Carlo Goldoni, uomo di teatro, scrive tenendo conto di ciò che il pubblico si attende, le caratteristiche degli attori a sua disposizione, il denaro che gli impresari investono e desiderano guadagnare. Per questo vuole superare i limiti della Commedia dell'Arte, compiendo un lavoro dall'interno, una lenta e graduale modifica, che rappresenterà, con il tempo, una vera e propria riforma.
La riforma operata da Goldoni è una lenta e progressiva educazione del gusto e delle abitudini del pubblico e degli attori, compiuta attraverso una trasformazione degli elementi tradizionali della Commedia dell'Arte.
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La realtà rappresentata da Goldoni è quella contemporanea, nella quale acquista particolare rilievo la borghesia.
Se nelle commedie degli anni Quaranta e Cinquanta ne vengono esaltate le doti di laboriosità e onestà, in seguito l'atteggiamento dell'autore si fa più critico, e i borghesi finiscono per assumere i vizi della vecchia classe aristocratica.
Goldoni nelle sue opere critica l'oziosità e l'arroganza degli aristocratici, mentre osserva con affetto e simpatia la vita quotidiana dei popolani veneti, che trovano sempre spazio nelle sue commedie.