"figliuol mio,voi siete per una cattiva strada,e lasciar potreste gli ebanisti,ai falegnami,ai carrozzieri,ai sediari,ai festaioli,ai bandieri,ed agli altari dei fanciulli cortese vostre tante centine,centinati,e centinature".il furioso rimprovera del vecchio architetto,fedele del barocco berniniano,colpisce lo stesso bersaglio individuato da de brosses un'architettura che si dettare la linea del mobilio e dai piccoli oggetti, in un'inversione della gerarchia che baratta la solennità classica con una inaudita leggerezza.probabilmente anche borromini sarebbe stato d'accordo con queste obiezioni,perché nonostante la sua licenza,egli si era profondamente riconosciuto nelle ragioni della(sodezza,grandiosità,maestà,e signoria)dell'architettura.e tuttavia non c'è dubbio che proprio la licenza di borromini veniva vista ora dalle nuova generazione come un strada da percorrere,anche ben oltre lo stesso borromini,al punto che si può dire per l'architettura romana del 1700 rococo e borrominismo sono entro certi limiti nozioni sovrapponibili,quasi dei sinonimi