I VULCANI

prodotti delle eruzioni vulcaniche esplosive: materiali solidi → PIROCLASTI che si classificano in base alle dimensioni: - bombe e blocchi: 0>64mm, lapilli: 2>0>64mm, ceneri e polveri: 0<2mm (immagine slide 30)

colate piroclastiche o nudi ardenti
Massa densa e calda fino a 800°C fino a 300 km/h di piroclasti e gas che agisce da lubrificante, in rapido movimento verso valle.
-> prodotti delle nudai ardenti sono leignimbriti (Pompei, Tenerife) (immagini slide da 33 a 35)

VULCANI CENTRALI

  • Gli edifici vulcanici originati dai vulcani centrali sono di diverso tipo.
  • Il loro aspetto è da mettere in relazione al tipo di eruzione.

VULCANI LINEARI

  • Sono vulcani nei quali lava fluida, esce da spaccature della crosta lunghe e strette e si diffonde nei due lati ricoprendo la superficie.
  • Sono tipiche dei fondali oceanici ma si trovano anche emersi, particolarmente in Islanda.

Edifici vulcanici di vulcani lineari
→ PLATEAU BASALTICI

Edifici di vulcani a eruzione lineare
dall’aspetto di grandi distese laviche
pianeggianti che derivano da attività effusive sono caratteristici dei fondi oceanici. Si possono osservare anche sulla terraferma sotto forma di altopiani, in India (Dekkan) e in Sud America (attorno al Rio Paranà). (immagini slide 41-429

VULCANI A SCUDO

  • sono caratterizzati da eruzioni effusive di lava fluida senza esploisioni
  • i vulcani delle Hawaii sono esempi di vulcani a scudo -> Mauna Loa

edifici di vulcani a eruzione centrale di forma conica con base larga e pendii dolci (anche molto alti)

derivano da attività effusiva di lava basaltica estremamente fluida

STRATOVULCANO

  • Sono il tipo più comune di vulcani, con pendii ripidi.
  • Esempi di stratovulcani
    sono l’Etna in Sicilia e il
    Monte Fuji in Giappone.

STRATOVULCANI

  • Edifici di vulcani a eruzione centrale di forma conica con fianchi abbastanza ripidi.
  • Derivano dall’alternanza di attività effusiva (lava) ed esplosiva (piroclasti).

ATTIVITÁ VULCANICA

PERICOLOSITÁ

  • La pericolosità dei vulcani è legata alle caratteristiche della loro attività.
    • I vulcani caratterizzati da attività unicamente effusiva sono i meno pericolosi.
    • I vulcani caratterizzati da attività esplosiva sono i più pericolosi; possono causare enormi catastrofi, soprattutto se sono inattivi da lungo tempo.

VULCANISMO SECONDARIO (immagine slide 53)

CALDERA

  • Vaste depressioni originatesi da violente esplosione dovute a magmi viscosi che causano il collasso e lo sprofondamento di un intero edificio vulcanico.
  • Al loro interno può formarsi un altro vulcano o, se cessa l’attività eruttiva, un lago. (lago di Bolsena)

ESTINTI
non eruttano da un tempo superiore al tempo
di ricorrenza, cioè non danno più segni di attività da un tempo superiore al periodi di inattività precedentemente registrato. (Monti Sabatini con Lago di Bracciano a 35 km da Roma)

QUIESCIENTI
non presentano attività ma potrebbero riprenderla in qualsiasi momento (Vesuvio).
-> quiescente Non significa estinto

  • La distinzione tra quiescente ed estinto è difficile e, a volte, pericolosa. Il Vesuvio si credeva estinto da lungo tempo, finché l’eruzione del 79 d.C. provò che era stato solo quiescente.

ATTIVI
hanno eruttato almeno una volta in epoca storica
(10 000 anni). (Etna)

Anche in assenza di attività eruttiva, nei pressi di un
vulcano si può verificare il vulcanismo secondario.

  • Fenomeni legati alla presenza del magma nel sottosuolo che consistono in emissioni di gas e vapori e in manifestazioni idrotermali.
    • Tali fenomeni possono manifestarsi nelle fasi di quiescenza e nelle fasi tardive dell’attività di un vulcano e proseguire anche a distanza di secoli dalla sua estinzione. (immagini da slide 55 a 57)

RISCHIO VULCANICO
R = P x V x E
parametro che dipende da tre fattori:

  • Pericolosità dell’evento vulcanico:
    probabilità che si verifichi un’eruzione in un certo Intervallo di tempo e in una data area.
  • Vulnerabilità del territorio:
    capacità del territorio (persone, edifici, infrastrutture, attività economiche) di tollerare gli effetti di un’eruzione.
  • Valore esposto del territorio:
    entità dei danni economici e costi in perdita di vite umane che l’evento vulcanico potrebbe produrre.

le MAPPE del rischio vulcanico

  • Fondamentali per la prevenzione si utilizzano per piani di evacuazione e per le pianificazioni urbanistiche.
  • La prima misura preventiva consiste nel definire un’area di «salvaguardia» per le zone a rischio più elevato impedendo la costruzione di abitazioni o altri insediamenti.
  • A parità di pericolosità, il rischio aumenta con l’aumentare dell’urbanizzazione dell’area circostante il vulcano.