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Gli organismi di un ecosistema - Coggle Diagram
Gli organismi di un ecosistema
Gli ecosistemi sono formati da organismi che appartengono ad una specie e, l'insieme di organismi che appartengono ad una stessa specie, formano una popolazione e l'insieme delle popolazioni formano una comunità.
ogni specie vive in un determinato habitat e alcuni organismi sono in grado di modificarlo, prendendo il nome di ingegneri degli ecosistemi (castori).
ci sono vari tipi di organismi:
AUTOTROFI: producono molecole usate da altri organismi.
ETEROTROFI: ottengono materiali dagli organismi autotrofi e si distinguono in:
CONSUMATORI PRIMARI: sono organismi erbivori.
CONSUMATORI SECONDARI: sono carnivori.
CONSUMATORI TERZIARI: sono carnivori e si cibano di organismi secondari.
DECOMPODITORI: si nutrono di corpi morti
le interazioni tra tutti i livelli trofici, costituiscono una rete alimentare, sostenute da energia proveniente dal sole.
le piramidi ecologiche consentono di rappresentare graficamente le caratteristiche di un ecosistema, biodiversità.
all'interno di un habitat, ogni popolazione occupa uno spazio e interagisce con gli altri organismi per alimentarsi e riprodursi. Questa posizione di un ecosistema è detto nicchia ecologica.
per identificarla dobbiamo conoscere dove la specie vive, con cosa e come si alimenta, quali sono le sue necessità e quali rapporti ha con altri organismi.
quando due popolazioni vivono in uno stesso ambiente si dice che sono in competizione. Ci sono due soluzioni finali per decidere quale specie deve abbandonare il territorio:
una delle due deve adattarsi ad altri ambienti e cambiare le proprie necessità.
si avvia il principio di esclusione competitiva dove la specie più forte rimane nel territorio.
un esempio lo abbiamo quando una specie che non appartiene ad un ecosistema ( specie alloctone) si introducono in un habitat in cui trovano condizioni adatte per vivere e competono con specie già presenti ( specie autoctone).
se l'uomo entra in questi ambienti (specie invasiva o aliena) può avvenire o per cause volontarie o accidentali.
in genere, le specie tendono ad occupare territori diversi in modo da non competere con altre specie.
quando un ambiente come un'isola che emerge, la terra che esce dal ghiacciaio che si scioglie, ecc, è disabitato. Ci sono varie fasi che riguardano la colonizzazione:
i primi organismi che dominano questo habitat sono batteri e licheni (specie pioniere) che producono sostanze che disgregano le rocce sottostanti.
col tempo si crea un sottile strato di humus ricco di sostanze organiche.
Con l'aumento della vegetazione, iniziano ad aumentare anche gli animali.
raggiunta la fase di equilibrio, gli ecosistemi acquistano una proprietà detta omeostasi, cioè la capacità di tollerare eventi che alterano l'equilibrio, riportando l'ambiente allo stato precedente.
se il disturbo è molto forte come un'eruzione vulcanica, allora l'omeostasi non riesce a rigenerare l'ambiente e si avvia un processo di successione ecologica secondaria.
con lo sviluppo di tecnologie, gli scienziati hanno sviluppato modelli, cioè una simulazione che formula previsioni e aiuta nella decisione di protezione e salvaguardare l'ambiente.
se l'ambiente è ricco di risorse, spazi e senza predatori, si ha un modello di crescita esponenziale ed è molto raro da trovare in natura. La crescita esponenziale è generalmente interrotta da fattori limitanti che impediscono un aumento incontrollato della popolazione e definiscono la capacità di sostenere un certo numero di individui.
quando la popolazione raggiunge la capacità portante di un ambiente, la sua crescita segue un modello di crescita logistica caratterizzato da un adattamento ad S.
la crescita della popolazione dipende anche dalle strategie di sopravvivenza:
negli ambienti con cambiamenti frequenti, si diffonde un'elevata mortalità tra gli esemplari giovani ma per il gran numero della popolazione, la specie rimane abbondante e questa strategia è detta strategia r.
la specie adattata ad un ambiente stabile tende ad avere un numero minore di figlie questa strategia è detta strategia k.
per valutare lo stato di salute di una popolazione, gli ecologi analizzano diversi parametri come l'abbandono.
la DIMENSIONE di una popolazione corrisponde al numero di individui che la compongono.
la DENSITA' è il rapporto tra il numero di individui e l'estensione dell'area in cui vivono.
la STRUTTURA è la suddivisione degli individui in base a dei criteri come l'età.
Distinguendo i viventi per età, si ottiene la suddivisione per età. Gli individui giovani indicano la popolazione in crescita, quelli più anziani indicano la popolazione tendente all'estinzione.
quando la popolazione è numerosa, può accadere che si ha la DISPERSIONE che può essere di 3 tipi:
CASUALE comprende organismi disposti in modo irregolare.
AGGREGATA se gli organismi vivono in gruppi.
REGOLARE quando tutti gli individui hanno una disposizione uniforme.
oggi si dà molta salvaguardia dell'ambiente e la biodiversità che può essere:
BIODIVERSITA' GENETICA che comprende il patrimonio genetico di tutti gli esseri viventi che vivono sulla Terra.
DIVERSITA' DI SPECIE che comprende l'abbondanza di varietà di esseri viventi.
DIVERSITA' DI ECOSISTEMI, cioè l'insieme di varietà naturali.
nel 1984 è nata l' IUCN, ovvero un'organizzazione che si occupa di tutelare l'ambiente.
Quest'associazione ha creato una lista rossa in cui sono scritti tutte le specie di animali e vegetali che sono in via di estinzione.
dal 2010 l'Italia ha avviato una STRATEGIA NAZIONALE PER LA BIODIVERSITA' che prevede la raggiunta di alcuni obiettivi grazie ad indicatori.
gli INDICATORI sono dei parametri o dei valori che danno indicazioni su uno o più fenomeni.
attraverso l'analisi della presenza dei bioindicatori, i ricercatori sviluppano gli indici, cioè insiemi di indicatori.