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Psicologia dello sviluppo 7 - Coggle Diagram
Psicologia dello sviluppo 7
cap. 7 lo sviluppo morale e sociale
Diversi studi hanno rivelato che bambini e adolescenti aggressivi o prepotenti ricorrono maggiormente al disimpegno morale.
Crick e Dodge
sostengono come alla base del comportamento aggressivo vi siano distorsioni cognitive (bias) e alterazioni nella qualità dell’elaborazione dell’informazione sociale.
Grusec e Godnow
enfatizzano il ruolo del figlio nel percepire e interpretare i valori genitoriali. Secondo gli autori, diversi fattori influenzano il processo di internalizzazione dei valori morali genitoriali da parte dei figli: Accuratezza della percezione → la chiarezza con cui il figlio percepisce i valori dai propri genitori. Ridondanza → tendenza dei genitori a ribadire in più occasioni il proprio punto di vista ai figli, che in tal modo avranno meno incertezze, Flessibilità educativa associata a un clima relazionale positivo → un’eccessiva rigidità genitoriale non favorisce l’internalizzazione dei valori morali -> no costrizioni. Il il disaccordo valoriale tra i genitori genera confusione
Egli distingue tre diverse modalità:
Disciplina basata sul potere
→ può essere esercitata attraverso richieste autoritarie al bambino (“si fa così perché lo dico io!”) punizioni fisiche, privazione..
Disciplina basata sul ritiro dell’amore
→ tecnica sintetizzabile alle ingiunzioni “se ti comporti così, non ti voglio più bene!” (leva sul rapporto affettivo),
Disciplina induttiva
→ è un forte attivatore d’interiorizzazione dei principi morali. Le tecniche induttive hanno l’obiettivo di indurre il bambino a comportarsi nel modo desiderato non imponendo il rispetto della norma ma facendo in modo che il bambino stesso giunga a considerarla positivamente e percepisca un sentimento interno di obbligazione a rispettarla.
La condotta aggressiva può essere dovuta al verificarsi di uno scivolamento (shift) di dominio, per cui il comportamento aggressivo verrebbe considerato dalla persona come un’azione regolata da norme specifiche di contesto
Hoffman
definisce “incontro disciplinare” una situazione in cui un bambino mette in atto un comportamento ritenuto indesiderabile dal genitore il quale interviene allo scopo di prevenirlo, reprimerlo o modificarlo.
Teoria dei domini
--> gli studiosi pongono in discussione l'ipotesi che lo sviluppo morale proceda secondo una
sequenza di stadi di ragionamento
caratterizzati da una diversa visione della norma e propongono che la cognizione morale,Vengono distinte tre tipologie di regole a cui fanno riferimento domini diversi:
Regole morali
--> hanno il loro fondamento sul principio che si debba salvaguardare il benessere delle persone,
Regole socio convenzionali
--> mirate a preservare l'ordine sociale,
Principi di scelta personale
--> non soggetti ai dettami dell'autorità e dipendenti esclusivamente dalla decisione della persona
Gibbs
--> ritiene che il ragionamento morale evolva con una sequenza
stadiale, ma distingue due aspetti che denomina fasi dello sviluppo: la fase dello sviluppo morale standard (a componente di base e riguarda la comprensione delle regole e la valutazione dell'azione giusta o sbagliata) e la fase esistenziale (riguarda la comparsa e l'evoluzione delle abilità di
riflessione contemplative e metaetiche. Queste capacità permettono di riflettere sulle ragioni dell'etica e di elaborare filosofie e principi morali)
Una delle classificazioni è quella che distingue le società in individualistiche e collettivistiche -> 2 codici morali:
Etica dell’autonomia
→ il discorso sulla morale è incentrato sui temi della cura verso gli altri, la difesa dei diritti inalienabili dell’individuo, i principi dell’equità e il valore della libertà.
Etica della comunità
→ i discorsi sulla morale vertono sulla valutazione del grado di accordo tra il comportamento individuale e le norme della comunità in cui la persona vive
Kohlberg
: ha proposto un modello stadiale fondato sull'acquisizione del concetto di convenzionalità, secondo il quale lo sviluppo morale prevede un progressivo adeguamento alle norme morali dei gruppi sociali a cui si appartiene con una sequenza evolutiva si tre livelli di ragionamento morale, ciascuno suddiviso in due sotto livelli. Un aspetto importante di tale modello è la transizione dallo stadio 2 allo stadio 3, grazie al quale avviene il passaggio a una moralità più matura
Quando è possibile osservare le prime
manifestazioni empatiche
nel bambino? Secondo Hoffman sin dalla nascita esiste una forma rudimentale di empatia, lo
stadio zero
(pianto reattivo del neonato --> neonati piangono insieme), Il primo stadio di autentica empatia compare intorno ai 6 mesi, denominato
“empatia egocentrica”
, quando il bambino manifesta disagio in presenza del malessere di un altro. Lo stadio successivo è quello dell’empatia
“quasi egocentrica”
manifesta i primi veri e propri comportamenti di aiuto verso una persona che mostra sofferenza ma le modalità che utilizza nel prestare aiuto sono ancora rudimentali, poi
"empatia veridica"
dove bambino pone in essere azioni di effettivo beneficio all’altro. L’ultimo stadio dell’empatia è quello della
empatia per la condizione esistenziale dell’altro
che può manifestarsi solo quando sono state raggiunte nel corso dello sviluppo forme più astratte di pensiero
Si deve soprattutto a Nancy Eisenberg il merito di avere contribuito a comprendere il rapporto tra empatia, prosocialità e moralità. Eisenberg ha posto attenzione alla
sympathy
(compassione), un sentimento che origina dall’empatia, ma, che comprende anche un sentimento di preoccupazione verso la condizione dell’altro che può precedere un vero e proprio comportamento prosociale.
La scoperta dei neuroni specchio ha gettato nuova luce sulle basi neurali della capacità di comprendere lo stato mentale dell’altro
Per Eisenberg, il fattore chiave alla base dell’evoluzione dell’empatia in sympathy, e quindi del comportamento prosociale, risiede in primo luogo nella capacità di self-regulation → processi psicologici implicati nella gestione e modulazione degli stati emotivi, motivazionali e fisiologici
Piaget
ritiene che il cambiamento con l'età dei processi di ragionamento morale dipenda principalmente dall'evolvere nel tempo dell'organizzazione cognitiva e delinea una sequenza di sviluppo morale in tre periodi. - Per i primi 4-5 anni di vita il bambino vivrebbe in una condizione di anomia morale, in cui non mostrerebbe interesse per le regole -> suo comportamento eterodiretto dall'adulto. Fino ai 7-8 anni primo vero stadio della moralità, denominato di realismo morale. ultimo stadio di sviluppo morale denominato di relativismo morale (o soggettivismo). Questo stadio compare intorno ai 10 anni valutazione morale si basa su principi interiorizzati che esprimono un ideale di giustizia avvertito come esigenza interiore.
La
trasmissione dei valori morali dai genitori ai figli
avviene durante il percorso della socializzazione, un insieme di processi costituiti da pratiche educative, formazione imitazione attraverso cui il bambino farà propri, percependoli come autogenerati e indipendenti da fattori contestuali, valori e norme di comportamento che gli consentiranno di adattarsi al contesto in cui vive.
ruolo della cultura:
Approccio evoluzionistico e approccio stadiale
→ lo sviluppo morale procede lungo una analoga sequenza invariante in tutti gli individui.
Approccio culturalista
→ le persone che appartengono a una specifica cultura acquisiscono i modelli di moralità dominanti nella società cui essi appartengono.
Bandura
contesta l'impostazione eccessivamente razionalistica dei modelli stadiali, valutati come troppo distanti dalla realtà sociale e da come gli individui giudicano nella vita reale. Bandura sostiene che nelle interazioni con il contesto sociale il bambino apprende e interiorizza le norme morali e impara i criteri da utilizzare per le valutazioni morali. In questo processo, particolarmente rilevante è il ruolo degli adulti che attraverso premi, rinforzi, proibizioni e sanzioni guidano la condotta del bambino e facilitano la sua comprensione di cosa sia socialmente approvato o disapprovato.
Secondo Hoffaman, l’empatia è il cardine intorno a cui si sviluppa la moralità. La ricerca psicologica ha messo in luce tre componenti dell’empatia:
affettiva
(condivisione emozionale),
cognitiva
(come la comprensione dell’esperienza di un altro) e
fisiologica
(coinvolgimento di funzioni legate alle attività del sistema nervoso autonomo o di substrati neurali o ormonali che operano nell’indurre un individuo a comportarsi e a sentire in modo speculare a un’altra persona)
modelli stadiali cognizione morale: In questa prospettiva rientrano i modelli proposti da Piaget, Kohlberg e Gibbs. Questi autori sono accomunati da un’impostazione strutturalista e cognitivo-evolutiva che vincola lo sviluppo della capacità di compiere ragionamenti e inferenze di tipo morale allo sviluppo delle più generali abilità cognitive
Thomas Hobbes
afferma che gli individui, spinti dalla rivalità e dalla competizione per il soddisfacimento dei propri bisogni, sarebbero condannati all’annientamento reciproco e solo con norme sociali possibile la convivenza. secondo
Freud
lo sviluppo ontogenetico è basato sul passaggio dalcosiddetto “Principio del piacere” al “principio della realtà” nel corso del quale il bambino rinuncerà al soddisfacimento delle proprie pulsioni “naturali” a beneficio delle istituzioni sociali.
Rousseau
→ nel 700 ipotizzò che l’essere umano nascesse buono e fossero proprio le regole e i valori sociali a corromperne la natura durante la crescita.
Anche i coetanei costituiscono una fonte di influenza per lo sviluppo morale. E’
soprattutto Bandura a evidenziare il ruolo svolto dai coetanei nel fornire modelli e rinforzi al comportamento e spunti e informazioni per l’elaborazione degli standard morali. Bandura ha anche suggerito che nella prima adolescenza gli amici esercitano effettivamente un’influenza sullo sviluppo del disimpegno morale
Secondo Elliot Turiel, la moralità attiene a due principali dimensioni delle relazioni interumane: cura ed equità.
Secondo Hoffman le modalità educative che i genitori adottano durante gli incontri disciplinari sono particolarmente influenti sul processo di internalizzazione principi morali.