Con la caduta di Mussolini, l'industria cinematografica italiana perse il suo centro organizzativo.
Come in Germania, anche in Italia le forze militari alleate cooperarono con le società americane per cercare di assicurare agli Stati Uniti il dominio del mercato e molte case di produzione dovettero ridimensionarsi.
Mentre le società interne lottavano faticosamente per sopravvivere, il cinema neorealista si impose come una forza di rinnovamento culturale e sociale. Durante il declino declino del regime fascista, nella letteratura e nel cinema era affiorato un impulso realista. Dopo la liberazione, nella primavera del 1945, la gente di ogni classe divenne ansiosa di rompere con il passato.
I partiti formarono un governo di coalizione, mirando a fondare la rinascita sulla base di idee liberali e
socialiste e i registi furono pronti a farsi testimoni di quella che fu chiamata "primavera italiana". Il "nuovo realismo" vagheggiato durante la guerra era arrivato.