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Processo - Coggle Diagram

- - - - PROVE AMMESSE
        
        PRESUNZIONI SEMPLICI. Le presunzioni semplici devono essere basate su elementi gravi, precisi e concordanti MA, secondo la giurisprudenza, in materia tributaria è sufficiente un unico indizio preciso e grave e che l’esistenza del fatto da dimostrare derivi da un fatto noto secondo canoni di ragionevolezza e probabilità.
        L’AF può quindi porre a fondamento dei suoi atti presunzioni semplici, come i criteri di quantificazione del reddito contenuti negli studi di settore e nel redditometro.
        Il giudice non è vincolato e il contribuente può difendersi.
        Una presunzione semplice non può essere innestata su un’altra presunzione semplice, MA un fatto presunto per mezzo di presunzioni semplici può essere collegato ad una presunzione legale.
        
        In diritto tributario conosciamo anche le PRESUNZIONI SEMPLICISSIME --> non è richiesto che gli indizi siano gravi, precisi e concordanti. Riguardano casi in cui non vi è da accertare un fatto, ma vi è da determinare un valore (es: quantificazione induttiva): per questo motivo le presunzioni semplicissime non sono autentiche presunzioni, in quanto non riguardano un fatto.
        
        Il giudice valuta le prove secondo il suo PRUDENTE APPREZZAMENTO, salvo che la legge disponga diversamente. L’ATTO PUBBLICO infatti, fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, e delle dichiarazioni delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta avvenuti in sua presenza o da lui compiuti.
        
        La CONFESSIONE non è esplicitamente disciplinata nel processo tributario, per cui si applicano le norme del codice civile. TUTTAVIA, la confessione resa su fatti relativi a diritti non disponibili (fatti relativi a sanzioni o a tributi) non ha valore di prova piena.
        Valgono come confessione --> le dichiarazioni che il contribuente fa nel processo o in atti extraprocessuali di fatti a sé sfavorevoli.
        
        Il giudice tributario può prendere in considerazione anche la confessione resa dal contribuente in sede penale.
        Secondo la giurisprudenza consolidata, le sentenze penali non vincolano il giudice tributario, perché nel processo penale e tributario valgono SISTEMI PROBATORI DIVERSI,
        TUTTAVIA, le PROVE RACCOLTE NEL PROCESSO PENALE sono portate a conoscenza del giudice tributario, che non sarà vincolato, ma potrà prenderle in considerazione e dovrà compierne un’autonoma valutazione.