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L'Italia e il regime fascista - Coggle Diagram
L'Italia e il regime fascista
La crisi sociale e il "biennio rosso"
L'economia italiana è in grave difficoltà: ci sono molti disoccupati e i salari degli operai sono bassi.
L'Italia ha vinto la guerra, ma seicentomila persone sono morte e ci sono moltissimi mutilati e invalidi.
Gli anni 1919-1920 vengono chiamati il 'biennio rosso", perché ci sono moltissimi scioperi sia nelle fabbriche sia nelle campagne.
Alla fine della prima guerra mondiale, la popolazione in Italia è scontenta.
Le lotte operaie portano risultati positivi: salari più alti e riduzione dell'orario di lavoro.
Il governo e la classe borghese sono preoccupati: hanno paura che in Italia scoppi una rivoluzione come in Russia.
L'ascesa del fascismo
In questa situazione si afferma la figura di Benito Mussolini, capo di un piccolo movimento nazionalista, il Partito fascista, fondato nel 1919.
Il Partito fascista raccoglie molti consensi soprattutto tra gli imprenditori, che hanno paura degli scioperi, i reduci di guerra delusi e i nazionalisti, che sognano un'Italia più forte.
Negli anni del 'biennio rosso' i fascisti organizzano delle bande di uomini armati, le 'camicie nere': gli squadristi aggrediscono le persone che fanno parte del movimento operaio e contadino e distruggono sedi di sindacati e di partiti.
In questo modo, Mussolini vuole riportare l'ordine nelle fabbriche e nelle campagne.
Nel 1922 Mussolini organizza la 'marcia su Roma': alcune migliaia di camicie nere vanno a Roma, per prendere il potere con la forza.
Il re Vittorio Emanuele III non fa intervenire l'esercito per fermarli e chiede a Mussolini di formare un nuovo governo.
Il primo governo Mussolini viene appoggiato in parlamento da varie forze politiche, fra cui liberali, nazionalisti e molti deputati cattolici, mentre i socialisti e il Partito comunista si oppongono.
L'omicidio Matteotti
Nel 1924 gli Italiani votano di nuovo.
Molti credono che il Partito fascista possa diventare un partito moderato, e lo appoggiano; per questo, ma anche per i numerosi brogli, Mussolini ottiene la maggioranza in parlamento.
Il deputato socialista Giacomo Matteotti denuncia le violenze e i brogli che i fascisti hanno fatto durante le elezioni.
Pochi giorni dopo, però, viene rapito da una squadra di fascisti e assassinato.
Molti in Italia protestano contro questo omicidio.
Tanti deputati abbandonano per protesta il parlamento.
La fascistizzazione del Paese
Si impediscono anche i matrimoni tra Ebrei e non Ebrei.
Gli Ebrei vengono allontanati dalle scuole e dai lavori statali.
Nel 1938 introduce le leggi razziali contro gli Ebrei.
In seguito all'alleanza con la Germania, il fascismo favorisce la diffusione delle idee razziste, ed esalta la superiorità del popolo italiano rispetto agli altri popoli, in particolare gli Ebrei.
Mussolini firma con papa Pio XI il Concordato nel 1929: dà dei privilegi alla Chiesa e concede l'indipendenza alla Città del Vaticano; la religione cattolica diventa religione di Stato", cioè l'unica religione ritenuta valida.
Mussolini promuove l'occupazione con importanti lavori pubblici, come le bonifiche dei terreni paludosi.
Mussolini viene chiamato "Duce", termine che nell'antica Roma indicava i generali vittoriosi.
La propaganda esalta il regime fascista, che viene visto come il continuatore dell'antica Roma.
Mussolini utilizza con abilità la propaganda: con la scuola, la radio e i cinegiornali diffonde le idee del fascismo.
La politica estera di Mussolini
In risposta Mussolini adotta l'autarchia, cioè una politica economica che si basa sulla capacità del Paese di sopravvivere senza commerciare con altri.
La Società delle Nazioni critica la violenza usata dall'esercito fascista in Etiopia, e invita gli Stati europei a non commerciare più con l'Italia.
Nel 1939 invade l'Albania.
Nel 1935 Mussolini invade l'Etiopia; nel 1936 conquista la capitale dell'Etiopia, Addis Abeba, e proclama l'impero dell'Africa Orientale Italiana.
L'Italia diventa una dittatura
Mussolini riesce a mantenere il potere e trasforma lo Stato in una dittatura: chiude le sedi di tutti i partiti politici, vieta lo sciopero, sopprime la libertà di stampa e di associazione, crea la polizia politica (l'OVRA), e il Tribunale Speciale per giudicare gli oppositori politici.
Tutti gli oppositori politici vengono condannati al carcere, mandati in esilio, oppure assassinati.
Il Partito nazionale fascista ora è l'unico partito.
Il Parlamento non esiste più: le decisioni più importanti sono prese dal Gran Consiglio del fascismo, che è composto dai capi del Partito fascista.