Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
(2) IL DOPOGUERRA ITALIANO - Coggle Diagram
(2) IL DOPOGUERRA ITALIANO
l'ascesa del fascismo
dopo aver raccolto molti consensi Mussolini passa ad un'
impostazione conservatrice
, sopprimendo gli scioperi violentemente con le sue squadre d'azione, trovando l'appoggio della borghesia
il partito socialista si divide, dando vita al partito comunista italiano (con a capo Gramsci)
per sanare il bilancio, Giolitti aumenta le imposte sulle classi abbienti, provocando il malcontento dei partiti di destra
alle elezioni del '21 stringe un'alleanza con nazionalisti e fascisti, il blocco nazionale, per superare i socialisti: il blocco ottiene la maggioranza e in parlamento entrano 35 deputati fascisti, tra cui Mussolini che crea il partito fascista italiano, il quale continua ad operare con violenza ma utilizzando anche mezzi legali
l'incapacità di opporsi ai fascisti porta ad un'ulteriore divisione tra i socialisti, che creano il partito socialista unitario sotto la guida di Giacomo Matteotti
approfittando della situazione di debolezza degli avversari, Mussolini organizza la
marcia su Roma
per prendere il potere il governo: il 28 ottobre 1922 la camicie nere guidate da un quadrunvirato formato da collaboratori di Mussolini marciano su Roma; nonostante l'esercito fosse pronto a far fronte ai fascisti, il re rifiuta di dichiarare lo stato d'assedio e incarica Mussolini di formare un nuovo governo
Mussolini propone un governo di coalizione, composto da liberali, fascisti, popolari e esponenti delle forze armate che seguisse lo statuto albertino nonostante continuasse a sostenere le azioni degli squadristi
per limitare il potere del parlamento istituisce il gran consiglio del fascismo e la milizia volontaria per la sicurezza nazionale
una volta preso il potere si avvicina ulteriormente alla borghesia, proponendo una politica economica liberista; le riforme economiche da lui attuate portarono inoltre alla riduzione del debito pubblico e allo sviluppo di agricoltura e industria
Mussolini cerca di avvicinarsi alla chiesa, con cui condivideva l'antisocialismo e l'anticomunismo, provocando le dimissioni di Luigi Sturzo
nel '23 fa promuovere una legge elettorale, la legge acerbo, che gli permette, grazie al sistema maggioritario e all'inesperienza della popolazione, di ottenere una facile vittoria alle elezioni del '24
grazie alle intimidazioni ai seggi e ai brogli elettorali il listone nazionale ottiene i 65% dei voti
l'opposizione chiede di annullare le elezioni e come risposta alcuni fascisti rapiscono e uccidono
Giacomo Matteotti
, responsabile di aver fatto un discorso d'accusa al fascismo alle camere, il 10 giugno 1924
l'opposizione socialista di Amendola decide di non partecipare alle attività parlamentari finche i fascisti non avessero chiarito il loro coinvolgimento nella vicenda
il re non accoglie la protesta di Amendola e riconferma la sua fiducia in Mussolini, che diventa guida di un governo di soli fascisti il primo luglio 1924
il 3 gennaio 1925 Mussolini rivendica la responsabilità del delitto Matteotti
la questione di Fiume e il biennio rosso
per evitare l'espansione italiana, Francia e Inghilterra impediscono l'annessione di
Fiume
al termine della prima guerra mondiale, nonostante la città stessa si fosse dichiarata italiana nel '18
questa decisione irrita i nazionalisti che, guidati da D'Annunzio, marciano su Fiume nel settembre del '19 e instaurano un governo provvisorio, la
Reggenza del Carnaro
, e dichiararono l'annessione della città all'Italia
dopo questa decisione delle potenze cade il governo Orlando e si instaura il governo Nitti, che fa evacuare Fiume dalle truppe italiane
nelle elezioni del '19 risulta evidente la crisi dello schieramento liberale: Nitti non è in grado di raggiungere la maggioranza e si dimette. Vittorio Emanuele III richiama Giolitti al governo, che però si ritrova in difficoltà a causa dei tumulti dei lavoratori
tra il '19 e il '10, periodo noto come
biennio rosso
, tramite una serie di scioperi (occupazione delle fabbriche e autogestione del lavoro) i lavoratori ottengono la riduzione delle ore di lavoro e il giorno di riposo; le rivolte scoppiano anche nelle campagne, dove i contadini chiedono la riforma agraria
Giolitti risolve la questione di Fiume allontano D'Annunzio e firmando il trattato di Rapallo, in cui Fiume viene definita una città libera