Antefatto: a Marsiglia Encolpio compie malefatte e si inimica Prìapo. A Pozzuoli Quartilla vuole punire Encolpio per rimediare al sacrilegio nei confronti del dio. Encolpio e Gìtone (il suo amante che continua a tradirlo) si imbucano alla cena di Trimalcione, dove lui fa sfoggio della sua ricchezza. I due incontrano Eumolpo, un poeta di strada, dopo alcune vicissitudini in lupanari. Ascilto si stacca dal gruppo e gli altri fuggono per mare con il mercante e la cortigiana. Lica muore e viene compianto. Nella città decadente di Crotone, Eumolpo si finge un ricco vecchio per prendersi gioco dell'ipocrisia degli abitanti, desiderosi di arricchirsi con l'eredità degli uomini più anziani. Encolpio incontra la matrona con cui non può copulare a causa della maledizione del dio: l'impotenza. Eumolpo si ammala, muore e lascia scritto come testamento di cibarsi delle sue carni prima di beneficiare delle sue ricchezze
Cena di Trimalcione
ambiente barocco, eleganza pacchiana e ostentata, sfarzo portate del banchetto e comportamenti superficiali, frivoli e ignoranti
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sacrificio dei valori umani per la conquista della "roba"; mediocrità umana di chi ostenta sapere e beni materiali
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