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diritto tributario - Coggle Diagram

- - - - La legge di bilancio 2023 ha inoltre introdotto una nuova definizione agevolata, stabilendo che
        
        i debiti risultanti dai singoli carichi affidati agli Agenti della Riscossione dall’1.1.2000 al 30.6.2022 possano essere estinti mediante il pagamento dei soli importi dovuti a titolo di capitale (oltre al rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento), senza sanzioni e interessi.
      - Alla richiesta devono essere allegati un documento di riconoscimento e tutta la documentazione utile a provare l’inesistenza del debito.
        
        L’accertamento
      - Una ulteriore forma di riscossione è la liquidazione di maggiori imposte a seguito di accertamento. Senza troppo soffermarci sulle sue modalità di esplicazione, basti ricordare come il maggior imponibile emergente dall'attività di verifica condotta dagli Uffici dell’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza produca non soltanto l’imposta corrispondente, ma anche le sanzioni e gli interessi relativi. Il versamento di tali somme sarà a carico del soggetto accertato, in seguito ad emissione dell’atto di accertamento. Dovrà essere effettuato alla scadenza indicata nell’atto, di solito sessanta giorni, mediante delega bancaria o bollettino postale.
        
        Il fermo amministrativo
      - Qualora il contribuente non provveda, in tutto o in parte, al versamento delle imposte, lo Stato (ma lo stesso metodo è adottato da qualsiasi ente creditore, ad esempio il Comune per i tributi locali) adotta una serie di provvedimenti diretti alla riscossione dei tributi dovuti.
      - Che cosa è
      - Il ravvedimento operoso
      - L'avviso bonario
      - Riscossione mediante cartelle di pagamento
      - L’accertamento
      - Definizione agevolata e stralcio dei ruoli
      - La sospensione della cartella
      - Il fermo amministrativo
      - Altre azioni di recupero
      - La rateizzazione della cartella esattoriale
      - Che cosa è
      - Le imposte che emergono dalla compilazione della propria dichiarazione dei redditi devono essere versate mediante autoliquidazione, cioè con un pagamento diretto, da parte del contribuente medesimo, di tutti gli importi a debito. Il mancato pagamento delle imposte entro la scadenza stabilita determina l'adozione, da parte della Agenzia delle Entrate, dei procedimenti di verifica dell'omesso o carente versamento e di riscossione dell'importo dovuto.
      - Il ravvedimento operoso
      - Il ravvedimento operoso è l’istituto giuridico con il quale il contribuente può sanare errori e versamenti omessi, provvedendo spontaneamente al pagamento del tributo, della sanzione e degli interessi dovuti. Il vantaggio di tale operazione consiste nel regolarizzare posizioni debitorie nei confronti dell’erario e degli enti pubblici (il ravvedimento è previsto anche per i tributi locali, ad esempio l’IMU), fruendo di una riduzione delle sanzioni, commisurata al ritardo di pagamento.
      - Fino al 2014 l’uso di tale istituto era consentito soltanto a determinate condizioni, cioè quando non fossero già iniziate attività amministrative di accertamento o di ispezione, e quando la violazione non fosse già stata constatata dall’amministrazione pubblica (in sostanza, ci si poteva ravvedere soltanto prima di controllo che avrebbe fatto emergere l’omesso versamento). La regolarizzazione doveva comunque avvenire entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno della violazione.
      - In una prospettiva di maggior collaborazione fra fisco e contribuenti, è stata invece ampliato la portata del ravvedimento operoso, lasciando la possibilità di ravvedersi anche oltre il limite dell’anno o in presenza di accertamento, e graduando la riduzione delle sanzioni alle diverse situazioni:
      - • un quindicesimo per giorno di ritardo, per ritardi non superiori a 14 giorni (termine già previsto dalla precedente disposizione);
      - • un decimo del minimo, in caso di regolarizzazione entro 30 giorni;
      - • un nono del minimo, in caso di regolarizzazione entro 90 giorni dal termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno della violazione (in assenza di obblighi dichiarativi, entro 90 giorni dall’errore o omissione);
      - • un ottavo del minimo, entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno della violazione (in assenza di obblighi dichiarativi, entro un anno dall’errore o omissione);
      - • un settimo del minimo, entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello della violazione (in assenza di obblighi dichiarativi, entro due anni dall’errore o omissione);
      - • un sesto del minimo, oltre tale termine (ovviamente,entro il termine di prescrizione dell’accertamento) ;
      - • un quinto de minimo, dopo la constatazione della violazione, solitamente coincidente con la consegna del processo verbale di constatazione da parte dei verificatori.
      - L'avviso bonario
      - L'avviso bonario è una comunicazione con la quale l'Agenzia delle Entrate informa il contribuente del controllo effettuato sulla sua dichiarazione dei redditi, evidenziando eventuali imposte e contributi che non risultano pagati.
      - Si tratta di una semplice comunicazione, della quale il soggetto interessato può richiedere l'annullamento o la rettifica, qualora ritenga infondata la richiesta. Non è raro infatti che errori meramente formali, ad esempio l'erronea indicazione dell'anno di imposta o del codice tributo, determinino una richiesta di imposte in realtà versate regolarmente: in tal caso il contribuente avrà trenta giorni di tempo per contattare l'Agenzia delle Entrate, e produrre la documentazione (ad esempio, le ricevute di pagamento) attestante la correttezza della propria dichiarazione.
      - In caso di imposte effettivamente dovute, potrà regolarizzare la propria posizione pagando quanto richiestogli.
      - L'avviso bonario è solitamente corredato di un fac-simile di modello di pagamento (modello F24), e comprende l'imposta dovuta, gli interessi, le sanzioni ridotte.
      - Gli importi richiesti possono inoltre essere pagati a rate:
      - • fino a € 5.000, con un massimo di 8 rate trimestrali;
      - • superiori a € 5.000, con un massimo di 20 rate trimestrali.
      - Fermo restando che la dilazione decade in caso di mancato pagamento della prima o unica rata, o di una rata entro quella successiva, è stato tuttavia introdotto il principio di “lieve inadempimento”, che non invalida la dilazione: è tale il pagamento effettuato con un ritardo non superiore a 7 giorni , o per un importo inferiore al 3 % della rata, e comunque inferiore ad € 10.000 (il lieve inadempimento riguarda anche la prima rata).
      - Riscossione mediante cartelle di pagamento
      - Le imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi e non pagate (neppure dopo aver ricevuto
      - l'avviso bonario) sono riscosse mediante l'iscrizione a ruolo, contenuta nella cartella di pagamento. Il ruolo è costituito sostanzialmente dall'elenco in cui l'ente creditore (ad esempio, l'Agenzia delle Entrate) inserisce i nominativi dei contribuenti debitori ed i relativi importi scaduti, mentre la cartella di pagamento è il documento con cui il contribuente riceve la richiesta di pagamento e l'intimazione a pagare.
      - L'attività di riscossione, sempre attribuita all'Agenzia delle Entrate, è attualmente esercitata da Agenzia Entrate Riscossioni, in attesa che questa sia definitivamente “incorporata” nella Agenzia delle Entrate.
      - Sono riscosse in questo modo:
      - • le imposte per le quali non è prevista la ritenuta diretta;
      - • le imposte per le quali non è stato effettuato il versamento diretto;
      - • le sanzioni e gli interessi relativi alle imposte suddette.
      - La riscossione mediante ruoli prevede inoltre la seguente distinzione:
      - • ruoli ordinari, in cui sono iscritti gli importi sopra indicati;
      - • ruoli straordinari, formati se vi è fondato pericolo per la riscossione.
      - La riscossione del ruolo avviene mediante la “cartella di pagamento”, che costituisce il modello con il quale gli agenti della Riscossione, cioè Agenzia Entrate Riscossioni, provvedono alla notifica delle somme iscritte a carico del contribuente.
      - La cartella è notificata al contribuente mediante consegna diretta o raccomandata, e contro il ruolo il contribuente può mettere in atto tutte le procedure difensive, dalla richiesta di sospensione al ricorso.
      - La notifica della cartella di pagamento deve avvenire, a pena di decadenza:
      - • entro il 31.12 del secondo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto definitivo;
      - • entro il 31.12 del terzo anno successivo a quello in cui la dichiarazione è presentata;
      - • entro il quarto anno della presentazione della dichiarazione, in seguito a controllo formale.
      - Il pagamento delle somme iscritte a ruolo può essere effettuato attraverso i normali canali (poste e banche) oppure direttamente agli sportelli di Agenzia Entrate Riscossione. E' attualmente previsto che non si proceda alla riscossione di crediti tributari inferiori a € 30. A decorrere dal 1° gennaio 2022 non è più dovuto l’aggio esattoriale, in precedenza richiesto.
      - La scadenza è ordinariamente fissata nel termine di 60 giorni. Per le cartelle notificate dal 1° settembre 2021 al 31 marzo 2022 i termini di pagamento sono 180 giorni.
      - Per ragioni di semplicità, possiamo così riassumere il calendario della riscossione, alla luce degli ultimi provvedimenti dettati dall’emergenza sanitaria:
      - 31 marzo, ultimo giorno per il pagamento di cartelle notificate entro 180 giorni.
      - 30 aprile, ultimo giorno per chiedere una nuova dilazione, in caso si sia decaduti dalla precedente.
      - 02 maggio, per saldare le rate derivanti da rottamazione/saldo e stralci scadute nel 2020.
      - 29 giugno, ultimo giorno per pagare le cartelle notificate entro il 31.12.2021.
      - 01 agosto, per saldare le rate derivanti da rottamazione/saldo e stralci scadute nel 2021.
      - 27 settembre, ultimo giorno per pagare le cartelle notificate entro il 31.03.2022.
      - 30 novembre, per saldare le rate derivanti da rottamazione/saldo e stralci in scadenza nel 2022.
      - Definizione agevolata e stralcio dei ruoli
      - Il versamento deve essere effettuato entro il 31.7.2023 in unica soluzione oppure in 18 rate, la prima e la seconda delle quali entro il 31.7.2023 e il 30.11.2023, e ciascuna di importo pari al 10% delle somme complessivamente dovute.
      - Le rate restanti, di pari ammontare, avranno scadenza il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024, con interessi pari al 2%.
      - Per usufruire di tale sanatoria, è sufficiente accede al sito della Agenzia Entrate Riscossione e presentare l’istanza entro il 30.04.2023.
      - Come per precedenti provvedimenti di analogo contenuto, la presentazione della domanda sospende ogni procedura esecutiva, nonché l’iscrizione di fermi e ipoteche. Il beneficio decade in caso di mancato o insufficiente versamento.
      - Per i singoli carichi di importo fino a 1.000 euro affidati agli agenti della riscossione dall’1.1.2000 al 31.12.2015 è previsto l’annullamento automatico, senza che il contribuente debba attivare nessuna procedura. ( si ricorda che nella singola cartella possono essere iscritti più carichi)
      - La sospensione della cartella
      - Il contribuente che ritenga infondata la richiesta di pagamento può richiedere ad Agenzia Entrate Riscossioni di sospendere le procedure di riscossione, facendo verificare all’ente creditore se gli importi iscritti a ruolo siano effettivamente dovuti.
      - L’istanza, per la quale è predisposto un modulo reperibile presso gli sportelli di Agenzia Entrate Riscossioni oppure online, sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it deve essere presentata utilizzando i medesimi canali (consegna diretta o invio online), e deve contenente le motivazioni che giustificano l’annullamento della cartella, ad esempio:
      - • prescrizione o decadenza del credito, prima della formazione del ruolo;
      - • provvedimento di sgravio emesso dall’ente creditore;
      - • sospensione amministrativa (dell’ente creditore) o giudiziale;
      - • sentenza che abbia annullato in tutto o in parte la pretesa dell’ente creditore, emesse in un giudizio al quale il concessionario per la riscossione non ha preso parte;
      - • un pagamento effettuato, prima della formazione del ruolo;
      - • qualsiasi altra causa di non esigibilità del credito.
      - Il fermo amministrativo è una sanzione con la quale l'agente della riscossione dispone che i beni mobili iscritti nei pubblici registri, cioè gli autoveicoli o altri mezzi di trasporto a motore, appartenenti al debitore non siano più autorizzati a circolare. Tale sanzione non sostituisce quella pecuniaria, costituita dall'obbligo di pagare quanto iscritto a ruolo, ma si aggiunge ad essa, con lo scopo di rendere più efficace il recupero degli importi dovuti.
      - L'utilizzazione dei mezzi sottoposti a fermo amministrativo comporta una ulteriore ammenda fino a € 2.628,15 e la confisca del bene stesso. E' inoltre opportuno ricordare che i mezzi sottoposti a tale procedimento, nel periodo di fermo, non dispongono neppure di assicurazione valida e non possono essere cancellati dal PRA.
      - Il provvedimento di fermo amministrativo è notificato al contribuente debitore mediante un avviso e si cancella con il pagamento, in assenza del quale l'agente della riscossione può adottare le successive misure di iscrizione di ipoteca (un vincolo sul bene a garanzia del debito) ed infine di pignoramento (vendita del bene con soddisfazione dell’ente creditore sul ricavato).
      - Altre azioni di recupero
      - Fra le azioni che il fisco, come ogni creditore, può mettere in atto a tutela e per il recupero del proprio credito c’è anche il pignoramento di somme pari ad un quinto dello stipendio, della pensione e di altre indennità derivanti dal rapporto di lavoro (ad esempio quelle dovute a seguito di licenziamento), se superiori ad € 5.000 al mese (il limite è ridotto a 1/10 per importi sino a € 2.500, e ad 1/7 per importi compresi fra € 2.500 e 5.000).
      - L’azione di pignoramento può essere disposta direttamente dall’agente della riscossione (senza l’intervento del giudice), e impone al terzo di pagare entro sessanta giorni dalla notifica dell’atto.
      - Fra le misure cautelari è inoltre prevista anche la espropriazione di beni immobili, nel caso in cui il debito iscritto a ruolo sia superiore ad € 120.000 e l’ipoteca sia stata iscritta da almeno sei mesi (l’ ipoteca può essere iscritta quando il debito supera € 20.000).
      - Un recente provvedimento ha tuttavia esclusa la possibilità di pignoramento della prima casa, se fabbricato non di lusso (con classificazione A/1, A/8, A/9).
      - E’ infine possibile, anche per l’anno 2016, compensare le cartelle esattoriali con i crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili maturati da imprese nei confronti della pubblica amministrazione.
      - La rateizzazione della cartella esattoriale
      - I debiti esposti nella cartella esattoriale emessa da Agenzia Entrate Riscossioni possono essere rateizzati, con procedure che concedono al contribuente una dilazione più o meno ampia, a seconda degli importi richiesti.
      - Per debiti fino a € 50.000, è sufficiente autocertificare la propria situazione di difficoltà economica senza dover allegare nessuna documentazione, e presentare una istanza di rateazione, utilizzando i moduli prestampati reperibili anche sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it. Il numero massimo di rate mensili è attualmente stabilito in 72 (l’importo minimo di ogni rata è, di regola, 100 euro).
      - Per debiti oltre i 50.000 euro, è prevista una verifica della situazione di temporanea difficoltà. La richiesta di rateazione dovrà pertanto essere accompagnata dal modello ISEE in caso di persona fisica), utile a fornire all’agente della riscossione gli indici di capacità economica e patrimoniale del contribuente e del suo nucleo familiare.
      - Nel caso in cui il debitore dimostri una situazione di grave difficoltà, legata alla congiuntura economica e indipendente dalla propria volontà, possono essere concordate 120 rate (dieci anni).
      - Perché sia concesso il piano di rateazione straordinario devono pertanto ricorrere congiuntamente le condizioni di oggettiva impossibilità a rispettare il piano di rateazione ordinario e la solvibilità del debitore.
      - La valutazione di tali condizioni non è discrezionale, ma subordinata al valore della rata, sostanzialmente in base al rapporto fra quanto dovuto e la concreta possibilità di pagare. La maggiore rateazione si avrà pertanto:
      - per le persone fisiche, e le imprese individuali o comunque non obbligate alla redazione del bilancio, quando la rata è superiore del 20 % rispetto al reddito mensile del richiedente e della sua famiglia, quale certificato attraverso il modello ISEE;
      - per le società di capitali, quando la rata è superiore del 10 % al valore della produzione, rapportato su base mensile, e l’indice di liquidità è compreso fra 0,50 e 1 (si tratta di indicatori numerici che attengono alla situazione contabile).
      - Attualmente, il d.l. 17 maggio 2022 n. 50 (cosiddetto “Decreto Aiuti”), ha disposto che, a partire dalle domande di dilazione presentate dal 16 luglio 2022, è possibile avviare una rateizzazione ordinaria fino a 72 rate senza la necessità di dover documentare la temporanea situazione di obiettiva difficoltà, elevando la soglia di debito per tale dilazione a 120mila euro
      - Il contribuente può inoltre scegliere un piano di dilazione che preveda rate costanti oppure rate crescenti e variabili e, in ogni caso, non è prevista la richiesta di garanzie.
      - Ottenuta la rateazione, egli non è più considerato inadempiente: può pertanto partecipare a gare di affidamento delle concessioni e degli appalti di lavori, può ottenere il documento di regolarità contributiva (DURC), e soprattutto inibisce qualsiasi procedura cautelare nei suoi confronti (AdER non può più, in tal caso, iscrivere ipoteca sui suoi beni, o avviare altre azioni di recupero).
      - La rateazione dei debiti nei confronti dell’Agente della riscossione può riguardare anche una sola cartella di pagamento e non obbligatoriamente tutta la posizione debitoria, ottenendo così una dilazione parziale, che consente la regolarizzazione di una singola posizione debitoria.
      - L’omesso pagamento di cinque rate, anche non consecutive, fa decadere dal beneficio, con conseguente iscrizione a ruolo, in una unica soluzione, dell’ importo non versato e possibilità, per l’agente della riscossione, di iscrivere ipoteca.
      - Considerate le difficoltà economiche dovute al periodo pandemico, per i piani di dilazione in essere all’8.3.2020 la decadenza interviene dopo 18 rate, per quelli concesso dopo l’8.3.2020 e richiesti fino al 31.12.2021 dopo 10 rate.
      - Al fine di favorire soggetti che non sono stati in grado di rispettare il piano di rateazione, è stata comunque prevista la rimessione in termini alle dilazioni scadute nel caso in cui si provveda a pagare tutte le rate scadute.