In questo contesto si devono aggiungere le esperienze di Caterina da Siena, a differenza di Jacopo Passavanti, fu caratterizzata da un visione religiosa spiccata. Nelle sue lettere ci sono descrizioni cupe e morbose, a causa della sensibilità della santa e della religione medioevale, le quali non erano univoche. Caterina da Siena non aveva una religiosità semplice e popolare, bensì rappresenta un complesso travaglio spirituale e quindi una ricca dottrina. L'amore per Dio è sentito come gioia, serenità e pace, andando a delineare un modo di concepire la vita in un modo più libero, allontanadosi dal medioevo.
Quindi l'uomo non risulta più una fragile creatura vittima del peccato, questo perché la caduta di esso nel peccato, è il risultato di una libera scelta (questo perché padrone delle proprie azioni, quindi del proprio destino). Il copro assume il ruolo di un compagno della vita ascetica della santa