14.Il Gotico dalla fine del XII fino al XIV-XV secolo.
Continuo-La pittura di fine Duecento,inizi Trecento,tra Assisi,Padova,Firenze e Roma.

Sempre Giotto -->

Opere:

La Cappella degli Scrovegni.

La Madonna di Ognissanti.

Storiografia:costruita nel 1303 e consacrata il 1305,viene intitolata Santa Maria della Carità,la cappella fu fatta costruire dal nobile padovano,Enrico degli Scrovegni.
La cappella adibita a oratorio privato e futuro mausoleo di famiglia,chiamò ad affrescare il fiorentino Giotto.

Giotto dipinse l’intera superficie interna dell’oratorio,con un progetto unitario; iconografico e decorativo,ispirato da un teologo agostiniano Alberto da Padova.

Descrizione iconografica:

le scene sacre si dividono in tre registri sovrapposti,al di sopra uno zoccolo a finte specchiature in marmo,alternate a figure allegoriche dei Vizi
e delle Virtù,lo schema:

1.registro superiore: -lato destro,Storie della Vita di Gioacchino e Anna (genitori di Maria).
-lato sinistro, Storie dell’infanzia e della vita di Maria.

2.registro mediano e inferiore: Storie della Vita di Gesù.

3.controfacciata:Giudizio Universale.

4.arco trionfale:Annunciazione ed episodi della Vita di Gesù.

5.volta stellata:busto del Salvatore e busto della Vergine.

Il ciclo pittorico è incentrato sul tema della salvezza,ha inizio dalla lunetta in alto con l’arco trionfale “Dio invia l’arcangelo Gabriele”,fino ad arrivare ai personaggi allegorici,Vizi(49-55) e le Virtù(42-48);entrambi si fronteggiano a coppia,simboleggiano il percorso verso la beatitudine,da effettuare superando con la cura delle Virtù gli ostacoli posti dai Vizi,che seguono uno schema filosofico-teologico agostiniano.

Esempio:

L’ira parte dei Vizi(non capitali);è una donna dai lunghi capelli,che getta la testa all’indietro e si straccia le vesti,perdendo ogni controllo.
Egli è opposta alla calma della Temperanza,sulla parete opposta.

L’invidia fa parte dei Vizi(non capitali);è una creatura mostruosa dominata da una serpe che le avvolge il capo,sguardo maligno,e avvolta dalle fiamme che la divorano,con l’orecchio grande tende ad ascoltare,menta la mano tiene i propri averi,l’altra tenta di afferrare ciò che non le spetta.
Egli è opposta alla Carità prodiga nell’aiutare gli altri,sulla parete opposta.

Particolare del corretto dell’arco absidale:sono 2 volte a crociere prive di scopo narrativo,l’unica funzione di ‘illustrare’ l’abilità di Giotto nel raffigurare uno spazio tridimensionale su una superficie piana.

Questi personaggi derivano da una riflessione sul trattato della “Psychomachia”(la lotta dell’animo),del poeta latino Prudenzio.


Sogno di Gioacchino.
Gioacchino addormentato davanti alla capanna delle greggi e un angelo gli appare in sogno,annunciandogli la nascita di Maria,sua figlia.
L’angelo tiene in mano un bastone,impugnato come uno scettro,con 3 foglioline simbolo della trinità.

Modelli di riferimento:scultura gotica di Giovanni Pisano,statuaria classica.

Qui Giotto,contrappone la postura chiusa del dormiente alla figura distesa dell’angelo in volo,ponendo come ‘tramite’ visuale i 2 pastori.

Bacio di Giuda.
Il nucleo centrale è individuabile dalle linee di forza,come Caifa che inidica a destra,e il colore giallo della veste di Giuda,protesa in avanti,per baciare Gesù in modo da permettere alle guardie di riconoscerlo e catturarlo.
Il volto di Giuda è trasfigurato in una maschera bestiale,e ha perso l’aureola.
Il volto di Giuda è trasfigurato in una maschera bestiale,e ha perso l’aureola.

Attorno ai due,l’agitazione degli uomini armati,che generano un effetto di violenta drammaticità.
A sinistra,Pietro taglia l’orecchio a Malco,un servitore del sacerdote,con un coltello.

Sempre intorno e a destra,gruppi di uomini in armi poco visibili,dall’azione che si svolge,mentre ben pronunciato l’uomo che suona il corno.

Il compianto sul Cristo morto.

Lettura formale:
La diagonale della roccia divide in due parti,quella del dolore terreno e quella del dolore divino:in basso la pienezza rotonda dei volumi che danno forma ai personaggi,in alto la purezza degli angeli che assistono alla vicenda.

Poi in primo piano le due figure poste di spalle,sedute a terra:stratagemma utilizzato da Giotto e i suoi seguaci,per accompagnare l’occhio dell’osservatore all’interno della composizione.

Lettura stilistica:
La disposizione dei personaggi si accompagnano
alla stessa conformazione della natura,secondo una logica all’effetto drammatico della scena.

La roccia che degrada lentamente verso il Cristo morto sottolinea il crescere del dolore,a partire dai apostoli,e esplosione letteralmente di gestualità in san Giovanni e le Pie donne.

Il struggente abbraccio di Maria,che avvicina il volto a quello del figlio martoriato,stringendolo in grembo,come se lo cullasse.
Questa sofferenza si riflette nelle reazioni straziate degli angeli.

Storiografia:realizzata nel 1310 d.c.,da Giotto a Firenze.
La prima menzione risale al XV secolo,e si trovava in Ognissanti,fino al XIX secolo,togliendola dalla chiesa trasferendola alla Galleria dell’Accademia fiorentina,poi nel XX secolo agli Uffizi.
La prima menzione risale al XV secolo,e si trovava in Ognissanti,fino al XIX secolo,togliendola dalla chiesa trasferendola alla Galleria dell’Accademia fiorentina,poi nel XX secolo agli Uffizi.

Tecnica e Materiale:pala lignea medievale,tempera e oro su tavola.

Modelli di riferimento:maestà di Cimabue e Duccio di Buoninsegna,”La Giustizia” nella Cappella degli Scrovegni,stile gotico francese.

Descrizione iconografica:la Madonna col bambino,accenna quasi un sorriso,dischiudendo le labbra e mostrando da uno spiraglio i denti,entrambi caratterizzati dal contrasto tra ombre e lumeggiature.

La veste della Vergine,ha cromie di bianco madreperlaceo,il blu lapislazzuli del manto,il rosso della fodera.

Il Trono cuspidato in stile gotico francese,sembra un trittico rinchiuso e un ciborio di incrostazioni marmoree,creato secondo una prospettiva,che accentua la profondità.

Gli sguardi degli angeli,convergono verso il centro,essi hanno in mano doni per la Madonna;una corona,un cofanetto prezioso e vasi con gigli e rose.

Originalissima la disposizione dei due santi nell’ultima fila,visibili attraverso il traforo del trono visto il fondo oro,tuttavia i santi e angeli,non collocati uno sopra l’altro,ma ordinariamente,nemmeno piatti,si diversificano fisignionicamente.

Qui Giotto,lascia una linea incisiva,anche se non mancano sistemi arcaici;fondo oro e proporzioni gerarchiche.
La Maestà viene reinterpretata,in centrandola sul recupero della spazialità tridimensionale degli antichi e sul superamento della frontalità bizantina.