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(1) IL DOPOGUERRA ITALIANO - Coggle Diagram
(1) IL DOPOGUERRA ITALIANO
la crisi
la conversione viene inoltre rallentata da una
caduta generale del tenore di vita
che porta gli industriale a diminuire o sospendere le attività; il culmine della crisi arriva nel '21, quando il fallimento di alcuni trust provoca il crollo degli istituti bancari
la crisi colpisce particolarmente i lavoratori a reddito fisso, ma anche la piccola e media borghesia e i lavoratori del settore agricolo
in Italia tutte le risorse economiche erano state riversate nell'industria pesante di Milano, Torino e Genova, ma con la fine del conflitto queste industrie sono costrette a riconvertirsi in breve tempo in
industria di pace
il quadro sociale è inoltre aggravato dalla
smobilitazione
: la coscienza dei sacrifici affrontati spingeva infatti i reduci a rivendicazioni di ordine sociale
in breve tempo nel paese si determina una situazione di profonda sfiducia verso il governo e verso il parlamento, considerato incapace di mediare e rappresentare il popolo in fermento; in questa situazione la scena politica vede l'scesa di due partiti di massa, quello
socialista
e il
partito popolare italiano
il partito popolare
nasce per iniziativa di Luigi Sturzo nel '19 ed ha matrice cattolica
il programma prevedeva:
l'adozione di un sistema elettorale proporzionale
una riforma agraria
i principi proposti dal partito favoriscono l'aggregazione di persone appartenenti a diverse classi sociali in un'unica organizzazione politica (
interclassismo
)
il partito socialista e l'Ordine nuovo
intanto, si costituisce una terza corrente, l'
Ordine nuovo
, che ha tra i suoi esponenti più rappresentativi Gramsci e Togliatti; la nuova corrente sollecita la formazione di un partito su modello di quello di Lenin: un'avanguardia operaia delegata ad organizzare la lotta proletaria
il partito, particolarmente diffuso presso il proletariato, soffriva di una
spaccatura
interna tra riformisti e rivoluzionari: dopo la guerra prevale la corrente massimalista/rivoluzionaria, ma le polemiche continuano
riformisti, massimalisti e cattolici si ritrovano impreparati alla rivoluzione proposta dall'Ordine: di questa confusione politica approfitta
Benito Mussolini
che, grazie alla sua capacità oratoria, raccoglie attorno a sè alcuni simpatizzanti con cui fonda i
Fasci di combattimento
, il cui programma prevedeva:
un acceso nazionalismo
l'instaurazione di una repubblica con ampie autonomie locali
il suffragio universale
l'abolizione del senato di nomina regia, dei titoli nobiliari e della leva obbligatoria
il pagamento dei debiti statali da parte delle classi abbienti
la partecipazione dei lavoratori a una società di capitale e la riduzione delle ore di lavoro
il programma era eterogeneo e superava gli schieramenti tradizionali di destra e sinistra