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Tre Grandi donne - Coggle Diagram
Tre Grandi donne
Rita Levi Montalcini ,morì all'età di 103 anni e, in un secolo di vita, riuscì a fare una guerra, diverse ricerche, vincere un Nobel e diventare senatrice a vita: queste sono solo alcune cose che ha fatto Rita Levi Montalcini nella sua vita
Mussolini, con il suo regime e con le leggi razziali che non le permisero di frequentare l’Università, essendo ebrea. Dall’Italia scappa a Bruxelles, ma torna a Torino poco prima dell’invasione del Belgio. Qui, costruisce uno studio in casa, un laboratorio di ricerca
Alla Washington University di St. Louis, dove andò ad insegnare, scoprì l' NGF all’inizio degli anni ’50. E' un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo. Quella scoperta è stata fondamentale, poi, per comprendere i tumori e per curare malattie come la SLA o l’Alzheimer e le valse il premio Nobel
nel 1987 Reagan le riconosce la Medal of Science; è il più alto riconoscimento scientifico americano
Nel 2001 diventa senatrice a vita per volontà del Presidente Ciampi. Ma la politica non era ciò che le interessava davvero: erano la ricerca e lo studio, che non abbandonò mai, nemmeno quando divenne anziana
un orgoglio italiano, una donna che ha dimostrato come le distinzioni di genere e razza sono inutili.
La sua frase più significativa: Dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.
Margherita Hack
Oggi è conosciuta come una delle maggiori scienziate italiane, ma alla scienza ci arrivò abbastanza per caso.
Già la scelta della facoltà universitaria non fu dettata da una passione per la scienza. Su suggerimento dei suoi genitori si iscrisse prima a Lettere perché era brava nei temi e le piaceva scrivere le cronache delle partite di calcio della Fiorentina dopo averle lette sulla «Nazione»
Cominciò la sua prima ricerca autonoma molti anni dopo e perché la tesi che aveva scelto era scientifica, sulla stella Zeta Tauri,. molto calda e con un comportamento strano che meritava un approfondimento. In breve ottenne dei risultati interessanti e si convinse così di essere una vera scienziata
Viaggiò moltissimo insieme a suo marito che la seguì e la assecondò in tutto. L’Osservatorio di Trieste ad esempio all’inizio degli anni Sessanta era il peggiore d’Italia. Sotto la direzione di Margherita cominciò ad attrarre giovani da tutto il mondo e in pochi anni si trasformò in una moderna struttura di ricerca guadagnando rispetto a livello internazionale.
Nel 1984, quando lasciò la direzione, all’Osservatorio di Trieste lavoravano più di ottanta persone e si conducevano ricerche tra le più avanzate, attraverso una rete di collaborazioni che coinvolgevano scienziati da tutto il mondo
Antifascista convinta durante il liceo, vide i suoi compagni e professori ebrei cacciati da scuola da un giorno all’altro, in conseguenza delle infami leggi razziali, e quando l’Italia entrò in guerra il 10 giugno 1940 strappò la bandierina italiana che aveva attaccato alla bicicletta
è stata una scienziata polacca. La prima donna al mondo a vincere il premio Nobel. Ne vincerà 2: nel 1903 per la Fisica e nel 1911 per la Chimica
Rita Levi Montalcini
Marie Curie
Alla Sorbona di Parigi si iscrive alla facoltà di Scienze: nonostante la difficoltà per una donna di intraprendere la carriera scientifica, Marie si laurea in fisica e in matematica
Dopo anni di esperimenti, nel 1902 riesce con suo marito
a isolare un nuovo elemento chimico: lo chiamano radio, per le radiazioni che emette. Scoprono inoltre che il nuovo elemento possiede proprietà utili per curare alcune lesioni cutanee. Per questa ragione non ne brevettano il metodo di estrazione: preferiscono permettere a tutti di produrlo liberamente e utilizzarlo a scopo terapeutico.
Le scoperte sulla radioattività naturale di Marie Curie pongono le basi per l’utilizzo nella medicina moderna delle radiazioni: ancora oggi la radioterapia è uno dei metodi più utilizzati per combattere il cancro
Nel 1914, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, sospende l'insegnamento e va al fronte con la figlia Irene per organizzare il servizio radiologico di supporto ai feriti. In questa occasione inventa le famose “Petit Curie”: unità mobili attrezzate con apparecchi ai raggi X, un’altra applicazione del radio in campo medico
Muore il 4 Luglio a 66 anni per un’anemia perniciosa, causata probabilmente dalla lunga esposizione alle radiazioni. Dal 1995 riposa al Panthéon di Parigi, prima donna.
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