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8 RAPPORTI TRA DIRITTO UE E DIRITTO DEGLI STATI MEMBRI - Coggle Diagram

- - - - in un primo momento venivano recepite tramite lo strumento della delega legislativa del Parlamento al Governo, il quale provvedeva all'emanazione di decreti legislativi finalizzati all'attuazione di un determinato numero di atti
      - successivamente si introdusse la LEGGE COMUNITARIA, ossia una legge ordinaria, APPROVATA ANNUALMENTE DAL PARLAMENTO, mediante la quale lo Stato si impegna ad individuare gli atti europei da recepire .
      - Lo strumento della legge comunitaria è stato creato per in prima volta nel 1989 allorquando nostra Assemblea parlamentare approvò la cosiddetta legge "La PERGOLA. Tale legge, aveva previsto l'adozione annuale, da parte del Parlamento italiano della legge comunitaria la quale poteva contenere essa stessa norme di adattamento agli obblighi europei oppure prevedere che vi provvederà il Governo previa delega legislativa
      - La legge "La Pergola" è stata poi abrogata dalla legge 4 febbraio 2005 n 11 (cosiddetta legge "BUTTIGLIONE'), recante norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari, che ha continuato a prevedere lo strumento della "legge comunitaria ed ha disciplinato in maniera organica procedimento di partecipazione e di adeguamento del nostro ordinamento al processo normativo dell'ordinamento dell'Unione europea
      - La legge "Buttigitone" è oggi abrogata e sostituita dalla legge n. 234/2012 intitolata NORME GENERALI SULLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA LA FORMAZIONE E ALL'ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA E DELLE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA" L'adozione della nuova legge ha consentito di dare adeguata risposta da parte del nostro ordinamento alle innovazioni introdotte dal Trattato di Lisbona, soprattutto per quanto riguarda il controllo da parte dei Parlamenti nazionali del rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità
        
        FASE ASCENDENTE ossia la fase di formazione del diritto
        
        • L articolo 3 della legge in commento prevede espressamente che il Parlamento partecipi al processo decisionale dell'Unione europea intervenendo, in coordinamento con il Governo, nella fase di formazione delle normative e delle politiche europee
        
        • Vengono contemplati, nel successivo articolo 4 specifici obblighi di informazione e consultazionee da parte del Governo nei confronti del Parlamento (ad es. il Governo deve illustrare alle Camere la posizione che intende assumere prima che si svolgano le riunioni del Consiglio europeo, a tenere conto degli eventuali indirizzi formulati dalle camere medesime )
        
        • Articolo 9 è previsto che le Camere possano far pervenire alle istituzioni dell'Unione europea, e contestualmente al Governo ogni documento utile alla definizione delle politiche europee. I documenti", tengono conto di eventuali osservazioni e proposte formulate dalle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e dalle assemblee e dai consigli regionali e delle province autonome in modo da attuare un reale dialogo con le istituzioni dell'Unione nonché anche una concreta e diretta partecipazione di Regioni province autonome ed autonomie locali al processo di formazione del diritto europeo nella sua fase ascendente
        
        FASE DISCENDENTE ossia la fase di attuazione del diritto
        
        Per quanto attiene alla cosiddetta fase discendente ossia la fase di attuazione de normativa e delle politiche dell'Unione europea, la legge 234/2012, al suo capo VI disciplina l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'italia all'Unione europea
        
        La legge comunitaria", viene oggi sostituita da due distinte leggi:
        
        • "LEGGE DI DELEGAZIONE EUROPEA•
        
        è finalizzata esclusivamente all'attuazione delle direttive e delle decisioni quadro da recepire nell'ordinamento nazionale
        
        • E’ infatti previsto, che il Governo presenti ogni anno alle Camere, un disegno di legge recante il titolo "Delega a Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea, completato dall'indicazione Legge di delegazione europea la quale contiene solo deleghe legislative ed eventualmente autorizzazioni da recepire in via regolamentare
        
        • "LEGGE EUROPEA"ha per Oggetto
        
        • disposizioni modificative o abrogative di disposizioni statali vigenti in contrasto con gli obblighi derivanti dall’Unione europea,
        
        • disposizioni modificative o abrogative di norme interne oggetto di procedure di infrazione,
        
        • disposizioni necessarie per dare attuazione o per assicurare l’applicazione di altri atti dell Unione europea,
        
        • disposizioni occorrenti per dare esecuzione ai trattati
        
        MISURE URGENTI" di cui all art 37 Sulla base di tale disposizione, infatti è previsto che il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro per gli affari europei possa proporre al Consiglio dei Ministri l'adozione di provvedimenti anche urgenti diversi dalla legge di delegazione europea o dalla legge europea a fronte di atti normativi dell'Unione europea o di sentenze della Corte di giustizia
        
        Infine ARTICOLO 39 , sancisce, per i casi di particolare importanza politica economica e sociale e la possibilita di presentare alle Camere un apposito disegno di legge recante le disposizioni necessarie per dare attuazione o assicurare l'applicazione di atti normativi emanati dagli organi dell'Unione europea e riguardanti le materie di competenza legislativa statale
        
        RUOLO DELLE REGIONI
        
        La ripartizione di competenze fra Stato e Regioni viene sancita e disciplinata nel nostro ordinamento, dall articolo 117 COST come modificato dalla legge costituzionale di riforma n. 3 del 2001.
        
        Sebbene la Corte costituzionale, abbia affermato che lo Stato assume la responsabilità del buon adempimento di fronte alla comunità, cioò non significa che lo Stato debba essere inteso come legislatore centrale. Rispetto alla Unione, infatti, lo Stato membro si presenta come l'insieme del Apparato statale comprensivo sia dell'ente centrale che degli enti pubblici territoriali
        
        Nella prassi, tuttavia, il ruolo delle Regioni nel processo di attuazione del diritto europeo si è affermato con una certa difficoltà
        
        • Secondo la versione originaria della legge "LA PERGOLA", le Regioni non potevano dare attuazione alle direttive nelle materie di competenza concorrente, se non dopo l'entrata in vigore della prima legge comunitaria successiva alla notifica della direttiva
        
        • Questa disposizione venne successivamente modificata con la LEGGE 128/1998 in virtù della quale le Regioni, nelle materie di competenza concorrente possono dare immediata attuazione alle direttive comunitarie, fermo restando la competenza del legislatore statale ad emanare, nelle stesse materie, cosiddette norme di principio che prevalgono sulle contrarie disposizioni delle Regioni
        
        • Con le modifiche apportate alla nostra Costituzione dalla LEGGE DI RIFORMA COSTITUZIONALE N 3 DEL 2001 . il quinto comma del novellato articolo 117 Cost. afferma che le Regioni e le Province autonome, nelle materie d loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi (cosiddetta fase ascendente del diritto dell'Unione) e provvedono al attuazione ed all'esecuzione degli accordi Internazionali e degli atti dell'Unione europea (cosiddetta fase discendente del diritto europeo)
        
        • La previsione costituzionale, ora segnalata, era stata sostanzialmente recepita dalla LEGGE 11 DEL 2005 (LEGGE "BUTTIGLIONE") la quale precisava che le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano potevano dare attuazione immediata alle diretti e comunitarie, senza alcuna limitazione, nelle materie di propria competenza. Inoltre, qualora le Regioni non avessero provveduto dare attuazione alle direttive cor sanitarie entro i termini stabiliti, in virtu dell'articolo 16 della citata legge n 11 del 200g. il Governo avrebbe potuto attivare un proprio potere sosti tutore in base al quale sarebbero stati emanati atti statali recanti l'esplicita indicazione della loro natura sostitutiva
        
        L 234/2001, prevede specifiche disposizionii atte a garantire la partecipaziOne delle Regioni, delle Province autonome e d autonomie locali alla FASE ASCENDENTE del processo normativo dell'Unione
        
        l'art 24 viene espressamente dedicato alla partecipazione regioni e delle province autonome alle decisioni relative alla formazione di atti normativi dell'Unione europea L'articolo ora citato stabilisce che i progetti di atti normativi dell'Unione e i documenti di consultazione siano inviati dal Governo, contestualmente alla loro ricezione, anche alla "Conferenza delle regioni e delle province autonome.
        
        • Ai fini della formazione della posizione italiana sui progetti di atti legislativi, le Regioni e le Province autonome, nell'ambito delle materie di loro competenza, possono trasmettere al Governo entro trenta giorni dalla data del loro ricevimento eventuali osservazioni. Qualora poi un progetto di atto normativo dell'Unione europea riguardi una materia di competenza legislativa delle Regioni o delle Province autonome, il Governo potrà procedere alle attività legate alla fase "ascendente" solo al termine del l'esame da parte della Conferenza Stato Regioni
        
        • È inoltre, espressamente prevista DALL'ARTICOLO 25 una partecipazione alla verifica del rispetto del principio di sussidiarietà da parte delle assemblee, del consiglio regionale delle province autonome di Trento e di Bolzano.
        
        • Circa la partecipazione delle Regioni, Province autonome alla FASE DISCENDENTE di adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia ali unione europea la legge n 234/2012 ALL'ARTICOLO 40 dispone che le Regioni e Province autonome, nelle materie di propria competenza legislativa provvedano al recepimento delle direttive europee.
        
        • Il successivo ARTICOLO 41. come già previsto dalla previgente legge "Buttiglione", disciplina uno specifico potere sostitutivo che lo Stato può attivare nelle ipotesi d inerzia da parte delle Regioni e Province autonome per le materie di loro competenza
        
        • Infine, in ipotesi di inadempienza di obblighi internazionali, la nostra Carta costituzionale le, ALL'ARTICOLO 120 comma 2, prevede e disciplina un potere sostitutivo in capo al Governo, e quindi all'autorità statale, nei confronti degli organi delle Regioni, Citta metropolitane, Province e Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria, oppure di pericolo grave per incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica e, in particolare, la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali
  - - - L'ORDINE DI ESECUZIONE costituisce la formula inserita nell'atto di recepimento, utilizzata per provvedere ad un adattamento con rinvio al TESTO DEL TRATTATO (il quale viene semplicemente allegato alla legge, entrando a far parte del novero delle nostre fonti, senza integrazione o modifica)
      - molti sostenevano che una tale limitazione di sovranità avesse bisogno di un'apposita NORMA COSTITUZIONALE. La Corte Costituzionale risolse la situazione mediante il riferimento all'ART 11 COST, secondo il quale l'Italia consente a limitazioni di sovranità in condizioni di parità con altri stati per l'istituzione che curi la pace e la giustizia.
      - oggi l'art 117 del titolo v presenta un esplicito riferimento all'ordinamento comunitario. Tuttavia non determina alcuna modifica di carattere procedurale, ma si limita a dare atto della partecipazione dell'italia all'ordinamento comunitario
- - - - stante il carattere autonomo e distinto ai due ordinamenti, comunitario e interno, il comportamento del legislator è suscettibile di essere qualificato come antigiuridico nell'ambito dell'ordinamento comunitario, ma non alla stregua dell'ordinamento interno, secondo i principi fondamentali che risultano evidenti nella stessa Costituzione.
      - Ne deriva he, per risultare adeguato al diritto europeo, il diritto interno deve assicurare un congrua riparazione del pregiudizio subito dal singolo per il fatto di non aver acquistato la titolarità di un diritto in conseguenza della violazione dell'ordinamento dell'Unione. I parametri per valutare la conformità del diritto interno, sono stati enunciati dalla Corte di giustizia
        
        2) presupposti della responsabilita:
        
        3) la possibilità di subordinare il risarcimento all'esistenza di una colpa.
        
        4 l'entità del risarcimento:
        
        5) la delimitazione del periodo coperto dal risarcimento
        
        1) l'ambito della responsabilità dello Stato per gli atti e le omissioni del legislatore razionale contrari al diritto comunitario:
        
        I detti parametri sono sta precisati secondo i principi che seguono
        
        a) anche l’inadempimento riconducibile al legislatore nazionale obbliga lo Stato a risarcire i danni causati ai singoli dalle violazioni del diritto comunitario.
        
        b) il diritto a risarcimento deve essere riconosciuto allorché la norma, , sia preordinata ad attribuire diritti ai singoli
        
        c) Il risarcimento del danno non può essere subordinato alla sussistenza del dolo o della colpa
        
        Il risarcimento deve essere adeguato al danno subito,
        
        "Sulla base del descritto complesso di principle regole
        
        "va data continuità all'indirizzo della giurisprudenza da ultimo richiamata secondo cui profili sostanziali della tutela apprestata da diritto comunitario, inducono a reperire gli strumenti utilizzabili nel diritto interno fuori dallo schema della responsabilità civile extracontrattuale e in quelle dell'obbligazione ex lege dello Stato inadempiente. Il giudice deve quindi determinare la tutela in base ai presupposti oggettivi sopra indicati, in modo che sia idonea a porre riparo effettivo ed adeguato al pregiudizio subito dal singolo.
        
        Nel caso di omessa o tardiva attuazione di direttive comunitarie, il diritto degli interessati al risarcimento dei danni in ragione del ritardo non ha natura extracontrattuale ma indennitaria , a prescindere dalla sussistenza del dolo o della colpa e deve essere determinato in modo da assicurare idonea compensazione della perdita subita, restando soggetto all'ordinario termine decennale di prescrizione