:ARTE: ritorno all'ordine (ARTE E REGIMI) Negli anni Venti e Trenta del 900' si assiste ad un ritorno all'ordine, ovvero si cominciò a sentire l'esigenza di un progressivo recupero della tradizione, del mestiere, e della tecnica in ambito sia artistico che architettonico. Questo nuovo stile interessò soprattutto Italia e Germania dove fascismo e nazismo imposero il recupero di un linguaggio artistico che poteva rappresentarli perfettamente. Nell'architettura italiana si registra il tentativo di conciliare modernità e tradizione voluto dal regime fascista, il quale promosse anche l'affermazione della retorica della romanità, ossia la ricerca di un architettura che fosse espressività della "classicità italiana". Un esempio di questo filone propagandistico furono le opere di Piacentini come il Palazzo di Giustizia di Milano, l'EUR, e il Palazzo della Civiltà Italiana di Guerrini, La Padula e Romano, emblema della monumentalità fascista.
In Germania tra il 1919 e il 1935 si sviluppò la "Nuova oggettività", un movimento artistico caratterizzato dal ritratto di soggetti brutti e deformati che non apparivano come erano realmente, ma moralmente; facendo ciò i pittori mostravano il loro dissenso verso l'arte tradizionale e denunciavano la miseria morale e sociale in cui la Germania era caduta dopo la Prima guerra mondiale. Il tema preferito fu quello della città, intesa come luogo di perdita dell'identità collettiva e come lo scenario di un carnevale grottesco. Gli artisti più famosi furono Grosz e Dix, i quali realizzarono opere coraggiose, caratterizzate da un violenta carica satirica e da personaggi tragicomici dell'alta borghesia o dell'esercito, stravolti da fisionomie mostruose e in preda ai loro tormenti esistenziali, come dimostrano opere come "Invalidi di guerra che giocano a carte", "Le colonne della società" e "Adolfo, il superuomo ingoia oro e vomita sciocchezze
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