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ITALIA POST-UNITARIA (1887-1900) - Coggle Diagram
ITALIA POST-UNITARIA
(1887-1900)
GOVERNO CRISPI:
A partire dal 1887, dopo la morte di Depretis
RIFORME
Tariffe doganali protezionistiche in contrasto con la Francia (1887), che arrivò ad una vera e propria guerra economica
Riforma amministrativa (1888): suffragio universale per tutti i cittadini maggiorenni maschi capaci di leggere e scrivere. Il sindaco viene eletto dal Consiglio Comunale nei comuni con più di 10000 abitanti
Codice penale Zanardelli (1889):
abolizione della pena di morte e
del divieto di sciopero
Nascita dei primi partiti che rappresentano le masse operaie
PARTITO SOCIALISTA (1892)
"Prologo dello statuto del nuovo partito":
All'inizio il partito rinnega il modello anarchico ma propone soltanto il miglioramento della vita dei lavoratori
Impegno sindacale ed azione finalizzate ad ottenere salari più alti: non conquista del potere, ma semplice rappresentanza parlamentare che introducesse riforme e cambiamenti sociali
Instaurazione socialista graduale, solo a trasformazioni sociali già avvenute
FILIPPO TURATI:
principale sostenitore della concezione gradualista del socialismo
FASCI DEI LAVORATORI (1889))
Paragonabile ad un movimento sindacale che riuniva i lavoratori per aumentare la loro forza contrattuale. Al loro interno si concentravano persone delle più diverse ideologie politiche
Movimento nato in Sicilia come immediata risposta alla crisi causata dalla guerra doganale con la Francia, che aveva penalizzato i maggiori settori economici siciliani
AUTUNNO 1893:
Rivolte violente attraverso occupazioni di terre
Crispi mandò 40000 soldati in Sicilia per sedare le rivolte: ci furono arresti in massa, 847.000 persone furono private del diritto di voto poiché considerate pericolose e vennero sciolti tutti i fasci e anche il Partito Socialista
SCOPI PRINCIPALI:
Rafforzare il potere del Governo a discapito del Parlamento
Rafforzare il prestigio dell'Italia tra le potenze europee
Perciò Crispi sostenne la politica coloniale
L'Italia aveva già dei possedimenti in Eritrea, sul Mar Rosso, a partire dal 1869
CAMPAGNA D'ETIOPIA
Questa iniziò soltanto per il prestigio e per trattare alla pari con le altre potenze europee
John A. Hobson infatti sosteneva che l'Italia non avesse ancora quello sviluppo industriale che aveva spinto il colonialismo nel resto d'Europa
TRATTATO DI UCCIALLI (1889):
firmato dall'imperatore Menelik. Il testo in lingua originale sanciva la facoltà dell'imperatore di servirsi della mediazione italiana in politica estera, mentre la traduzione italiana affermava che questo fosse un obbligo e non una facoltà, stabilendo una vera e propria sottomissione dell'Etiopia
Per l'affronto subito Menelik denunciò formalmente Crispi, per poi arrivare al conflitto aperto nel 1895
1 MARZO 1896: BATTAGLIA DI ADUA
L'esercito etiope di 150.000 uomini inferse una sconfitta schiacciante all'esercito italiano, che affrontò la battaglia con superficialità non credendo che l'Etiopia avesse tali risorse
La Campagna d'Etiopia si rivelò un totale fallimento (la più pesante sconfitta subita da un esercito coloniale in Africa) e il governo Crispi fu costretto a dimettersi
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Sedare ogni tipo di rivolta, anche con la forza