(Vedi: Il male, e il libero arbitrio) Parlando della filosofia di Sant'Agostino, non ho molto da ridire riguardo alle sue idee. Ciò con cui non mi trovo però assolutamente d'accordo è la concezione di libero arbitrio.
In un mondo pieno di sofferenza l'uomo non può essere causa unica e sola di tutti i mali.
Malattie, disgrazie, non sono in alcun modo conseguenze delle scelte di qualcuno.
Si potrebbe obiettare quest'affermazione, ma in ogni caso, possiamo dire con certezza che determinati mali nascono inconsapevolmente.
Dico quindi che "ciò che ha fatto Dio" è un po' paragonabile a dare a un bambino molto piccolo della plastilina con cui giocare, aspettandosi che non la mangi.
Non si può dare solamente la colpa al bambino, perché il bambino è ingenuo e ignora i pericoli.
Il libero arbitrio diventa, in una visione agnostica, una cosa relativa:
Se esistesse qualcosa più grande di noi, che potrebbe controllarci ma che ci lascia liberi, allora esiste. Se invece non vi è nulla, allora si potrebbe dire semplicemente che le cose "succedono e basta". Ultimamente la mia visione filosofica sta sempre più degenerando in una totale razionalizzazione scientifica di qualsiasi cosa. Le nostre scelte sono semplicemente il frutto di varie reazioni chimiche e impulsi elettrici di un organo che conosciamo veramente poco. Quindi nessuno può sapere veramente se in realtà tutto è già predestinato, che vi sia qualcosa di più grande o no. Ciò che penso però è che alla fine dei conti, le scelte che noi facciamo magari non sono "scientificamente" nostre, ma almeno sembrano nostre. Non abbiamo mai la sensazione che qualcuno ci obblighi a fare qualcosa, perché non importa quanto la situazione sia estrema, possiamo comunque fare una scelta piuttosto che un'altra.
Purtroppo la mente di Agostino nasce in un periodo di totale chiusura ideologica, che lascia spazio solo a "certezze" basate sulla Bibbia "assolute e inconfutabili". Credo che il più grande errore che l'uomo possa fare in campo filosofico sia dare per scontata qualcosa, senza verificarne la veridicità e senza avere delle proprie idee.