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IL PENSIERO DI CLAUSEWITZ. SEGUACI E CRITICI - Coggle Diagram
IL PENSIERO DI CLAUSEWITZ. SEGUACI E CRITICI
Esperienze delle guerre napoleoniche
: il popolo diventa il
protagonista della guerra
, violenza estrema,
liberazione di forze incontrollabili e rischi di sovvertimento rivoluzionario
.
Scopo di V. C. :
contenere le nuove energie del popolo in armi
e convogliarle all’interno dell’ordine costituito (approccio conservatore):
legame tra parziali riforme sociali e riforme militari.
«Trattato delle guerra» opera incompiuta che vuole elaborare una
teoria universale della guerra e non redigere un manuale
.
Premessa generale dell’opera: «
la guerra non è nient’altro che la continuazione della politica con altri mezzi
».
Il principe-condottiero deve essere capace di mantenere la
proporzione tra scopo politico, obiettivo militare e risorse disponibili
.
Metafore della guerra: duello ingrandito, coalizione di forze vive, scambio monetario, gioco (collegamento con il calcolo delle probabilità).
Guerra fenomeno sociale che «assorbe dai contesti ambientali» la sua morfologia
L’unità concettuale dell’opera è assicurata da due relazioni dialettiche: A)
La dialettica tra forma assoluta e forma reale
.
Guerra assoluta concetto limite
: conflitto portato alle estreme conseguenze (escalation non frenata).
Solo la
politica e la sua leadership determinano gli obiettivi da raggiungere e le risorse da investire
, quantificando la misura dello sforzo bellico. (es. Napoleone)
Guerra reale solitamente subordinata alla politica
: al guerra ha una sua grammatica, ma non una propria logica.
Non si deve iniziare nessuna guerra senza sapere che cosa con essa e in essa si voglia raggiungere
: la sua efficacia dipende dalla rapidità e dalla giusta misura (incrementalità) di violenza richiesta per portare una situazione a proprio vantaggio.
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I SEGUACI
1)
V. Moltke
(generale artefice vittoria su Austria e Francia) -> Accetta solo formalmente //subordinazione della guerra alla politica** (una volta decisa lasciare la direzione ai militari).
Importanza della
flessibilità di comando
: capacità di prendere e mantenere l’iniziativa e di avere una strategia adattabile (nessun piano sopravvive al primo contatto con il nemico)
Importanza della velocità di
comunicazioni e trasporto
(ruolo della ferrovie e del telegrafo).
Ruolo centrale dell’ «intelligence»
.
2)
Marxisti
-> La guerra è intrinseca alla
rivoluzione e inevitabile
. Dopo fallimento del 1948 Marx e Engels sostengono che la
rivoluzione non può che essere internazionale
e deve
sviluppare capacità militari
.
Analisi della guerra civile americana come
rivoluzionaria sia per innovazioni tecnologiche sia per il «terremoto sociale»
rappresentato dall’abolizione della schiavitù. Dimensione quadriforme della guerra: dimensione diplomatica, economica, psicologica (propaganda), militare.
1) De Jomini ->
Teoria «meccanica» della guerra
(non «biologica» e sociologica): intento di
predisporre un manuale basato su leggi e prescrizioni universali e invarianti
.
Elementi basilari della teoria: la strategia è la
chiave della guerra
; tutta la strategia è controllata da
principi scientifici invarianti che non cambiano nel tempo
; questi principi prescrivono
l’azione offensiva e la concentrano contro punti decisivi dell’avversario
.
La sua opera, «
Arte della guerra
», non solo individua dei principi immutabili, ma
intende codificarli e rendere il loro apprendimento accessibile
. Il suo approccio è «
geometrico
»: segreto per
comprendere la guerra è lo studio delle linee di operazione
. Queste possono essere a)
naturali
(morfologia del terreno) e b) di
scelta strategica
(dove e quando combattere):
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I CRITICI
2) Critici della visione «trinitaria» di V. C.: M. Van Creveld (
uscita dalla fase statale legata al ruolo centrale del governo
a favore di elementi irrazionali); J. Keegan (
guerra esisteva prima di esser strumento razionale degli stati
: triade valida solo per un breve periodo storico e non riesce a spiegare guerre tribali ed etniche);
M. Kaldor (
distinzione tra guerre moderne e post-moderne
: esternalizzazione e privatizzazione della violenza) e Sostenitori delle innovazioni introdotte dalle «guerre asimmetriche».