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LA CRISI DELL'ITALIA NEL DOPOGUERRA - Coggle Diagram
LA CRISI DELL'ITALIA NEL DOPOGUERRA
alla
fine della Prima Guerra Mondiale
l'Italia affronta spese molto alte
chiede
prestiti internazionali e nazionali
, stampa banconote
crescono
INFLAZIONE
(il costo della vita) e il
debito pubblico
la produzione industriale diminuisce
cresce la
DISOCCUPAZIONE
(i reduci di guerra non trovano più il lavoro lasciato) e la
MISERIA dei ceti popolari
si accentua la
disparità economica tra NORD E SUD
si fa strada la consapevolezza di una
VITTORIA MUTILATA
L'ITALIA ha vinto, ma
non ha ottenuto la DALMAZIA
DEBITI DI GUERRA, CRISI ECONOMICA, MALCONTENTO
generano forti
CONFLITTI SOCIALI
che sfociano nel
BIENNO ROSSO 1919-1920
SCIOPERI
,
occupazione
di FABBRICHE e terre,
MOTI DI PIAZZA
(organizzate dai movimenti operai e dai sindacati)
coinvolgono grandi città:
TORINO, MILANO, GENOVA
nelle rispettive fabbriche: Fiat, Pirelli, Ansaldo
nel
1920
si verificano le
occupazioni delle FABBRICHE del Nord
da parte degli operai
chiedono anche la
partecipazione diretta alla gestione delle aziende
(oltre gli aumenti salariali)
si arriva infine ad una soluzione di
compromesso
: la
RESTITUZIONE DELLE FABBRICHE in cambio di un AUMENTO DEI SALARI
assalti alle rivendite di
GENERI ALIMENTARI
l'
AGRICOLTURA entra in crisi
, ne segue il malcontento dei contadini, ai quali era stata promessa la
distribuzione di terre
(che non si verifica)
i braccianti sono costretti a lavorare le terre dei padroni
vengono
occupate le terre e portate avanti le lotte per ottenere migliori condizioni
FORTE CLIMA DI PAURA DEI CETI MEDI E BENESTANTI
si teme una
rivoluzione socialista
come quella accaduta in RUSSIA
questo timore fu una delle prime
CAUSE dell'avvento del FASCISMO