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CICERONE, DAL CONSOLATO ALL'ESILIO (63-58 a.C.), DAL RITORNO DALL'…
CICERONE
1. LA VITA
Marco Tullio Cicerone nacque nel 106 a.C. ad Arpino a una famiglia di
possidenti terrieri
Quando era giovane, studiò a Roma e frequentò spesso il Foro
Qui avrebbe conosciuto Tito Pomponio, soprannominato "
Attico
" che sarebbe diventato per lui un
amico per vita
Lascio Roma per un soggiorno di studio (79-77), nel quale avrebbe frequentato ad Atene le
scuole filosofiche
e le
scuole di retorica
A Rodi, seguì le lezioni del retore
Apollonio Molone
Al ritorno a Roma intraprese la carriera politica:
Nel 75 divenne questore in
Sicilia
e l'anno dopo, entrò in Senato come
homo novus
Nel frattempo, sposa Terenzia che nel 76 partorisce
Tullia
, e nel 65 un figlio maschio,
Marco
Nel 70 Gaio Verre fu accusato di malgoverno e concussione: Cicerone acettò di assumere il ruolo di
accusatore
e ottenne una vittoria schiacciante
Nel 63 divenne console, e nella
campagna elettorale, che lo schierava contro Lucio Sergio Catilina
, lo sostennero il fratello Quinto e l'amico Attico
Durante il suo consolato Cicerone lavorò su
posizioni conservatrici
e difese gli "optimates", che secondo lui dovevano
collaborare politicamente
(
concordia ordinum
)
La questione più difficile che dovette affrontare fu la
congiura di Catilina
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2. CICERONE E IL PRIMATO DELLA POLITICA
Cicerone ripete spesso la frase "Cedant arma togae, concedat laurea laudi" (Le armi cedano alla toga, l'alloro [dei trionfi] ceda il passo alla gloria [dell'oratore])
L'affermazione della superiorità dell'eloquenza sul quello militare tradisce una
competizione tra i due poteri
che nella tradizione romana si identificavano l'uno con l'altro:
Quello
civile
rappresentato dalle toghe, quello
militare
rappresentato dalle armi
La riforma di Mario aveva creato un
esercito "professionale"
che aveva fatto dipendere le speranze di benessere dell'esercito dalla capacità dei comandanti, con cui erano legati da un
rapporto clientare
, di vincere guerre e di ottenere
distribuzioni di agro pubblico
I cambiamenti alle tattiche militari richiedeva maggiori competenze strategiche dei comandanti, che la maggior parte dei magistrati con aveva, crescendo il
peso politico dei comandanti
Gli eserciti non erano più sotto il controllo delle
togae
e dipendeva dagli
imperatores
vittoriosi se scegliere se accettare l'autorità del Senato o marciare su Roma
Cicerone, uomo di toga, cercò sempre di difendere i privilegi delle istituzioni dalla forza delle armi, e dunque il
bene comune
si identificava per lui con la
continuità delle istituzioni repubblicane
Dal punto di vista politico, Cicerone fu un
conservatore disponibile ai compromessi
, e il suo pensiero rispecchia il
pragmantismo
comune nella mentalità romana.
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3. L'ORATIORIA CICERONIANA
Di tutte le orazioni compresa tra l'eta dei Gracchi e l'avvento del principato,
conserviamo per intero soltanto le orazioni di Cicerone
, che dimostrano la
maturità raggiunta
dai Romani in questo genere letterario
Lo sviluppo dell'eloquenza, ossia dell'
arte del dire in modo persuasivo
, fu favorito nel mondo ellenistico dall'
affermarsi della democrazia
, che richiedeva ai cittadini la capacità di parlare
in pubblico
La procedura giudiziaria ateniese prevedeva che le parti in causa pronunciassero i
discorsi, sia di accusa che di difesa
, di fronte a tribunali popolari
I cittadini si rivolgevano ai "
logografi
" ("scrittori di discorsi) per farsi comporre le orazioni
A opera di questi professionisti nacquero i più antichi
trattati di retorica
Un'enorme impulso all'arte dell'oratoria fu dato dal movimento sofistico, i cui esponenti erano apprezzati
maestri di eloquenza
che insegnavano ai giovani le tecniche dell'argomentazione logica
La teorizzazione della pratica oratoria fece sì che i discorsi giudiziari assumessero una
struttura fissa
, formata da quattro parti:
esordio, narrazione, argomentazione e epilogo
Si svilupparono nel V sec altri due tipi di oratoria, quella politica, con lo scopo di
persuadere un'assemblea
, e quella epidittica, a cui appartengono i
discorsi privi di scopi pratici
, come l'elogio, l'orazione funebre etc.
I più grandi esponenti dell'oratoria greca furono
Lisia, Demostene e Isocrate
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4. LA PROSA RETORICA, POLITICA, E FILOSOFICA
5. LA FIGURA DELL'ORATORE E LA TEORIA DELL'ORATORIA
6. LA FILOSOFIA POLITICA A DIFESA DELLA RES PUBLICA
Alla prassi politica Cicerone accompagna una riflessione teorica, sviluppando personalmente i spunti offerti dalla
filosofia greca
Le opere filosofico-poltiche di cicerone, nell'impostazione di fondo, sono orientate alla
soluzione di problemi concreti
posti con urgenza dall'attualità
Nel 54, Cicerone compone il
De Republica
, in cui discute i problemi che più gli stavano a cuore: l'organizzazione dello Stato, la migliore forma di governo, e le istituzioni politiche romane.
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7. LA RIFLESSIONE FILOSOFICA
Cicerone si dedicò alla stesura di opere filosofiche verso la fine della sua vita, tra il 45 e il 44, quando fu costretto a
ritirarsi dalla vita politica
Cicerone stesso dice che l'attività letteraria gli dà la possibilità di
giovare ai concittadini
Le opere filosofiche sono importanti perchè consentono di
ricostruire il pensiero di molti filosofi greci
di cui abbiamo perso i testi originali
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8. IL GENERE EPISTOLOGRAFICO
Le lettere di Cicerone sono
le prime che ci sono pervenute
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Cicerone affiancò alla pratica dell'oratoria una riflessione teorica affrontando
tutti gli aspetti dell'arte della parola
Afferma
l'ideale oratore
, impegnato in fondo alla
vita politica
, fornito di una ricchissima cultura che gli consente di parlare di
qualsiasi argomento
Il De oratore, in tre libri, fu composto nel 55, e ha come protagonisti Lucio Crasso e Marco Antonio, che Cicerone considerava i
migliori oratori
della generazione precedente alla sua
IL DE ORATORE
Egli immagina che il
dialogo
abbia avuto luogo nella villa di Crasso a Tuscolo, nel 91
Libro I
: Crasso espone la
tesi di fondo
dell'opera, e illustra il perfetto oratore, che possiede una conoscenza approfondita di qualsiasi cosa
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Cicerone scrisse numerose opere in
prosa
di argomento non solo
filosofico
, ma anche
retorico
e
politico
Nell'antichità, la filosofia includeva
numerosi campi d'indagine
Nel mondo antico, i testi filosofici venivano espressi sia in prosa che in poesia
Parmenide
ed
Empedocle
scrissero
poemi didascalici
con i quali potevano comunicare a tutti gli uomini un messaggio di
verità
e
saggezza
Alcuni autori, come
Anassimandro
e
Anassimene
usarono la prosa per esprimere il loro pensiero
Anche
Eraclito
,
Anassagora
e
Democrito
seguirono questa via
A dare una svolta alla letteratura filosofica fu Platone, che introdusse la tradizione del
dialogo filosofico
, che prevede l'esposizione del pensiero mediante la
finzione di una conversazione
di un dibattito tra
diversi interlocutori
Alcuni dialoghi platonici sono scritti in
forma drammatica
, mentre altri sono un dialogo vero e proprio
Nelle opere più tarde, la struttura dialogica assume l'andamento di un
trattato
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DAL CONSOLATO ALL'ESILIO (63-58 a.C.)
DAL RITORNO DALL'ESILIO ALLA GUERRA CIVILE (57-46)