Dopo un infelice tentativo di fuga dalla casa paterna, compiuto per evadere dall'ambiente chiuso e arretrato della famiglia e di Recanati, il poeta ottenne finalmente il permesso di andare a Roma, dove provò una profonda delusione per la meschinità degli uomini e la frivolezza delle donne. Fu a Milano, Bologna, Pisa e Firenze, dove conobbe un giovane esute napoletano, Antonio Ranieri, col quale strinse amicizia e si trasferi a Napoli. Qui morí nel 1837, mentre nella città imperversava un'epidemia di colera.