento degli interessi pubblici.
        Per principio democratico, va inteso nel senso che l'azione amministrativa deve concorrere a realizzare una società democratica rimuovendo gli ostacoli alla realizzazione del principio di uguaglianza.
- - - - Ambito di Applicazione
        Ex art 29, si applica alle
        
        amministrazioni statali e
        
        agli enti pubblici nazionali,
        
        nonché alle società con totale o prevalente capitale pubblico
        
        Le Regioni e gli Enti locali regolano le materie disciplinate dalla 241/1990 nel rispetto delle garanzie costituzionali e della tutela del cittadino.
        Relativamente al procedimento, vengono stabiliti i livelli essenziali di prestazioni da garantire come da 117 Cost. lett.(m
        
        garantire la partecipazione dell'interessato
        
        individuare un responsabile
        
        concluderlo entro il termine prefissato e di misurare i tempi effettivi di chiusura del procedimento
        
        assicurare l'accesso alla documentazione amministrativa
        
        si definisce inoltre
        
        durata massima dei procedimenti
        
        presentazione di istanze, segnalazioni e comunicazioni
        
        segnalazione certificata di inizio attività
        
        silenzio assenso
        
        conferenza dei servizi
        
        si dice che Regioni ed Enti locali, nel disciplinare i procedimenti amministrativi di loro competenza, non possono stabilire garanzie inferiori a quelle stabilite dai commi 2bis e 2ter, ma possono prevedere ulteriori livelli di tutela.
        
        Modifiche Successive:
        
        15/2005 e 80/2005: hanno introdotto istituti giuridici volti a realizzare dialogo e collaborazione reciproca (es. preavviso di rigetto)
        
        69/2009: ha contribuito a definire una pubblica amministrazione più efficiente e rapportata al cittadino.
        
        104/2010, 190/2012, 33/2013 (Tu Trasparenza): per quanto riguarda anticorruzione ed illegalità.
        
        69/2013 e 98/2013 hanno previsto all'istante il diritto ad un indennizzo per mero ritardo.
        
        124/2015
        
        76/2020, 120/2020
        
        77/2021, 108/2021
    - - I principi di cui alla 241/1990
        Accanto ai principi di matrice costituzionale, all'Art 1 della 241/90 si individuano i principi e criteri direttivi dell'azione amministrativa:
        
        Legalità: per la quale l'attività amministrativa deve perseguire fini dettati dalla legge.
        
        Giusto Procedimento: che, garantendo il diritto di partecipazione, consacra la dialettica tra interessi pubblici e privati. Altro elemento è quello dei principi di pubblicità e trasparenza.
        
        Semplificazione: per cui il legislatore ha introdotto istituti diretti a snellire e rendere più celere l'azione amministrativa.
        
        Criteri Fondamentali e regole del CAPO I
        
        Economicità, efficacia, imparzialità, pubblicità e trasparenza (Art 1)
        
        Principio di non aggravamento del procedimento amministrativo (Art 1,2) a meno di motivate e straordinarie esigenze.
        
        Principi della collaborazione e della buona fede:(Art 1,2)
        
        Obbligo di conclusione esplicita del procedimento: (Art 2) la PA ha il dovere di concludere il procedimento con l'adozione di un provvedimento finale espresso, sia quando il procedimento consegua ad istanza, sia se iniziato di ufficio.
        
        Obbligo generale di motivazione del provvedimento amministrativo: (Art 3): richiede che le amministrazioni rendano noto il percorso (elementi di fatto e di diritto) argomentativo che ha portato alla decisione.
        
        Uso della telematica nell'azione amministrativa (Art 3bis): le PA devono agire mediante strumenti informatici e telematici.
        
        I Principi Europei
        Essi hanno avuto riconoscimento attraverso un richiamo diretto nell'Art 1 della 241/1990.
        Si ricordano:
        
        Principio di certezza del diritto: diretto a garantire la prevedibilità delle situazioni e dei rapporti giuridici.
        
        Principio del legittimo affidamento: ???
        
        Principio di proporzionalità: non possono essere stabiliti da parte delle PA obblighi e restrizioni alla libertà degli interessati in misura diversa da quella necessaria per raggiungere lo scopo cui è preposta l'autorità responsabile.
        
        Principio del giusto procedimento: il diritto ad essere ascoltati nel corso del procedimento amministrativo è un altro principio generale del diritto dell'UE.
        
        Principio di buona amministrazione: il principio impone di garantire la tempestività dell'azione amministrativa e, nella connessa accezione di imparzialità, di evitare trattamenti difformi senza adeguata motivazione.
      - Le Fasi del Procedimento Amministrativo
        
        Fase di Iniziativa
        Consiste nel momento propulsivo del procedimento e può essere:
        
        Ad iniziativa Privata:
        
        Istanze: sono domande dei privati interessati, tendenti ad ottenere un provvedimento a loro favore. Quando l'istanza non genera obblighi per la PA, viene chiamata Esposto.
        
        Denuncie: sono dichiarazioni che vengono presentate dai privati ad autorità amministrativa al fine di attivare l'esercizio dei suoi poteri, con l'emanazione di un provvedimento.
        La presentazione della denuncia può costituire una facoltà, un onere o un obbligo
        
        Ricorsi: sono reclami dell'interessato intesi a provocare un riesame di legittimità o di merito degli atti della PA ritenuti lesivi di diritti o interessi legittimi.
        
        Obblighi dell'amministrazione procedente dopo la fase di iniziativa:
        
        Previsione di un termine di conclusione dell'iter
        
        Individuazione di un responsabile del procedimento
        
        comunicazione dell'avvio del procedimento agli interessati
        
        Ad iniziativa d'Ufficio:
        
        Iniziativa Autonoma: quando l'attività propulsiva promana dallo stesso organo competente per l'emissione del provvedimento conclusivo. L'atto di iniziativa in questa ipotesi è incorporato nel primo atto del procedimento.
        
        Iniziativa Eteronoma: quando l'atto propulsivo promana da un organo diverso da quello competente ad adottare il provvedimento finale.
        
        Tale iniziativa si attua attraverso:
        
        Le Richieste: sono atti amministrativi consistenti in manifestazioni di volontà, con cui l'autorità amministrativa competente si rivolge ad un'altra autorità per sollecitare l'emanazione di un atto che altrimenti non potrebbe essere emanato.
        
        Le Proposte: sono manifestazioni di giudizio dell'organo propulsivo circa il contenuto da dare all'atto.
        
        Fase Istruttoria
        è la fase nella quale si acquisiscono e si valutano i singoli dati pertinenti e rilevanti ai fini dell'emanazione dell'atto.
        è normalmente di competenza dell'autorità cui spetta l'adozione del provvedimento finale, ma il privato può collaborare con ulteriore documentazione.
        
        Le attività della fase istruttoria tendono alla:
        
        Acquisizione dei fatti, e cioè:
        
        Le condizioni di ammissibilità
        
        i requisiti di legittimazione
        
        le circostanze di fatto
        
        Acquisizione degli interessi:
        Ossia raccolta degli interessi pubblici e privati coinvolti nel procedimento, con conseguente partecipazione dei portatori alla luce del principio del giusto procedimento.
        
        Elaborazione di fatti ed interessi:
        Nella quale rientra la richiesta di pareri
        
        All'Istruttoria si applicano due principi fondamentali:
        
        Principio Inquisitorio: la PA dispone del più ampio potere di iniziativa per il compimento di atti istruttori
        
        Principio della libera valutazione delle prove da parte della PA.
        
        Inoltre, si ricorda che per il principio di non aggravamento del procedimento, la PA non può farlo se non per straordinarie e motivate esigenze durante l'istruttoria, pertanto, benchè il provvedimento debba essere adottato in tempi celeri, deve essere comunque la risultante di un'istruttoria adeguata.
        
        Fase Decisoria
        è la fase deliberativa del procedimento, in cui:
        
        si determina il contenuto dell'atto da adottare (sottofase cd. predeterminativa del contenuto).
        
        si provvede alla formazione ed emanazione dello stesso (sottofase cd. decisoria in senso stretto).
        
        Se si tratta di un atto discrezionale, la PA provvede ad effettuare la comparazione tra gli interessi acquisiti e coinvolti nell'azione amministrativa.
        
        Se si tratta di un atto vincolato, la PA dovrà limitarsi a verificare unicamente la sussistenza dei presupposti per l'adozione del provvedimento.
        
        A questa fase appartengono gli atti che direttamente o indirettamente determinano il contenuto dell'atto finale.
        
        Determinano direttamente il contenuto i seguenti atti:
        
        Accordi Preliminari: necessari quando l'atto deve essere emanato di concerto tra diverse autorità (es. conferenza dei servizi)
        
        Deliberazioni Preparatorie: che sono vincolanti quanto al contenuto della deliberazione
        
        Determinano invece, in via indiretta, il contenuto i seguenti atti:
        
        Designazioni: l'indicazione cioè di uno o più nominativi all'autorità che deve procedere ad una nomina.
        
        Autorizzazioni in funzione di controllo: con cui la PA, nell'esercizio della sua attività discrezionale in funzione preventiva provvede alal rimozione del limite legale che si frappone al compimento dell'atto ed esprime anche il proprio parere circa l'atto che le è stato presentato.
        
        Proposte e Pareri Vincolanti.
        
        Sulla scorta di tali atti si procede alla delibera del contenuto e del tipo di provvedimento. Al termine della fase costitutiva, l'atto è perfetto ma non ancora efficace.
        
        Fase Integrativa dell'Efficacia
        è il momento solo eventuale, ricorrente nell'ipotesi in cui sia la stessa legge a non ritenere sufficiente la perfezione dell'atto per la produzione di effetti giuridici, richiedendo, a tal fine, il compimento di ulteriori e successivi atti o operazioni, come controlli, comunicazioni, pubblicazioni ecc.
        
        Tempistica Procedimentale e Profili di Responsabilità
        
        Il Responsabile del Procedimento
        
        La Partecipazione al Procedimento
        
        La Semplificazione dell'Azione Amministrativa
        
        La Segnalazione Certificata di Inizio Attività, SCIA (Art 19)
        
        2 more items...
        
        Capo IV (Art 14-21) contiene una serie di disposizioni dirette a snellire l'azione amministrativa.
        
        La Conferenza dei Servizi (Art 14)
        
        Gli Accordi (Art 15)
        
        Il Silenzio Devolutivo (Art 17)
        
        Il Sistema delle Autocertificazioni (Art 18)
        
        Presentazione di istanze, segnalazioni, comunicazioni. (Art 18bis)
        
        Il Silenzio-assenso. (Art 20)
        
        Gli effetti del Silenzio e dell'Inerzia nei rapporti tra PA. (Art 17bis)
        
        7 more items...
        
        Capo III, Art 7-13, garantisce il diritto alla partecipazione al processo amministrativo, tramite i seguenti strumenti.
        
        Obbligo di comunicare l'avvio del procedimento (Art 7-8)
        
        Diritto di intervenire nel procedimento (Art 9)
        
        Diritto di prendere visione degli atti del procedimento e di presentare memorie scritte e documenti. (Art 10)
        
        Preavviso di Rigetto. (Art 10bis)
        
        Stipulazione di accordi integrativi e sostitutivi (Art 11)
        
        Predeterminazione dei criteri per l'attribuzione dei vantaggi economici. (Art 12)
        
        1. Obbligo di Comunicare l'avvio del procedimento
        Ove non sussistano ragionidi impedimenti derivanti da particolari esigenze di celerità del procedimento, la PA ha l'obbligo di comunicarne l'avvio. Ove non sia possibile la comunicazione personale, si fa con forma di pubblicità idonee.
        I Soggetti ai quali deve essere comunicato sono:
        
        destinatari diretti del provvedimento finale
        
        i soggetti che per legge devono intervenire nel procedimento (es. PA che emette parere)
        
        i terzi che possono ricevere un pregiudizio dal provvedimento finale (se individuati o facilmente individuabili)
        
        1 more item...
        
        Art 13 specifica che le norme di partecipazione non si applicano a procedimenti diretti all'emanazione di atti normativi amministrativi generali, pianificazioni, programmazione, procedimenti tributari.
        
        1 more item...
        
        2. Diritto di invervento nel procedimento
        Qualunque soggetto, portatore d'interessi pubblici o privati, nonché portatore di interessi diffusi, cui possa derivare un pregiudizio dall provvedimento, possono intervenire nel procedimento
        
        3. Diritto di prendere visione degli atti del procedimento e di prestare memorie scritte e documenti
        I destinatari della comunicazione (art 7) e i soggetti intervenuti (art 9) hanno diritto di prendere visione degli atti (a meno che non si tratti di documenti esclusi dal diritto di accesso ex art 24) e di presentare memorie scritte e documenti che l'amministrazione ha l'obbligo di valutare ove siano pertinenti.
        
        4. Preavviso di Rigetto
        Nell'ottica di ridurre il contenzioso tra cittadini e PA, l'art 10bis prevede che nei procedimenti ad istanza di parte, il responsabile del procedimento o l'autorità competente, prima della formale adozione del provvedimento, deve comunicare tempestivamente agli interessati i motivi ostativi all'accoglimento della domanda.
        Gli interessati hanno diritto di presentare, entro 10 giorni, per iscritto, le loro osservazioni e documenti.
        
        1 more item...
        
        5. Stipulazione di accordi integrativi e sostitutivi.
        Nella ricerca di un'azione amministrativa condivisa tra PA e privato, il legislatore ha previsto due forme di accordi:
        
        Accordi integrativi
        
        Accorti sostitutivi
        
        6. Predeterminazione dei criteri per l'attribuzione dei vantaggi economici.
        Nell'art 12 si colloca anche la disciplina della concessione di incentivi a privati da parte della PA.
        "la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ed ausili finanziari e l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati sono subordinate alla predeterminazione da parte delle amministrazioni procedenti, nella forma previste dai rispettivi ordinamenti, dei criteri e modalità cui le amministrazioni stesse devono attenersi."
        
        1 more item...
        
        Capo II, Art 4-6bis, prevedono nell'ambito dell'unità organizzativa competente:
        
        l'individuazione di un Responsabile del Procedimento (leading authority)
        
        la comunicazione agli interessati dell'unità organizzativa e del nominativo del responsabile
        
        la precisazione dei suoi compiti.
        
        Compiti (Art 6)
        
        valutare ai fini istruttori le condizioni di ammissibilità, i requisiti di legittimazione e i presupposti rilevanti per l'emanazione del provvedimento
        
        compiere tutti gli atti di istruttoria necessari quali accertamenti tecnici, ispezioni, richiesta di documenti, rettifiche, dichiarazioni ecc.
        
        proporre l'indizione o, avendone competenza, indire le conferenze dei servizi.
        
        curare le comunicazioni, pubblicazioni e notificazioni previste dalle leggi e regolamenti.
        
        adottare, se ne ha competenza, il provvedimento finale, oppure traspettere gli atti all'organo competente per l'adozione.
        
        L'organo competente per l'adozione del provvedimento finale (se diverso dal responsabile stesso) non può discorstarsi dalle risultanze dell'istruttoria condotta dal responsabile, se non indicandone motivazione.
        Ruolo autonomo del responsabile nella gestione dell'iter, è ribadito dall'art 16 cosi come modificato da 69/2018 (se chiede un parere e non lo riceve entro 20 giorni può proseguire l'iter senza che possa essere chiamato a rispondere da eventuali danni. (non vale in caso di materia ambientale, culturale, archeologica...)
        
        1 more item...
        
        Si può definire come colui che, in rappresentanza dell'amministrazione, interagisce con il privato al fine di addivenire, laddove possibile, ad un provvedimento "condiviso".
        
        Art 2,1 della 241/1990 impone alle PA di concludere il procedimento amministrativo con l'adozione di un provvedimento espresso.
        Il legislatore ha disposto una precisa tempistica per la conclusione del procedimento.
        
        Termini per la conclusione (Art 2)
        
        30 Giorni: Termine Generale (c2)
        
        <90 Giorni per le Amministrazioni Statali (c3)
        
        <180 Giorni in presenza di particolari presupposti, per le amministrazioni statali e degli enti pubblici nazionali, il termine di 90 giorni può essere ampliato fino ad un massimo di 180, mediante DPCM (no cittadinanza e immigrazione)
        
        Salvo quanto stabilito da specifiche disposizioni normative, le "autorità di garanzia e vigilanza disciplinano i termini di conclusione dei procedimenti di rispettiva competenza"
        
        I termini prefissati decorrono dall'inizio del procedimento (se d'ufficio) oppure dal ricevimento della domanda (se di parte). (Art 2.6)
        
        Relativamente alle tempistiche, la 76/2020 e la 120/2020 hanno introdotto l'obbligo per la PA di misurare e rendere pubblici i tempo effettivi di conclusione dei procedimenti amministrativi di maggiore impatto per i cittadini e imprese.
        I termini di conclusione una volta stabiliti possono essere Sospesi, per una sola volta e per un periodo non superiore a 30 giorni, per l'acquisizione di informazioni o certificazioni. Sono escluse materie relative a beni culturali, ambiente ecc.
        In ottica di accelerazione, all'Art 2,1 della 241/1990 è stabilito che le PA se ravvisano la manifesta irricevibilità, inammissibilità, improcedibilità, infondatezza della domanda, concludono il procedimento con un provvedimento espresso redatto in forma semplificata, la cui motivazione può consistere in un sintetico riferimento.
        
        Potere Sostitutivo in caso di Inerzia
        Art 2, stabilisce che la tutela in materia di silenzio dell'amministrazione è disciplinata dal Codice del processo amministrativo (104/2010) e si precisa che la mancata o tardiva emanazione del provvedimento costituisce elemento di valutazione della performance individuale, do responsabilità disciplinare ed amministrativo contabile del dirigente e del funzionario inadempiente. (Art 2,9)
        Art 2,8bis prevede che per determinate tipologie di atti adottati dopo la scadenza dei temrini, sono inefficaci, salva la possibilità per la PA di adottare provvedimenti di annullamento d'ufficio ai sensi dell' art 21nonies.
        Per scongiurare l'ipotesi di inefficienza nell'attività amministrativa, l'Art 2,9bis prevede che l'organo di governo individui un soggetto nell'ambito delle figure apicali della PA oppure una unità organizzativa a cui attribuire il potere sostitutivo in caso di inerzia. (in mancanza di designazione, si attribuisce al dirigente generale, o al dirigente preposto all'ufficio, o al funzionario più elevato.
        Decorso inutilmente il termine di conclusione del procedimento , il responsabile o l'unità organizzativa, d'ufficio o su richiesta dell'interessato , esercita il potere sostitutivo e, entro un termine pari alla metà di quello originariamente previsto, conclude il procedimento.
        
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- - - - Il Sistema delle Dichiarazioni Sostitutive
        
        L'Autenticazione delle Sottoscrizioni
        
        L'Accertamento d'Ufficio
        
        La Semplificazione delle Istanze, le Copie di Documenti e la Redazione di Atti Pubblici nel D.P.R. 445/2000
        
        Controlli sulla Veridicità delle Autocertificazioni e delle Dichiarazioni Sostitutive
        
        Le tipologie di controllo
        Ai sensi dell'Art 71, le amministrazioni prodecenti sono tenute ad effettuare idonei controlli anche a campione in misura proporzionale al rischio e all'entità del beneficio, e in casi di ragionevole dubbio, sulla veridicità delle autocertificazioni, anche successivamente all'erogazione dei benefici.
        Generalmente i controlli seguono due modalità (Art 71 comma 2):
        
        Attraverso la consultazione diretta degli archivi della PA certificante, per la quale è necessario però che vi sia un'interconnessione tra le varie amministrazioni.
        
        attraverso la richiesta alla PA certificante di una conferma scritta, comunicabile anche con strumenti telematici della corrispondenza di quanto dichiarato.
        
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        7.1 Istanze e dichiarazioni da presentare alla PA
        La semplificazione della documentazione amministrativa non passa solo per la decertificazione e per gli istituti delle dichiarazioni sostitutive e accertamenti di ufficio.
        Essa infatti ha investito anche il sistema delle istanze e delle dichiarazioni.
        Il DPR 445/2000 precisa che per istanza non si intede esclusivamente la domanda rivolta dall'interessato alla PA per ottenere l'emanazione di un provvedimento, ma di qualsiasi atto che dia inizio ad un procedimento ad iniziativa di parte, anche se non configurabile in senso stretto come domanda rivolta alla pubblica amministrazione.
        
        Il Capo III del TU apre con la sezione dedicata alle istanze e alle dichiarazioni
        Art 38 afferma che:
        
        Tutte le istanze e le dichiarazioni da presentare alla PA o ai gestori o esercenti di pubblici servizi, possono essere inviate anche per fax e via telematica. (comma 1)
        
        Se inviate per via telematica sono valide se effettuate secondo quanto previsto del Codice amministrazione digitale (comma 2)
        
        le istane e le dichiarazioni (...) sono sottoscritte dall'interessato in presenza del dipendente addetto ovvero sottoscritte e presentate unitamente a copia fotostatica non autenticata di un documento di identità del sottoscrittore. (comma 3)
        
        7.2 Presentazione di copie autentiche
        Al fine di ridurre gli oneri correlati alla presentazione dei documenti in originale, il 445/2000 ammette possibilità di copie autentiche e ne semplifica la modalità di redazione.
        Art 18 prevede infatti:
        
        l'autentica di copia possa essere ottenuta con qualsiasi procedimento che dia garanzia della riproduzione fedele e duratura dell'atto o documento e che la copia così formata possa essere validamente prodotta in luogo dell'originale. (comma 1)
        
        l'autentica di copia consiste nell'attestazione di conformità con l'originale scritta alla fine della copia, a cura del pubblico ufficiale autorizzato. La condizione primaria da osservare è che questa venga prodotta dietro esibizione dell'originale, non potendosi estrarre la copia autentica di un documento da un'altra copia di esso. (comma 2)
        
        Competenti ad autenticare le copie di documenti sono: il pubblico ufficiale dal quale è stato emesso o presso il quale è depositato l'originale o al quale deve essere prodotto il documento, nonché il notaio, il cancelliere, il segretario comunale o altro funzionario incaricato dal Sindaco.
        Possono poi autenticare copie di documenti, con effetti limitati ai procedimenti di loro competenza, il responsabile del procedimento o qualsiasi altro dipendente competente a ricevere la documentazione, su esibizione dell'originale e senza obbligo di deposito dello stesso presso la PA procedente.
        Ciò che consente di NON presentare la copia autentica del documento è la procedura introdotta dall'art 19, il qualep revede che con una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà dell'interessato, possa essere attestata anche la conformità con l'originale della copia di:
        
        atto o di un documento conservato o rilasciato da una PA; della copia di una pubblicazione, della copia di titoli di studio o di servizio e della copia dei documenti fiscali.
        La copia autentica di questi documenti può dunque essere sostituita con la copia semplice delle stesse pubblicazioni, accompagnata dalla dichiarazione dell'interessato relaativa alla conoscenza del fatto che la copia corrisponde all'originale.
        
        7.3 Redazione degli Atti Pubblici.
        Il TU dedica spazio anche alla modalità di redazione di atti e documenti pubblici. in particolare
        
        (Art 7 comma 1) tutti gli atti pubblici e le certificazioni sono redatti con qualunque mezzo idoneo atto a garantirne la conservazione nel tempo.
        
        (Art 7comma 2) regolamenta le correzioni redazionali degli atti pubblici, prevedendo che il testo degli stessi non debba contenere lacune, aggiunte, abbreviazioni, correzioni, alterazioni o abrasioni. Sono tuttavia ammesse abbreviazioni, acronimi ed espressiani in lingua straniera, di uso comune.
        
        7.4 Legalizzazione delle Firme
        Gli Artt 30-33 sono invece dedicati alla legalizzazione di sottoscrizioni. Si tratta di un istituto finalizzato ad attestare la qualità legale del pubblico funzionario che ha apposto la firma degli atti e/o certificati. Inoltra ha la funzione di attestare l'autenticità della firma stessa come appartenente a quel funzionario o a quel pubblico ufficiale, in quanto apposta in presenza del funzionario legalizzante.
        Con la legalizzazione della firma si propone dunque di attribuire maggiore solennità all'atto pubblico
        Gli atti soggetti a legalizzazione sono:
        
        le firme dei capi delle scuole parificate o legalmente riconosciute sui diplomi originali o sui certificati di studioda prodursi ad uffici pubblici fuori della provincia in cui ha sede la scuola (Art 32)
        
        gli atti da e per l'estero (Art 33)
        
        Non sono invece soggette a legalizzazione le firme apposte da pubblici funzionari o pubblici ufficiali su atti, certificati, copie ed estratti dai medesimi rilasciati. Il funzionario o pubblico ufficiale deve indicare la data e il luogo del rilascio, nome e cognome, qualifica rivestita, nonchè apporre la propria firma per esteso ed il timbro dell'ufficio (Art 31)
        Si tratta di un istituto destinato a scomparire a vantaggio della firma elettronica.
        
        7.5 Autenticazione di Sottoscrizione, Legalizzazione di Firma, e Legalizzazione di Fotografia
        
        Legalizzazione di Sottoscrizione (Art 1,1 lett i): l'attestazione, da parte di un pubblico ufficiale, che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza previo accertamento dell'identità della persona che sottoscrive
        
        Legalizzazione di Firma (Art 1,1 lett l): attestazione ufficiale della legale qualità di chi ha apposto la propria firma sopra atti, certificati, copie ed estratti, nonché l'autenticità della firma stessa.
        
        Legalizzazione di Fotografie (Art 34): l'attestazione, da parte di una pubblica amministrazione competente, che l'immagine fotografica corrisponde alla persona dell'interessato.
        
        La finalità di quest'ultima è diversa dalla legalizzazione di firma in quanto, mentre quest'ultima implica l'autentica di firma, la legalizzazione di fotografia serve solo ad attestare il collegamento tra immagine riprodotta nella foto e persona cui si riferiscono le generalità riportate.
        
        Rappresenta uno degli strumenti di semplificazione della documentazione amministrativa di più ampia diffusione, mediante il quale l'amministrazione procedente provvede direttamente ad acquisire le certezze giuridiche di necessità presso l'amministrazione certificante (Art 43)
        
        Art 1 (definizioni)
        
        Amministrazioni procedenti: "le amministrazioni e, nei rapporti con l'utenza, i gestori di pubblici servizi che ricevono le dichiarazioni sostitutive o provvedono all'accertamento d'ufficio.
        
        Amministrazioni certificanti: "i gestori di pubblici servizi che detengono nei propri archivi le informazioni e i dati contenuti nelle dichiarazioni sostitutive o richiesti direttamente dalle amministrazioni prodecenti.
        
        L'accertamento d'ufficio nell'Art 18 della 241/1990
        Il comma 2 dell'art 18 della 241/1990 prvede che l'amministrazione acquisisca d'ufficio la documentazione attestanti atti, fatti, qualità e stati soggettivi, necessaria per l'istruttoria del procedimento, sia quando tale documentazione sia in possesso della stessa PA procedente, sia quando essa venga detenuta da altre PA, restando all'interessato il solo onere di fornire gli elementi necessari per la relativa ricerca.
        
        L'accertamento d'ufficio nel TU documentazione (Art 43 del 445/2000)
        "le amministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi sono tenuti ad acquisire d'ufficio le informazionio oggetto delle dichiarazioni sostitutive (di certificazione e di atto di notorietà), nonché tutti i dati e i documenti che siano in possesso delle PA, ovvero ad accettare la dichiarazione sostitutiva prodotta dall'interessato."
        Per attivare il suddetto accertamento, l'interessato deve solo dare indicazione alla PA "degli elementi indispensabili per il reperimento delle informazioni e dei dati richiesti(...)"
        Il TU non si limita a confermare il ruolo dell'accertamento d'ufficio come strumento di semplificazione, ma si preoccupa anche di superare gli ostacoli che si sono frapposti al pieno utilizzo dello strumento:
        
        è prevista la consultazione diretta da parte della PA o di gestore di pubblico servizio, degli Archivi della PA certificante.
        
        è stabilito che l'acquisizione d'ufficio da parte della PA procedente, è operata esclusivamente per via telematica.
        
        é un atto atto amministrativo redatto in calce alla dichiarazione sostitutiva, con cui il pubblico ufficiale attesta che la sottoscrizione appartiene effettivamente al dichiarante.
        Ai sensi dell'Art 21 l'autenticità della sottoscrizione di qualsiasi dichiarazione sostitutiva o atto di notorietà da produrre agli organi della PA, nonchè ai gestori di servizi pubblici, è garantita con le modalità all'Art 38 secondo cui le istanze o le dichiarazioni inviate telematicamente sono valide se:
        
        effettuate secondo quanto previsto dal Codice dell'Amministrazione Digitale (38 comma 2)
        
        sottoscritte e presentate unitamente a copia fotostatica non autenticata di un documenti di identità. (38 comma 3)
        
        Art 21 comma 2
        "Se l’istanza o la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà è presentata a soggetti diversi da quelli indicati al comma 1 o a questi ultimi al fine della riscossione da parte di terzi di benefici economici, l’autenticazione è redatta da un notaio, cancelliere, segretario comunale, dal dipendente addetto a ricevere la documentazione o altro dipendente incaricato dal Sindaco; in tale ultimo caso, l’autenticazione è redatta di seguito alla sottoscrizione e il pubblico ufficiale, che autentica, attesta che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza, previo accertamento dell’identità del dichiarante, indicando le modalità di identificazione, la data ed il luogo di autenticazione, il proprio nome, cognome e la qualifica rivestita, nonché apponendo la propria firma e il timbro dell’ufficio."
        
        L'autenticazione opera quindi su due versanti:
        
        uno sostanziale, attinente al corretto accertamento della identità della persona che firma da parte del pubblico ufficiale.
        
        uno formale, concernente cioè l'indicazione delle modalità di identificazione, la data e il luogo dell'autenticazione e le generalità del pubblico ufficiale medesimo.
        
        Tra tutti gli strumenti di semplificazione della documentazione amministrativa, quelle di maggior diffusione sono le Dichiarazioni Sostitutive, generalmente conosciute come Autocertificazioni.
        Esse permettono al cittadino di sostituire un atto amministrativo di certezza con una propria dichiarazione. In tale categoria rientrano le:
        
        dichiarazioni sostitutive di certificazioni.
        
        dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà.
        
        Sono idonee a costituire certificazione, ponendosi come alternativa all'esibizione documentale.
        Si differenziano dai certificati della PA perchè non provengono da uffici pubblici ma da privati e perche sono dirette ad impegnare un singolo rapporto tra cittadino e PA, nel quale generalmente si consumano.
        Le autocertificazioni hanno la stessa validità temporale degli atti che sostituiscono (art 18) e ne assumono lo stesso effetto giuridico.
        
        Elencazione dei dati autocertificabili contenuta all'Art 46 445/2000
        
        Dichiarazioni sostitutive di certificazioni (Art 46)
        si contraddistinguono per il fatto che con il loro utilizzo, l'interessato può sostituire a tutti gli effetti ed a titolo definitivo, certificazioni amministrative relative a fatti, stati e qualità risultanti da registri custoditi dalla PA.
        Deve necessariamente essere sottoscritta dall'interessato, ma non è richiesta l'autenticazione della firma.
        
        Dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà (Art 47)
        si differenziano dalle dichiarazioni sostitutive di certificazioni, in quanto qui l'interessato non sostituisce una certificazione, ma un atto di notorietà
        (L'atto di notorietà, o atto notorio, è quell'atto pubblico con cui viene resa una dichiarazione, in presenza di più testimoni o di altri deponenti, con riferimento ad uno o più fatti giuridici notoriamente conosciuti a tali persone)
        si tratta di un atto avente valore di prova legale circa la dichiarazione e su quanto fatto o dichiarato davanti al funzionario pubblico o al privato esercente funzione pubblica che la riceve.
        Attraverso di esse l'interessato può comprovare tutti quei fatti, stati e qualità personali di cui abbia diretta conoscenza, che non risultano compresi tra quelli per cui è possibile il ricorso alla dichiarazione sostitutiva.
        
        Limiti:
        
        deve trattarsi di una dichiarazione di conoscenza relativa ad un fatto accaduto o comunque esistente
        
        la conoscenza del fatto deve essere diretta e personale del dichiarante, anche se non relativa alla sua persona
        
        non può essere relativa ad una dichiarazione di giudizio
        
        non può essere relativa ad una dichiarazione di impegno o volontà di carattere negoziale intercorrenti tra privati o inerenti a rapporti privatistici.
        
        La relativa dichiarazione deve essere resa e sottoscritta dall'interessato ai sensi dell'art 38, ossia in presenza del dipendente addetto oppure rappresentata da copia fotostatica non autenticata di un documento di identità del sottoscrittore.
        
        Le modalità di redazione e presentazione delle dichiarazioni sostitutive. (Art 46-47)
        
        Per le DS di certificazioni, è sufficiente la semplice sottoscrizione dell'interessato (Art 46).
        
        Per le DS di atto di notorietà possono essere corredate di sottoscrizione non autenticata, a condizione che la dichiarazione venga sottoscritta in presenza del dipendente addetto o venga trasmessa unitamente alla fotocopia di un documento di identità (Art 21, 38, 47).
        
        Fondamentale è quindi la sottoscrizione dell'interessato
        
        Essa può essere apposta in modo autografo se si una fax o modulo cartaceo.
        
        Se inviata tramite strumenti informatici, l'Art 38,2 fa rinvio all'Art65 della 82/2005, la sottoscrizione può avvenire mediante apposizione di firma digitale, attraverso l'identificazione del sottoscrittore con il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) o carta d'identità elettronica o carta nazionale dei servizi.
      - Il Certificato
        Il complesso di norme che disciplina la documentazione amministrativa ha come scopo ultimo quello di dare certezza ai membri dell'ordinamento circa stati, qualità personali e fatti.
        Gli atti di certezza pubblici nascono per garantire i rapporti intersoggettivi riducendo l'incertezza.
        Certificato Art 1.1f: Documento rilasciato da una amministrazione pubblica avente funzione di ricognizione, riproduzione e partecipazione a terzi di stati, qualità personali e fatti contenuti in albi, elenchi o registri pubblici o comunque accertati da soggetti titolari di funzioni pubbliche.
        si evince che il certificato non è altro che uno strumento di comunicazione, che fa circolare all'interno dell'ordinamento informazioni certe.
        Non sono dichiarazioni di volontà, in quanto non introducono nulla di nuovo. Sono invece dichiarazioni di scienza, che si limitano a rendere nota una realtà.
        Ora hanno un ruolo puramente marginale.
        
        L'Attività di Certazione
        Le informazioni esternate mediante certificato (o autocertificazione) si distinguono da tutte le altre in quanto dotate di quella particolare qualità giuridica che è la certezza legale. Di conseguenza, a monte delle certificazioni deve sempre esservi un'attività diretta a creare qualificazioni giuridiche di persone e di cose.
        è quindi il procedimento certificatorio che crea la certezza poi esternata dal certificato
        Possono essere:
        
        proprie: quelle produttive di certezze legali.
        
        improprie: quelle che non esternano fatti già rappresentati in registri, albi o elenchi, ma costituiscono semplicemente dichiarazioni di scienza provenienti da soggetti pubblici, contenenti "attestazione del giudizio conclusivo a cui è pervenuto il certificante nell'esame di una determinata situazione, giudizio che ammette in ogni caso la prova contraria."
        
        Forma del Certificato
        Il Certificato per poter svolgere la sua funzione deve necessariamente esternarsi attraverso segni durevoli e tangibili. Viene infatti esclusa la possibilità di certificazioni in forma orale, tuttavia non devono essere per forza in documento scritto ma possono consistere anche nell'apposizione di marcazioni (bolli, sigilli e simili).
        Le qualità essenziali degli strumenti di certezza sono:
        
        la Percepibilità: in quanto non ci potrà essere partecipazione a terzi se le dichiarazioni di certezza non si materializzano in supporti (documenti).
        
        la Stabilità: essendo un'esigenza insita nel concetto stesso di certezza la permanenza di tale qualità nel tempo e nello spazio.
        
        Quindi tra il Certificato ed il Documento, sussite un rapporto di dipendenza reciproca, di conseguenza il documento in quanto tale non può produrre alcun effetto di certezza, in quanto le certezze partecipate dal documento non sono da esso create ma sono solo da esso esternate. Non si produce effetto di certezza se i dati acquisiti con l'attività di certazione non si materializzano in documenti.
        
        Validità del Certificato
        Per la validità dei certificati rilasciati dalle PA, si distingue, in relazione all'oggetto della certificazione, tra:
        
        Certificati attestanti stati, qualità personali, fatti non soggetti a modificazioni hanno validità illimitata
        
        Le restanti certificazioni hanno validità di 6 mesi
        
        Dal Certificato alla "Decertificazione" dei rapporti tra PA e cittadini
        Fino agli anni 80 l'unico modo per fari circolare informazioni certe da un ufficio ad un altro consisteva nel servirsi di documenti specificamente creati per questo scopo (certificati).
        Era tutto molto macchinoso e lento e le successive riforme si sono preoccupate dello snellimento contenutistico dei certificati, fino ad arrivare all'attuale "decertificazione"
        Questa comporta che nessuna amministrazione può richiedere atti o certificati contenenti informazioni già in possesso della PA, che costituirebbe anzi, violazione dei doveri d'ufficio.
    - - Obiettivi
        
        Trovare un punto di equilibrio tra il valore della certezza ed il principio di semplicità dell'azione amministrativa.
        
        semplificare le disposizioni in materia di documentazione amministrativa
        
        facilitare gli adempimenti burocratici inerenti l'utilizzazione della documentazione amministrativa medesima.
      - Capo I: definizioni e ambito di applicazione
        
        Capo II: documentazione amministrativa
        
        documenti amministrativi, atti pubblici, documenti informatici, legalizzazione firme e fotografie.
        
        Capo III: semplificazione della documentazione amministrativa
        
        istante e dichiarazioni da presentare alle amministrazioni, certificati, acquisizione diretta di documenti, dichiarazioni sostitutive.
        
        Capo IV: sistema di gestione informatica dei documenti
        
        gestione informatica, accesso ai documenti, tenuta e conservazione degli stessi, flussi documentali e archivio.
        
        Capo V: controlli
        
        Capo VI: sanzioni
        
        Capo VII: disposizioni finali
- - - - Il Documento Informatico e il Sistema delle Firme Elettroniche.
        
        Il Protocollo e l'Attività di Protocollazione.
        
        Il Protocollo Informatico
        
        Il Fascicolo Informatico
        
        La Gestione Informatica dei Documenti e il Manuale di Gestione.
        
        La Conservazione dei Documenti e gli Archivi.
        
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        Il Sistema di Gestione Informatica dei Documenti ha come scopo generale (Art 52 445/2000):
        
        garantire la sicurezza e l'integrità del sistema
        
        garantire la corretta e puntuale registrazione di protocollo dei documenti in entrata e in uscita
        
        fornire informazioni sul collegamento esistente tra ciascun documento ricevuto dall'amministrazione e i documenti dalla stessa formati nell'adozione dei provvedimenti finali.
        
        consentire il reperimento delle informazioni riguardanti i documenti registrati.
        
        garantire la corretta organizzazione dei documenti nell'ambito del sistema di classificazione d'archivio adottato.
        
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        Il Fascicolo Informatico, nell iter del procedimento digitale, ha la finalità di raccogliere gli atti, i documenti e i dati del procedimento medesimo da chiunque formati.
        Art 41 CAD, prevede che il fascicolo informatico deve essere realizzato garantendo la possibilità di essere direttamente consultato ed alimentato da tutte le PA coinvolte nel procedimento e dagli interessati, ma allo stesso tempo deve garantire aree a cui hanno accesso solo la PA titolare e gli altri soggetti da essa individuati.
        Deve inoltre essere formato in modo da garantire la corretta collocazione, favile reperibilità e collegabilità dei singoli documenti. Il fascicolo deve essere costituito in maniera tale da garantire in via telematica l'esercizio dei diritti previsti da 241/1990 e 33/2013 (accesso civico)
        
        Il Fascicolo Informatico contiene l'indicazione:
        
        della PA titolare del procedimento, che cura la costituzione e gestione del fasciolo medesimo.
        
        delle altre PA partecipanti
        
        del responsabile del procedimento
        
        dell'elenco dei documenti contentuti eccetto quelli per i quali l'accesso viene limitato dalla PA titolare.
        
        Dell'identificativo del fasciolo medesimo.
        
        Il Protocollo Informatico ha la finalità di migliorare l'efficienza interna degli uffici attraverso l'eliminazione dei registri cartacei e la razionalizzazione dei flussi documentali.
        Ciascuna PA deve istituire un servizio per la tenuta del protocollo informatico, della gestione dei flussi documentali e degli archivi in ciascuna delle grtandei aree organizzative omogenee.
        
        Il servizio posto alle dirette deipendenza della stessa area organizzativa omogena (AOO) (per AOO, si intende la struttura amministrativa individuata da settori che per tipologia di mandato istituzionale, mandato, obiettivi, presentano esigenze di gestione documentale unitaria e coordinata.
        
        Al servizio è preposto il Responsabile della Gestione Documentale, una figura che tutte le PA devono prevedere, i cui compiti sono individuati nelle menzionate linee guida adottate dall'AgID (in particolare par 3.4)
        
        Dal punto di vista operativo, le regole tecniche della guida AgID 2022 precisano che il sistema di protocollo informatico deve garantire:
        
        L'univoca identificazione ed autenticazione degli utenti
        
        la garanzia di accesso alle risorse esclusivamente agli utenti abilitati e/o gruppi di utenti secondo definizione di appositi profili,
        
        il tracciamento permanente di qualsiasi evento di modifica delle info trattate e individuazione dell'autore.
        
        Ogni PA, perseguendo gli obiettivi previsti dal proprio mandato, riceve e produce un enorme quantità di documenti.
        Nel contesto delle leggi che regolano il procedimento amministrativo informatico (445/2000, CAD 82/2015 e Linee Guida AgID), l'attività di protocollazione è quella procedura che certifica provenienza e data di acquisizione del documento.
        di conseguenza è possibile definire il protocollo come il punto nevralgico di tutti i flussi di lavoro tra le PA.
        La Registrazione di Protocollo (art 53 445/2000) deve essere effettuata per ogni documento ricevuto o spedito dalle PA mediante la memorizzazione in un archivio informatico delle seguenti informazioni:
        
        N° di Protocollo del documento, generato automaticamente dal sistema e registrato in forma non modificabile.
        
        data di registrazione del protocollo
        
        mittente per i documenti ricevuti, destinatario per quelli inviati.
        
        oggetto del documento
        
        data e protocollo del documento, se disponibili
        
        l'impronta del documento informatico, se trasmesso per via telematica, costituita dalal sequenza di simboli binari in grado di identificarne univocamente il contenuto.
        
        Contemporaneamente alla Registrazione, deve essere compiuta anche l'operazione di Segnatura del Protocollo, vale a dire l'opposizione o l'associazione, all'origine del documento, in forma permanente e non modificabile delle info riguardanti il documento stesso, (Art 55 445/2000)
        
        Il Documento Informatico
        
        Documento Digitale: La rappresentazione informatica di atti, fatti o dati giuridicamente rilevanti (Art 1 comma 1 lett p)
        (Si tenga presente che la normativa in tema di documenti digitali era contenuta agli artt 8 e seguenti del 445/2000. Oggi invece la relativa disciplina è collocata nel CAD 82/2005, che ha abrogato questi ultimi), nonchè nel Regolamento Europeo 910/2014 eIDAS (electronic identification authentication and signature). quest'ultimo si prefigge di predisporre una base normative comune a livello comunitario.
        Documento Analogico: La rappresentazione non informatica di fatti, atti e dati giuridicamente rilevanti (art 1 comma 1 lett p-bis)
        
        Il Documento Informatico e le Firme Elettroniche trovano la loro disciplina fondamentale, nel regolamento eIDAS, nel CUD (Artt 20 e seguenti) nonché nelle linee guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici, adottate da AgID con determina 407/2020 ed entrate in vigore il 1°gennaio 2022. (Linee Guida AgID)
        Tali linee guida contengono le regole tecniche che discip0linano le fasi principali in cui si articola il processo di gestione documentale: dalla formazione alla gestione e conservazione del documento informatico.
        
        Il Documento Informatico è formato mediante una delle seguenti modalità (par 2.1.1 linee guida AgID 2022):
        
        creazione tramite l'utilizzo di strumenti software o servizi cloud qualificati
        
        acquisizione per via telematica o su supporto informatico
        
        acquisizione della copia per immagine su supporto informatico di un documento analogico
        acquisizione della copia informatica di un documento analogico
        
        memorizzazione informatica delle info risultanti da transazioni o processi informatici o della rappresentazione telematica di dati attraverso moduli o formulari resi disponibili all'utente
        
        generazione o raggruppamento anche in via automatica di un insieme di dati o registrazioni, provenienti da una o più banche dati(...).
        
        Una volta formato il documento informatico deve essere identificato in modo univoco e persistente e deve essere immodificabile e integro.
        Tutti i documenti informatici devono essere classificati. la Classificazione ha il fine di organizare logicamente tutti i documenti prodotti o ricevuti da un ente. L'attività di classificazione si avvale del piano di classificazione che mappa tutte le funzioni dell'ente (par 3.2 linee guida AgID 2022)
        Il documento può essere copiato o duplicato per gli usi consentiti dalla legge (art 23ter 82/2005)
        
        Le Firme Elettroniche
        
        La firma, in via generale è la sottoscrizione del documento avente lo scopo di identificarne l'autore e di definire la paternità della dichiarazione. Per il Documento Informatico, l'originaria versione del CAD prevedeva 4 tipologie di firme:
        
        elettronica, elettronica avanzata, elettronica qualificata, digitale.
        
        Tra le numerose innovazioni apportate al testo del CAD, vi è stata quella dell'adeguamento all'eIDAS nel quale tra l'altro sono state definite le norme e procedure per l'interoparabilità a livello europeo delle firme elettroniche.
        Questo adeguamento ha soppresso tutte le definizioni tranne quella di firma digitale. (Art 1 comma 1bis del CAD rinvia a Art 3 eIDAS)
        
        La Disciplina delle Firme nel Regolamento eIDAS 910/2014
        
        Il Regolamento eIDAS al quale il CAD fa riferimento distingue le seguenti tipologie di firme (Art 3):
        
        Elettronica (FE): viene definita come l'insieme di dati in forma elettronioca, acclusi oppure connessi tramite associazione logica ad altri dati elettronici ed utilizzati dal firmatario per firmare.
        è la forma più debole di firma in quanto consiste in uno strumento destinato esclusivamente alla sottoscrizione e non anche alla identificazione o autenticazione del soggetto. (es. mail o bancomat)
        
        Firma Elettronica Avanzata (FEA): quella peculiare firma elettronica che soddisfi i requisiti enunciati nell'Art 26 eIDAS (connessa unicamente al firmatario, idonea a identificare il firmatario, creata mediante dati con elevato livello di sicurezza ed è collegata ai dati sottoscriti in modo da consentire l'identificazione di ogni successifica modifica di tali dati).
        
        Firma Elettronica Qualificata (FEQ): una firma elettronica avanzata creata da un dispositivo per la creazione di una firma elettronica qualificata e basata su un certificato qualificato per firme elettroniche. (es. tessera sanitaria o chiave aruba)
        
        La disciplina delle firme nel CAD
        
        All'art 1 definisce la firma digitale come quel particolare tipo di firma qualificata basata su un sistema di chiavi crittografiche, una pubblica e una privata correlate tra loro (...).
        Nella pratica, la chiave privata serve a firmare, quella pubblica a verificare.
        la Firma digitale conferisce al documento informatico cui viene apposta le caratteristiche di autenticità e integrità e non ripudio.
        
        Validità ed efficacia probatoria dei documenti informatici
        
        SUlla base del principio di non discriminazione del documento elettronico e delle firme elettroniche, il CAD stabilisce (Art 20 comma 1bis) che il documento informatico soddisfa il requisito della forma scritta ha efficacia prevista dall'articolo 2702 del Codice Civile ("la scrittura privata fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritta (...)) quando:
        
        vi è apposta una firma digitale, altro tipo di firma elettronica qualificata o una firma elettronica avanzata
        
        oppure quando è formato previa identificazione informatica del suo autore, attraverso un processo avente i requisiti fissati da AgID con modalità tali da garantire la sicurezza, integrità e immodificabilità del documento e, in maniera manifeesta e inequivoca, la sua riconducibilità all'autore.
      - Art 12 CAD: Le PA,
        "nell'organizzare autonomamente la propria attività, utilizzano le tecnologie dell'informazione e della comunicazione per la realizzazione degli obiettivi di efficienza, efficacia, economicità, imparzialità, trasparenza, semplificazione e partecipazione nel rispetto dei principi di uguaglianza e non discriminazione. nonché per l'effettivo riconoscimnento dei cittadini e delle imprese garantiti dal Codice medesimo."
        
        I rapporti tra Stato, Regioni e Autonomie Locali in tema di digitalizzazione (Art 14)
        
        Lo Stato disciplina il coordinamento informatico dei dati della PA statale, regionale e locale, dettando anche le regole tecniche necessarie per garantire la sicurezza e l'interoperabilità dei sistemi informatici e dei flussi informativi per la circolazione e lo scambio dei dati e per l'accesso ai servizi erogati in rete dalle amministrazioni medesime.
        
        Le Regioni promuovono sul territorio azioni tese a realizzare un processo di digitalizzazione dell'azione amministrativa coordinato e condiviso tra le autonomie locali.
        
        Tutti gli Enti Territoriali devono rendere digitale la loro azione amministrativa e implementare l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per garantire servii migliori ai cittadini e alle imprese.
        
        Art 14 bis CAD
        A livello nazionale il ruolo prominente spetta alla Agenzia Italia Digitale (AgID), essa promuove l'innovazione digitale nel Paese ed è preposta alla realizzazione degli obiettivi dell'Agenda Digitale Italiana, in coerenza con gli indirizzi dettati dal PdC dei ministri (che approva il Piano Triennale per l'informatica) o dal Ministro delegato, e con l'Agenda Digitale Europea.
        
        Art 17
        Il CAD introduce due nuove figure innovative:
        
        Responsabile per la transizione digitale a capo di un unico ufficio dirigenziale generale avente il compito di riorganizzare gli uffici e farli transitare alla modalità operativa digitale
        
        Difensore Civico Digitale, unico a livello nazionale, istituito presso AgID, cui possono rivolgersi i cittadini per segnalare presunte violazioni del CAD da parte delle PA.
        
        Art 13bis
        Ha inserito il Codice di Condotta Tecnologica, che ha il compito di coordinare sul piano tecnico le varie iniziative di innovazione tacnologica poste in essere a volte in maniera disomogena e non uniforme nelle singole PA. Tale Codice di Condotta Tecnologica infatti disciplina le modalità di:
        
        progettazione
        
        sviluppo
        
        implementazione
        dei progetti, sistemi e servizi digitali.
    - - L'Identità Digitale è la rappresentazione informatica della corrispondenza tra l'utente i suoi attributi identificativi, verificata attravesro l'insieme dei dati raccolti e registrati in forma digitale (Art 1 comma 1 lett u-quater).
        Un esempio è lo SPID (Sistema Pubblico Identità Digitale) o la Carta d'Identità Elettronica (CIE), che hanno lo stesso valore di una Carta di Identità e sono diventate le sole credenziali per accedere ai servizi digitali della PA.
        Il Domicilio Digitale è invece un indirizzo elettronico eletto presso un servizio di Posta Elettronica Certificata (PEC), che consente di inviare messaggi aventi lo stesso valore di una raccomandata con avviso di ricevimento (Art 1 comma 1 lett n-ter)
        Tutti hanno la facoltà di eleggere il proprio domicilio digitale (art3bis comma 1bis), hanno l'obbligo di dotarsene invece, tutti i soggetti pubblici, i professionisti tenuti all'iscrizione ad albi ed elenchi e i soggetti tenuti all'iscrizione nel registro delle imprese. (Art 3bis comma 1)
- - - - La Tutela del Diritto di Accesso
        
        La Commissione per l'Accesso ai Documenti Amministrativi
        
        L'Accesso Civico (Art 5 e ss, 33/2013)
        
        Il Diritto di Accesso e di Informazione negli Enti Locali (Art 10 TUEL 267/2000)
        
        Il Diritto di Accesso dei Consiglieri Comunali e Provinciali.
        
        Gli Uffici per le Relazioni con il Pubblico (URP)
        
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        Per via generale, i consiglieri comunali e provinciali possono accedere a tutte le informazioni e quindi, non solo quelle trasfuse in documenti formati dalla PA di appartenenza, ma anche a semplici notizie e informazioni, utili all'esercizio delle loro funzioni (Art 43 267/2000)
        La Strumentalità di tale accesso allo svolgimento del loro mandato soddisfa lo scopo di consentire loro di valutare con piena cognizione di causa la corretta e l'efficacia dell'operato della PA, di esprimere un voto consapevole sulle questioni di competenza del consigli oe di promuovere idonee iniziative. (Sta cosa inserita dopo varie sentenze dei TAR)
        Nello specifico, i consiglieri comunali possono accedere a tutti gli atti la cui conoscenza si riveli utile per un miugliore espletamento del loro mandato elettorale.
        
        L'Art 10 del TUEL 267/2000 regola il Diritto di Accesso e di Informazione negli enti locali, considerando che le forme dell'accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi, ex art 6 dello stesso testo normativo , rientrano nel contenuto necessari degli statuti.
        I contenuti dell'Art 10 vanno letti in combinato disposto con le norme in generale in materia di accesso agli atti della 241/1990.
        Più specificamente l'Art 10 riconosce un generale diritto di informazione che si articola nel:
        
        principio di tendenziale pubblicità di tutti gli atti dell'amministrazione (comme 1)
        
        diritto di accesso agli atti amministrativi (comme 2).
        
        diritto di accedere alle informazioni detenute dall'amministrazione e di essere informati sullo stato degli atti e delle procedure ecc. (comma 2)
        
        diritto di accedere a strutture e servizi degli enti locali (comma 3).
        
        Il comma 1 dell'Art 10 sancisce il principio della generale pubblicità degli atti dell'amministrazione comunale e provinciale, ad eccezione di quelli riservati per espressa indicazione di legge o per dichiarazione (motiva e temporanea) del sindacoo del presidente della provincia, che ne vieti l'esibizione conformemente a quanto previsto dal regolamento. Ciò in quanto la diffusione di questi atti possa pregiudicare il diritto alla riservatezza delle persone, gruppi o imprese.
        
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        L'Accesso Civico è stato introdotto dal D.lgs 33/2013 quale espressione dei principi di pubblicità e trasparenza. Questo istituto è correlato all'obbligo per le PA di pubblicare informazioni, documenti e dati sui propri siti istituzionali, circa ogni aspetto della propria organizzazione e attività.
        L'accesso civico, a sua volta, ha due volti, come si evince dall'Art 5 33/2013 (novellato da 97/2016):
        
        Accesso Civico Semplice: disciplinato da Art 5 comma 1 ai sensi del quale l'obbligo previsto dalla normativa vigente in capo alle PA di pubblicare documenti, info o dati comporta il diritto di chiunque di richiedere i medesimi, nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione. In sostanza, al dovere di pubblicazione si ggiunge il diritto del privato di accedere ai documenti, dati e informazioni interessati dall'inadempienza.
        
        Accesso Civico Generalizzato: disciplinato da Art 5 comma 2 ai sensi del quale, per favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni isitituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche e per promuovere la partecipazione al dibattito pubblico, chiunque ha diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle PA.
        Si parla a proposito di Freedom of Information Act (Foia), che si traduce nella possibilità per il cittadino di accedere a documenti anche se non resi pubblici, senza per altro dover dimostrare interesse diretto. Entro 30 giorni le PA dovranno rilasciare gratuitamente i documenti richiesti.
        
        Ipotesi di esclusione e/o limitazione dell'Accesso Civico Generalizzato (Art 5bis):
        
        sicurezza pubblica e ordine pubblico
        
        sicurezza nazionale
        
        difesa e questioni militari
        
        relazioni internazionali
        
        politica e stabilità finanziaria ed economica dello Stato
        
        conduzione di indagini sui reati e loro perseguimento
        
        regolare svolgimento di attività ispettive
        
        Si diniega inoltre per evitare pregiudizio concreto alla tutela di uno dei seguenti interessi privati:
        
        protezione dei dati personali
        
        libertà e segretezza della corrispondenza
        
        interessi economici e e commerciali
        
        proprietà intellettuale, diritti d'autore e segreti commerciali.
        
        In entrambi i casi l'esercizio di accesso civico non è sottoposto ad acluna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente (questa è una delle maggiori differenze tra tale istituto e l'accesso di cui alla legge nel procedimento amministrativo).
        L'istanza di accesso civico, a sua volta, deve identificare i dati, le informazioni o i documenti richiesti e non richiede motivazione, può essere trasmessa anche per via telematica e va presentata alternativamente a:
        
        alll'ufficio che detiene i dati, le informazioni o i documenti.
        
        all'ufficio relazioni con il pubblico (URP)
        
        ad un altro indicato dall'amministrazione nella sezione "amministrazione trasparente" del sito istituzionale.
        
        al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, ove l'istanza abbia a oggetto dati, informazioni o documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria.
        Contro il rifiuto al rilascio di dati e documenti il cittadino potrà ricorrere al responsabile trasparenza, al difensore civico e/o al TAR.
        
        La sostanziale differenza tra l'Accesso Civico e il Diritto di Accesso ai documenti ex art 22 241/1990 va ravvisata nell'ampliamento dal punto di vista soggettivo del diritto stesso: la richiesta di accesso infatti non è sottoposta ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente.
        Contrariamente a quanto affermato nella legge sul procedimento, infatti, dove il diritto di accesso è riconosciuto ai portatori di un interesse giuridico diretto, concreto ed attuale, il decreto in esame riconosce a tutti e senza motivazione il diritto di accesso civico.
        
        Presso la Presidenza del COnsiglio dei Ministri, è stata istituita la Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi (Art 27 241/1990)
        Tale organo è adibito a:
        
        vigilanza sull'attuazione del principio di piena conoscibilità dell'attività della PA.
        
        predisposizione di una relazione annuale sulla trasparenza dell'attività amministrativa, da comunicarsi alle Camere ed al PdCm.
        
        Invio al governo di proposte in ordine a modifiche legislative funzionalizzate ad una più ampia garanzia del diritto di accesso.
        
        All'Art 11 184/2006 prevede che la Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi ha facoltà di:
        
        esprimere pareri per coordinare l'attività organizzativa delle PA in materia di accesso e per gaarantire l'uniforme applicazione dei principi, sugli atti che le singole PA adottano ai sensi dell'Art 24 comme 2 della legge, nonchè ove vi sia richiesta, su quelli attinenti all'esercizio e all'organizzazione del diritto di accesso.
        
        decidere i ricorsi presentati dinanzia ad essa avverso il diniego espresso o tacito dell'accesso, ovvero avverso il provvedimento di differimento dell'accesso, nonché i ricorsi dei controinteressati avverso le determinazioni che consentono l'accesso.
        Il Governo può acquisire il parere della Commissione ai fini dell'emanazione del regolamento di cui all'Art 25 comma 6 241/1990 (in cui si prevedono le ipotesi di sottrazione all'accesso di documenti amministrativi).
        
        Il diritto di accesso può essere tutelato in due modi
        
        in via giurisdizionale, ricorrendo cioè dinanzi ad un giudice
        
        in via amministrativa, ossia tramite ricorso amministrativo al difensore civico o alla Commissione per l'accesso.
        Questi rimedi sono tra loro alternativi.
        
        Il ricorso giurisdizionale avverso il diniego di ostensione.
        
        La tutela giurisdizionale del diritto di accesso risulta dagli artt 25 241/1990 e 116 104/2010 (codice del processo amministrativo)
        Il relativo giudizio, ex art 133 del codice citato, si svolge dinanzi al giudice amministrativo in sedi di giuristizione esclusiva. In particolare, decorsi inutilmente 30 giorni dalla richiesta di accesso, questa si intende respinta e in tal caso, il richiedente può presentare ricorso al TAR (Art 25 comma 4 241/1990).
        Ex art 116 del Codice, "contro le determinazioni e contro il silenzio sulle istanze di accesso ai documenti amministrativi, nonché per la tutela del diritto di accesso, il ricorso è proposto entro 30 giorni dalla conoscenza della determinazione impugnata o dalla formazione del silenzio mediante notificazione all'amministrazione e ad almeno un controinteressato."
        Al comma 3 successivo, l'amministrazione può essere rappresentata e difesa da un proprio dipendente.
        Il giudizio incardinato ex Art 116 comma 1, che si svolge con rito camerale, si conclude con una sentenza in forma semplificata che può, pertanto, essere di rigetto o accoglimento del ricorso. In quest'ultimo caso, sussistendone i presupposti, il giudice ordina l'esibizione dei documenti richiesti entro un tempo non superiore di norma ai 30 giorni.
        
        Il ricorso al difensore civico
        
        Art 25 comma 4 della 241/1990 prevede in caso di rifiuto espresso o implicito o di differimento dell'accesso, la possibilità di ricorrere nello stesso termine stabilito per la proposizione del ricorso giurisdizionale (in alternativa al ricorso al TAR) al difensore civico competente per ottenere che venga riesaminata la determinazione.
        Se quest'ultimo ritiene illegittimo il diniego o il differimento, lo comunica all'autorità disponente che dovrà provvedere nel termine di 30 giorni. In mancanza l'accesso è consentito.
        Nello stesso art 25 si precisa che la competenza del difensore civico è ristretta agli atti delle PA comunali, provinciali e regionali, mentre nei confronti di PA statali, il ricorso per riesame deve essere inoltrato presso la Commissione per l'accesso ai documenit amministrativi (Art 27 241/1990) nonchè presso l'amministrazione resistente.
      - Il Diritto di accesso si esercita mediante esame ed estrazione di copia dei documenti amministrativi, richiesti nei modi e limiti indicati dalla legge, con istanza motivata rivolta all'amministrazione che ha formato il documento o che lo detiene stabilmente (Art 25 comma 1 L 241/1990).
        
        Accesso Informale
        
        Qualora in base alla natura del documento richiesto non risulti l'esistenza di controinteressati, il diritto di accesso può essere esercitato in via informale mediante:
        
        richiesta, anche verbale, all'ufficio amministrazione competente a formare l'atto conclusivo del procedimento o a deternerlo stabilmente.
        
        In tal caso il richiedente deve indicare gli estremi del documento richiesto o gli elementi che ne consentano l'individuazione
        
        specificare e, ove occorra, comprovare l'interesse connesso all'oggetto della richiesta
        
        dimostrare la propria identità e ove occorra, i propri poteri di rappresentanza del soggetto interessato.
        Ove provenga da una PA, la richiesta è presentata dal titolare dell'ufficio interessato o dal responsabile del procedimento amministrativo.
        
        Accesso Formale
        
        La PA cui è indirizzata la richiesta di accesso, qualora individui soggetti controinteressati, invita l'interessato a presentare richiesta formale di accesso ed è tenuta a dare comunicazione agli stesso, inviando copia mediante rafccomandata con avviso di ricevimento, oppure per via telematica per coloro che abbiano consentito tale forma di comunicazione. I soggetti controinteressati sono individuati tenenedo anche conto del contenuto degli atti connessi.
        Entro 10 giorni dalla ricezione della comunicazione, i controinteressati possono presentare motivata opposizione, anche per via telemetica, alla richiesta di accesso. Decorso tale termine, la PA provvede sulla richiesta, una volta accertata l'avvenuta ricezione della comunicazione.
        si prevede la richiesta di accesso formale qualora:
        
        non sia possibile l'accoglimento immediato della richiesta in via informale
        
        vi siano dubbi sulla legittimazione del richiedente, sulla sua identità e sui suoi poteri rappresentativi
        
        vi siano dubbi sulla sussistenza dell'interesse alla stregua delle informazioni e delle documentazioni fornite
        
        vi siano dubbi sulla accessibilità del documento o sull'esistenza di controinteressati.
        
        Il procedimento di accesso formale deve concludersi nel termine di 30 giorni, decorsi i quali la richiesta si intende respinta. L'Art 24 241/1990 prevede che l'accesso ai documenti amministrativi non possa essere negato ove sia sufficiente fare ricorso al potere di differimento.
    - - L'Art 24 comma 6 attribuisce poi al Governo il potere di limitare ulteriormente il diritto di accesso emanando un apposito regolamento di delegificazione, ai sensi dell'Art 17 comme 2 400/1988, che disponga casi di sottrazione all'accesso di documenti amministrativi.
        Art 24 si conclude con comma 7, vera norma di chiusura, "deve comunque essere garantito ai richiedenti l'accesso ai documenti amministrativi la cui conoscenza sia necessaria per curare o per difendere i propri interessi giuridici"
  - - - L'Oggetto
        Quanto all'oggetto del diritto in esame, non vi è una elencazione tipologica dei documenti accessibili, ma si è preferito dare una definizione generale:
        "è considerato documento amministrativo ogni rappresentanza grafica, fotocinematografica, elettromagnetica, o di qualunque altra specie, del contenuto di atti, anche interni, o non relativi ad uno specifico procedimento, detenuti da una PA e concernenti attività di pubblico interesse indipendentemente dalla natura pubblicistica o privatistica della loro disciplina sostanziale" (Art 22 comma 1 lett d)
        
        I Soggetti Passivi
        Sono obbligati a consentire l'esercizio del diritto di accesso in base all'art 23, L 241/1990:
        
        Le PA: nell'ambito delle PA vanno ricompresi (ai sensi dell'Art 22 comma 1 lett e) tutti i soggetti di diritto pubblico e i soggetti di diritto privato limitatamente alla loro attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale o europeo.
        
        Gli Enti Pubblici: compresi gli enti pubblici economici relativamente allo svolgimento dell'attività di diritto pubblico.
        
        Aziende Autonome e Aziende Speciali.
        
        Gestori di Pubblici Servizi: in passato si parlava di concessionari di pubblici servizi, ossia di quei soggetti privati legittimati, in virtù di un provvedimento concessorio, allo svolgimento di attività pubbliche.
        
        Autorità di Garanzia e Vigilanza: Gli atti delle autorità indipendneti sono in generale accessibili: infatti, "il diritto di accesso nei confronti delle Autorità di garanzia e vigilanza si esercita nell'ambito dei rispettivi ordinamenti secondo quanto previsto dall'art 24"
        
        A questi soggetti devono aggiungersi:
        
        Amministrazione dell'UE: il regolamento 1049/2001/CE stabilisce che qualsiasi cittadino dell'Unione e qualsiasi persona fisica o giuridica che risieda o abbia sede sociale in uno Stato membro ha il diritto di accedere ai documenti delle istituzioni.
        
        Imprese di Assicurazione: ai sensi dell' Art 146 209/2005 (Codice delle assicurazioni private) le imprese di assicurazione esercenti l'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli a motore o natanti, sono tenute a consentire ai contraenti ed ai danneggiati il diritto di accesso agli atti a conclusione dei procedimenti di valutazione, constatazione e liquidazione dei danni che li riguardano.
- - - - Il delicato compito che spetta a chi gesetisce e tratta i dati perosnali consiste nel fatto che la Privacy è si un diritto fondamentale ma ad esso corrisponde in maniera speculare l'obbligo a carico di chi tratta i dati stessi, di tutelare e salvaguardare l'inviolabilità di tutti quei dati che compongono l'identità dell'individuo.
        Il diritto alla privacy, ove legato alla protezione dei dati personali e al controllo sulla loro circolazione, dunque, estende la tutela dell'individuo al di la della sfera della vita privata (ossia riservatezza) e la trasferisce nelal dimensione sociale.
        In tale senso la Privacy rappresenta una versione dinamica della Riservatezza, come strumento a disposizione del singolo per controllare la raccolta, classificazione ed uso di quelle informazioni da parte di chi gestisce le banche dati.
        Tale distinzione è fondamentale per capire l'evoluzione normativa in materia culminata nel GDPR (General Data Protection Regulation) operativo dal 2018.
        La nuova disciplina europea si basa sul binomio responsabilizzazione/consapevolezza.
  - - - In ogni Stato dell'UE una o più autorità pubbliche indipendenti devono essere incaricate di controllare l'applicazione del regolamento al fine di tutelare i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche con riguardo al trattamento e di agevolare la libera circolazione dei dati personali all'interno dell'Unione (Art 51 GDPR).
        Conformemente alle previsioni regolamentari, l'Art 2 del Codiice dcella PRivacy individua nel "Garante per la protezione dei dati personali" la detta Autorità che ha anche il compito di contribuire alla coerente applicazione del regolamento in tutta l'Unione.
        Il Garante deve provvedere all'espletamento dei compiti attribuiti dal diritto dell'Unione o dello Stato ed è depuitato a svolgere la funzione di controllo o assistenza in materia di trattamento dei dati personali.
        Il Garante inoltre collabora con le autorità amministrative indipendenti nazionali nello svolgimento dei rispettivi compiti ed elabora una relazione annuale sulla propria attività che trasmette a Parlamento e Governo entro il 31 dell'anno successivo a quello di riferimento.
        
        Le principali Funzioni del Garante sono sempre state attinenti alla vigilanza sulla attività del trattamento dei dati personali. Oggi, per le sue attribuzioni si fa riferimento all'Art 154 del 154/2003 come modificato nel 2018:
        
        Controllare se i trattamenti sono effettuati nel rispetto della disciplina applicabile, anche in caso di loro cessazione e con riferimento alla conservazione dei dati di traffico.
        
        Trattare i reclami presentati ai sensi della normativa vigente.
        
        Denunciare i fatti configurabili come reati perseguibili d'ufficio, dei quali viene a conoscenza nell'esercizio o a causa delle funzioni.
        
        Assicurare la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali degli individui dando idonea attuazione al regolamento europeo e allo stesso Codice.
      - Il Concetto di "Dato Personale".
        
        Il Trattamento dei Dati Personali.
        
        Il Titolare dei Dati: l'Interessato.
        
        Il Titolare del Trattamento, responsabile e incaricati.
        
        Accountability e Valutazione del Rischio.
        
        Data Breach, Violazione dei Dati Personali.
        
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        Il Regolamento analizza specificamente due aspetti essenziali propri della figura del Titolare e delle sue competenze:
        
        Accountability o Responsabilizzazione: è l'obbligo del titolare di mettere in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire, ed essere in grado di dimostrare, che il trattamento sia effettuato conformemente alla normativa europea (Art 24 reg)
        
        Risk Based Approach to Data Privacy o Valutazione del Rischio: Il regolamento adotta un approccio di definizione del sistema della privacy basato sulla valutazione del rischio, che diviene la misura della responsabilità del titolare. Il Rischio legato al trattamento consiste nell'impatto negativo che il trattamento potrebbe avere sulle libertà e i diritti degli interessati. Art 75-76 Reg ciaiutano a comprendere cosa intende per rischio: i rischi per i diritti e le librtà delle persone fisiche possono derivare da trattamenti di dati personali suscettibili di cagionare un danno fisico, materiale o immateriale.
        
        In particolare, la valutazione di impatto del trattamento (D.P.I.A.) cioè Data Protection Impact Assessment è un onere posto direttamente a carico del titolare del trattamento, tenuto ad effettuare una valutazione preventiva delle conseguenze del trattamento dei dati sulle libertà e i diritti degli interessati (Art 35 reg).
        
        Il Titolare del Trattamento è colui che determina le "finalità e i mezzi del trattamento di dati personali":
        specificamente può trattarsi di una persona fisica o anche giuridica, di un'autorità pubblica, un servizio o un altro organismo che oiperano singolarmente o insieme ad altri soggetti (Art 4 Reg.) Questa figura corrispoinde pertanto al soggetto che ha la piena responsabilità di controllare che i dati vengano trattati in modo appropriato e sicuro, nel rispetto della legge.
        In concreto, il titolare deve essere in grado di dimostrare sempre di aver fatto tutto quanto possibile per realizzare un sistema di privacy sicuro a tutela dell'interessato. Al titolare spetta la cd. informativa all'intressato.
        
        Al titolare del trattamento si afianca un'altra figura, un soggetto fisico o giuridico, nomitnato dal titolare anche in base al rappoorto figuciario che intercorre tra i due, che abbia una competenza specialistica, una solità professionalità e capacità operative nella materia del trattamento dei dati personali: il Responsabile del trattamento. Esso svolge una funzione di supporto al titolare nel trattamento dei dati, deve godere di esperienza, di capacità e affidabilità.
        Possono poi essere nominati i soggetti "designati" del trattamento, ossia persone aventi specifici compiti conmnessi al trattamento dei dati. Tali soggetti sono tenuti ad operare sotto la diretta autorità del Responsabile e ad esaborare i dati personali ai quali hanno accesso attenendosi alle istruzioni impartite.
        
        L'informativa
        
        L'interessato è la persona fisica identificata o identificabile che è titolare dei dati.
        In quanto titolare dei dati da trattare, tale figura ha una serie di diritti, il primo e più importante dei quali è il consenso al trattamento. Per consenso si intende qualsiasi manifeestazione di volontà Libera, Specifica, Informata e Inequivocabile, con la quale l'interessato manifesta il proprio assenso (Art 4 comma 1 n 11 reg)
        Qualora il trattamento si basi sul consenso, il titolare deve essere in grado di dimostrare che l'interessato ha prestato il proprio consenso al trattamento dei propri dati personali.
        Il Diritto di revocare il consenso può essere esercitato in qualsiasi momento, ma la revoca non pregiudica la liceità del trattamento precedente (Art 7 reg.)
        Per poter prestare il consenso in modo consapevole, l'interessato deve essere prevantivamente notiziato di una serie di informazioni relative al trattamento: a tale scopo risponde l'Informativa Rafforazata che il titaolare del trattamento ha l'obbligo di fornire all'interessato prima che questi presti il consenso.
        
        Gli altri diritti dell'interessato
        
        Diritto di Accesso: si tratta del diritto di chiedere al titolare la conferma che sia o meno in corso il trattamento di dati personali che lo riguardano e in tal caso, di ottenere l'accesso ai dati personali e alle informazioni indicate. (Art 15)
        
        Diritto alla Portabilità dei Dati: Il diritto dell'interessato di ricevere un formato strutturato, di uso comune e leggibile da dispositivo automatico, i dati personali che lo riguardano forniti a un titolare del trattamento e ha il diritto di trasmettere tali dati a un altro titolare del trattamento senza impedimenti da parte del titolare del trattamento cui li ha forniti. Tale diritto può essere esercitato in presenza di due condizioni
        
        che il trattamento si basi sul consenso
        
        se un contratto sia effettuato con mezzi automatizzati. (Art 20)
        
        Diritto di Opposizione: consiste nel diritto dell'interessato di opporsi in qualsiasi momento al trattamento dei dati personali (Art 21)
        
        Diritto a non essere sottoposto a decisioni automatizzate: l'interessato ha il diritto di non essere sottoposto a una decisione basata unicamente sul trattamento automatizzato, che produca effetti giuridici che lo riguardano o che incida in modo analogo significativamente alal sua persona. Tale previsione non si applica se la decisione è necessaria per:
        
        la conclusione o l'esecuzione di un contratto tra interessato e titolare del tratamento.
        
        sia autorizzata dal diritto dell'UE o dallo Stato membro cui è soggetto il titolare del tratamento. (Art 22)
        
        Se l'interessato ritiene che il trattamento dei dati personali non sia conforme alla normativa, può rivolgersi all'autorità giudiziaria o al Garante., attraverso un
        
        Reclamo (quell'atto che contiene una indicazione dettagliata dei fatti e delle circostanze) (Art 77 Reg
        
        Segnalazione ((atto finalizzato a sollecitare un controllo del Garante) Art 144 Codice
        
        Il Diritto all'Oblio
        
        Una novità importante del Regolamento concerne la maggiore tutela del diritto all'oblio.
        Il diritto ad "essere dimenticato" o, meglio, a non essere più ricordato per fatti che in passato furono oggetto di cronaca. La disciplina euripoea prevede la possibilità di chiedere ed ottenere la cancellazione dei propri dati personali da parte del titolare del trattamento, se ricorrono alcune condizioni previste dal Regolamento stesso (ad esempio se i dati personali non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti)
        
        Principi e condizioni di liceità
        
        Il Dato personale è "trattato" quando è sottoposto a qualsiasi operazione o insieme di operazioni di (Art 4 comma 1 GDPR):
        
        raccolta, registrazione, organizzazione, strutturazione, conservazione, adattamento, modifica
        
        estrazione, consultazione, uso
        
        comunicazione, diffusione, raffronto, interconnessione
        
        limitazione, cancellazione, distruzione
        
        I Dati Personali devono essere (Art 5):
        
        Trattati in modo lecito, corretto, trasparente nei confronti dell'interessato (liceità, correttezza e trasparenza).
        
        Raccolti per finalità determinate, esplicite e legittime, e successivamente trattati in un modo che non sia incompatibile con tali finalità iniziali (limitazione della finalità).
        
        Adeguati, pertinenti, e limitati a quanto necessario rispetto alle finalità per le quali sono trattati (minimizzazione dei dati).
        
        Esatti e, se necessario, aggiornati e devono essere adottate tutte le misure ragionevoli per cancellare o rettificare tempestivamente i dati inesatti rispetto alla finalità per le quali sono trattati (esattezza)
        
        Conservati in una forma che consenta l'identificazione degli interessati per un arco di tempo non superiore al conseguimento delle finalità per le quali sono trattati (limitazione della conservazione).
        
        Il trattamento deve inoltre garantire un'adeguata sicurezza dei dati personali, compresa la protezione, mediante misure tecniche ed organizzative adeguate, da trattemtni non autorizzati o illeciti o dalla perdita, distruzione o danno accidentali. (Integrità e Riservatezza)
        
        Il Trattamento del dato deve essere anche Lecito.
        A tal fine il regolamento stabilisce le condizioni di liceità e dispone che un trattamento è lecito solo se e nella misura in cui ricorra almeno una delle indicazioni indicate (Art 6):
        
        l'interessato abbia espresso il consenso al trattamento dei propri dati personali
        
        che il trattamento sia necessario all'esecuzione di un contratto di cui l'interessato è parte o all'esecuzione di misure precontrattuali adottate su richiesta dello stesso
        
        che il trattamento sia necessario per adempiere un obbligo legale al quale è soggetto il titolare del trattamento
        
        che il trattamento sia necessario per la salvaguardia degli interessi vitali dell'interessato o di un'altra persona fisica
        
        che il trattamento sia necesario per l'esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all'esercizio di pubblici poteri di cui è investito il titolare del trattamento
        
        che il trattamento sia necessario per il perseguimento del legittimo interesse del titolare del trattamento o di terzi, a condizione che non prevalgano gli interessi o i diritti e libertà fondamentali dell'interessato.
        
        Il trattamento effettuato da un soggetto pubblico
        
        Corrispondentemente alla previsione europea, Art 2ter del Codice della Privacy (modificato nel 2018) individua una norma di legge o di regolamento o di atti amministrativi generali la base giuridica per il trattamento di dati personali effettuato per l'esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all'esercizio di pubblici poteri (Art 6 par 3 lett b)
        Fermo restando ogni altro obbligo previsto nel regolamento europeo o nel nostro Codice, il trattamento dei dati personali da parte di una PA è anche consentito se necessario per l'adempimento di un compito svolto nel pubblico interesse o per l'esercizio di pubblici poteri ad esse attribuiti.
        La Portata di tale previsione è grande. il Legislatore infatti ha voluto velocizzare il trattamento da parte della PA (durante il Covid), sganciandolo da una base giuridica prestabilita. In sostanza con il D.L 139 si è aperta una finestra di legittimazione legislativa dei trattamenti "pubblici" di carattere generale e a monte, non puntuale, del trattamento dei dati da parte della PA, subodinata esclusivamente alla condizione della necessità del trattamento in funzione del perseguiomento di interessi pubblici.
        
        Il Trattamento di categorie particolari di dati personali.
        
        L'Art 9 del regolamento stabilisce, come regola generale, il divieto di trattare dati che rivelino l'origine razziale o etnica, opinioni politiche, convinzioni religiose o filosofiche, appartenenza sindacvale, nonché trattare dati generici, dati biometrici, dati relativi alla salute o vita o orientamento sessuale. (par 1).
        Al paragrafo 2 dell'Art 9 prevede delle eccezioni stabilendo ad es, che il trattamento di tali categorie di dati sia consentito qualora:
        
        l'interessato abbia prestato il propri consenso esplicito al trattamento di tali dati.
        
        il trattamento sia necessario per assolvere gli obblighi ed esercitare i diritti specifici del titolare del t rattamento o dell'interessato in materia di diritto del lavoro odella sicurezza sociale e protezione sociale.
        
        laddove il trattamento sia necessario per tutelare un interesse vitale dell'interessato o di un altra persona fisica.
        
        Accanto al regolamento europeo, l'art 2sexies del Codice stabilisce che i trattmenti delle categorie particolari di dati personali necessari per motivi di interesse pubblico rilevante, sono ammessi qualora siano previsti dal diritto dell'UE oppure dall'ordinamento interno, da disposizioni di legge o regolamento o da atti amministrativi generali che specifichino i tipi di dati che possono essere trattati.
        Sulla disposizione è intervenuto il 139/2021 conv in 205/2021 che ha introdotto il comma 1bis che fa specifico riferimento ai dati relativi alla salute, privi di elementi identificativi diretti. Secondo la previsione, tali dati sono trattatim nel rispetto delle finalità istituzionali di ciascuno, dai seguenti soggetti: Ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, agenzia italiana del farmaco, istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà.
        
        Il trattamento dei dati perosnali relativi a condanne penali e reati
        
        Il trattamento di questa peculiare categoria di dato personale, secondo il legislatore europeo per esere lecito e quindi consentito, deve avvenire soltanto sotto il controllo dell'autorità pubblica o se il trattamento è autorizzato dal diritto dell'UE o degli stati membri che preveda garanziea appropriate per i diritti e ele libertà degli interessati (Art 10 GDPR)
        Di rimando, l'Art 2 octies del Codice prevede che il trattamento di dai personali relativi a condanne penali e a reati o a connesse misure di sicurezza che non avviene sotto il controllo dell'autorità pubblica, è consentito, ai senso del citato Art 10 del regolamento, solo se autorizzato da una norma di legge o, nei casi previsti dalla legge, di regolamento, che prevedano garanzie appropriate per i diritti e le libertà degli interessati.
        
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        I Dati Personali sono quelle informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente (es dati anagrafici) o indirettamente (es codice fiscale, targa) una persona fisica.
        Vi sono poi i dati personali rientranti in particolari categorie come quelli "sensibili" (origine razziale e etnica, opinioni politiche o religiose, appartenenza sindacale, stato di salute e vita sessuale - questi ultimi due definiti anche supersensibili - e quelli realtivi a condanne penali).
        A questi dati se ne sono aggiunti altri nel tempo, come quello di geolocalizzazione e relativo alle comunicazioni elettroniche.
        Art 4 del regolamento europeo definisce "Dato Personale" come qualsiasi informazione riguardante una persona fisica, identificata o dentificabile (interessato).
        
        La Normativa oggi in vigore si discosta notevolmente dalla precedente impostazione e le originarie definizioni di "dati sensibili" e "dati giudiziari" presente nel codice del 2003, lasciano il posto a più generiche "categorie particolari di dati personali" (Art 9 reg) e ai "dati personali relativi a condanne penali e reati" (Art 10 reg).