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LEOPARDI (1798-1837) - Coggle Diagram
LEOPARDI (1798-1837)
INFANZIA, ADOLESCENZA E STUDI CLASSICI ERUDITI
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"DALL'ERUDIZIONE AL BELLO", detta così perché, dopo lo studio disperato, conosce qualcosa di bello che fa accrescere la sua vita intellettuale
1815-1816-> Leopardi conosce i poeti moderni e si schiera a favore del classicismo
1817-> inizia a scrivere lo Zibaldone, una raccolta di pensieri, annotazioni fatta in forma di diario (non era destinata alla pubblicazione), che porterà avanti fino al 1832
forte amicizia con Pietro Giordani, intellettuale che aveva apprezzato il suo lavoro sull'Eneide e primo legame al di fuori della famiglia
1819-> tentata fuga da Recanati, che odiava perché lo faceva sentire oppresso, che fu scoperta dai suoi genitori
grande frustrazione e delusione interiore, che danno vita alle prime fasi del suo pessimismo
"DAL BELLO AL VERO", passaggio dalla poesia alla filosofia
medita su filosofia, esistenza, mondo, interiorità; vuole trovare una soluzione alla sua sofferenza e reclusione
abbandona religione cattolica, perché crede che la sua sofferenza sia così grande che non possa esistere un Dio
pessimismo controllato: la sua sofferenza è legata alla realtà storica, la natura non c'entra nulla
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FUORI RECANATI
va a Roma presso gli zii materni, ma ne rimane deluso perché si aspettava la città eterea che aveva studiato nei classici
ritorna a Recanati e scrive le Operette Morali, storielle che raccontavano in modo leggero le sue crisi e la sua delusione data dal mondo esterno
aumento sporadico del pessimismo, che ora vede la natura stessa come elemento negativo, avversario
visita anche Milano, Bologna, Firenze (conosce Manzoni)
a Pisa sta bene, è sereno, ma deve lavorare per auto-finanziarsi
Canti Pisano-Recanatesi (recupera ispirazione poetica), A Silvia
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2 SOGGIORNO A FIRENZE
si innamora di Fanny Targioni Tozzetti, una donna sposata che non ricambia il suo amore
la delusione ispira una sezione di poesie intitolata Ciclo di Aspasia (amante di Pericle che usava gli uomini e poi li buttava via)
amicizia con Antonio Ranieri, romanziere napoletano esiliato a Firenze (sono coinquilini)
quando riesce a tornare a Napoli, porta con sé anche Leopardi, ormai talmente malato da non essere più autosufficiente
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