Modello 6: frammentazione globale
I proponenti del modello della frammentazione globale ritengono che lo stato-nazione sia sotto attacco, dal basso e dall’alto. Le istituzioni sovranazionali stanno guadagnando sempre più autorità politica.
Allo stesso tempo, attori locali, inclusi tribù, cartelli della droga e gruppi terroristici, hanno sfidato l’autorità dei governi centrali e hanno persino stabilito la loro autorità su territori, popolazioni e fornitura dei servizi.
In alcune parti del mondo, lo Stato-nazione è vivo e vegeto, ma in altre non domina più sulle altre forme politiche. In alcune aree dell’Africa centrale, gli Stati sovrani hanno fallito.
La loro incapacità di fornire alle popolazioni sicurezza ed un’economia funzionante, o persino le necessità vitali più basilari, hanno portato altri attori a prendere in mano la situazione.
CARATTERISTICHE
Nel 1993, Max Singer e Aaron Wildavsky sostennero che il modo tradizionale di intendere la politica internazionale dovesse essere sostituito da un nuovo modo di pensare.
In modo analogo Robert Cooper pubblicò nel 1993 The Breaking of Nations. Anche Cooper ritiene che il nuovo ordine mondiale trascenda il tradizionale sistema westfaliano di Stati sovrani in interazione tra di loro.
Critica i realisti perché assumono che tutti gli Stati oggettivamente perseguano determinati interessi e cerchino di accumulare potere.
Cooper suggerisce invece che alcuni Stati possono cambiare radicalmente la propria identità e i propri interessi, mentre altri sono semplicemente incapaci di un’azione consapevole perché mancano di capacità organizzativa o di legittimità.
Cooper sostiene che in quello che in passato era un sistema internazionale integrato ora coesistano con difficoltà 3 diverse forme politiche:
- Mondo pre-moderno: paradiso dell’illegalità in cui gli Stati hanno fallito completamente o non sono in grado di far valere la propria autorità su attori sub-nazionali che controllano il territorio, godono della lealtà di parte della popolazione, e possono persino comandare eserciti locali o privati.
- Il mondo moderno descritto da Cooper riflette il sistema di Stati westfaliano. I governi sovrani controllano internamente i loro paesi e mobilitano risorse per perseguire interessi nazionali.
3. Mondo post-moderno: Stati che hanno rinunciato alla propria sovranità in favore di unione cooperative più ampie di tipo “civile” (come l’UE).
TENDENZE
Mondo pre-moderno: Sudmaerica, Stati falliti come lo Yemen, Stati debolemente centralizzati come Libano e Afghanistan. Stati nazione moderni: Iran, Israele, Cina, India, Brasile… Stati post-moderni: UE
DOMANDE SUL FUTURO
Evidenze empiriche in contraddizione
Il modello di un sistema internazionale frammentato sarebbe particolarmente potente se i mondi post-moderno, moderno e pre-moderno formassero sottosistemi autonomi con scarse interazioni tra di loro.
Tuttavia, i tre mondi di Cooper sembrano essere connessi in vari modi.
Il caos e l’instabilità del mondo pre-moderno tracima nei mondi moderno e post-moderno. I rifugiati provenienti dalle zone di guerra in Africa e in Medio Oriente attraversano le frontiere e raggiungono l’Europa o il Nord America.
- Gli Stati-nazione rimangono gli attori centrali della politica internazionale?
Nessun modello prevede la scomparsa dello Stato-nazione ma essi si dividono riguardo al fatto se rimarrà o meno il fattore discriminate in favore della cooperazione o del conflitto.
I primi tre modelli scommettono tutti, sebbene in modo diverso, sulla continua primazia dello Stato-nazione.
Nel rispondere alla domanda a che cosa sarà più importante in futuro, gli ultimi tre danno maggior peso a unità politiche o processi che trascendono i confini degli Stati-nazione, da un lato, o a particolari caratteristiche di determinati Stati-nazione, ad esempio la democrazia, dall’altro.
- Quanto continuerà a contare il potere militare?
I modelli multipolare, bipolare e dello scontro di civiltà si attendono che il potere militare sia una caratteristica cruciale e che gli attori politici, nei loro rapporti internazionali, si preparino, nella competizione militare e nel conflitto.
Per ragioni differenti, il modello geoeconomico e quello della pace democratica ridimensionano l’importanza del potere militare.
Si può sostenere che il mondo moderno abbia contribuito a creare l’instabilità del mondo pre- moderno: le grandi potenze di un’era precedente hanno tracciato confini coloniali arbitrari che hanno creato conflitti, tuttora irrisolti, attraverso le linee etniche tribali.
In che misura la sicurezza del mondo post-moderno è una funzione della protezione da parte di Stati moderni che utilizzano mezzi molto moderni?