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LA LOTTA PER LE INVESTITURE - Coggle Diagram
LA LOTTA PER LE INVESTITURE
Papa Gregorio VII proibì all'imperatore di nominare i vescovi e ai vescovi di accettare la carica di conte.
Adottando il DICTATUS PAPAE (si pronuncia dictatus pape perchè è latino) il papa si dichiarò superiore a ogni altra autorità e si riconobbe il diritto di deporre l'imperatore scomunicandolo.
A questo punto Enrico IV reagì deponendo il papa e il papa a sua volta scomunicò l'imperatore.
Dopo la scomunica molti feudatari decisero di disconoscere Enrico IV così l'imperatore si recò a Canossa a chiedere perdono al papa.
Dopo la sconfitta dei ribelli Enrico IV depose papa Gregorio VII e si fece incoronare imperatore dall'antipapa Clemente III. A quel punto papa Gregorio VII chiamò in soccorso Roberto il Guiscardo. Enrico IV si scontrò con il figlio Enrico V che si fece nominare imperatore.
Enrico V e papa Callisto II si accordarono con il Concordato di Worms con il quale finì la lotta per le investiture e si stabilì che la nomina dei vescovi dovesse essere fatta dal papa ma, una volta nominati, l'imperatore poteva loro affidare incarichi politici.
Dopo la morte di Enrico V ci fu una lotta per la successione al trono tra guelfi e ghibellini e fu incoronato Federico I di Svevia detto il Barbarossa.
Federico Barbarossa in Italia cercò di sottomettere i Comuni. I Comuni si unirono nella Lega lombarda. Federico Barbarossa fu sconfitto nella battaglia di Legnano.
L'imperatore, con la pace di Costanza, allora riconobbe ai Comuni il diritto di governarsi autonomamente. Federico Barbarossa insediò la dinastia sveva in Italia attraverso il matrimonio tra suo figlio Enrico VI e Costanza d'Altavilla.
Dopo la morte di Enrico VI si aprì una nuova lotta per la successione. In questa fase papa Innocenzo III appoggiò la candidatura di Federico II di Svevia.
Papa Innocenzo III represse i movimenti che contestavano le teorie della Chiesa e il clero, concesse l'approvazione agli ordini mendicanti dei domenicani e dei francescani. Con il IV Concilio Lateranense si stabilì che i signori dovessero sradicare le eresie.
Federico II si fece incoronare imperatore da papa Onorio III in cambio della promessa di condurre una crociata. La crociata si concluse con l'accordo con il sultano d'Egitto. Il sultano si impegnava a restituire Gerusalemme ai cristiani e a non ostacolare i pellegrinaggi.
Federico II fu scomunicato dal papa. L'imperatore però sconfisse l'esercito pontificio e ottenne la revoca della scomunica.
Federico II riprese il progetto di fare dell'impero la suprema autorità universale e nel regno di Sicilia pose le basi del suo impero cercando di creare uno stato forte. Introdusse le COSTITUZIONI MELFITANE e vietò ogni forma di potere autonomo.
La morte di Federico II pose fine alle pretese universalistiche dell'Impero.
Nel frattempo l'imperatore e i re delegarono le funzioni dello stato ai feudatari e favorirono lo sviluppo delle Signorie. Le signorie presero il nome di Principati.
Nel frattempo ci fu uno scontro tra monarchia inglese e monarchia francese. In Inghilterra Giovanni Senzaterra fu costretto a sottoscrivere la Magna Charta.
Federico II affidò la reggenza al figlio Manfredi. Ma Manfredi fu sconfitto da Carlo d'Angiò. Contro gli angioini esplose la rivolta dei vespri siciliani. Ci fu una guerra che si concluse con la pace di Caltabellotta.
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