LA GERMANIA E IL TRATTATO DI VERSAILLES: è uno dei trattati di pace che pose ufficialmente fine alla prima guerra mondiale. Il Trattato di Versailles, sottoposto ai Tedeschi per la firma il 7 maggio 1919, obbligava la Germania a cedere territori al Belgio (Eupen-Malmödy), alla Cecoslovacchia (il Distretto di Hultschin) e alla Polonia (Pozna, la Prussia occidentale e la Slesia Superiore). L’Alsazia e la Lorena, che nel 1871, dopo la guerra Franco-Prussiana, erano state annesse alla Germania, tornavano alla Francia. Tutte le colonie tedesche diventavano Mandati sotto il controllo della Lega delle Nazioni, mentre Danzica, la cui popolazione contava un gran numero di cittadini di etnia tedesca, veniva dichiarata Città Libera. Il Trattato imponeva anche la demilitarizzazione e occupazione della Renania, nonché la creazione di uno statuto speciale per la regione della Saar, sotto il controllo della Francia. Il futuro di zone come lo Schleswig settentrionale, sul confine danese, e parte della Slesia Superiore doveva essere invece deciso tramite plebiscito.
La parte più umiliante per la Germania sconfitta fu probabilmente costituita dall’Articolo 231, conosciuto come “clausola di colpevolezza”, che obbligava la nazione tedesca ad assumersi la totale responsabilità dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Di conseguenza, la Germania diventava anche responsabile di tutti i danni materiali causati dal conflitto, per i quali George Clemenceau, il primo ministro francese, insistette in modo particolare che si stabilissero enormi somme di risarcimento. Nonostante fosse evidente che la Germania molto probabilmente non sarebbe stata in grado di pagare un debito tanto imponente, Clemenceau e i Francesi temevano ancora una rapida ripresa della nazione tedesca e un’altra guerra contro la Francia. Di conseguenza, i Francesi cercarono di creare con il trattato un sistema che limitasse la possibilità per la Germania di riguadagnare la supremazia economica e di riarmarsi.