A quei tempi era sempre festa.// Bastava uscire di casa/ e traversare la strada,/ per diventare come matte,/ e tutto era così bello, specialmente di notte,/ che/ tornando stanche morte/ speravano ancora/ che qualcosa succedesse,/ che scoppiasse un incendio,/ che in casa nascesse un bambino,/ o magari venisse giorno all'improvviso/ e tutta la gente uscisse in strada/ e si potesse continuare a camminare fino ai prati e fin dietro le colline./ Dicevano alle ragazze così:/ che erano sane, giovani,/ che non avevano pensieri/ perché,/ si capiva,/ erano ragazze.// Eppure una di loro, quella Tina/ che era uscita zoppa dall'ospedale/ e in casa non aveva/ da mangiare,/ anche lei rideva per niente,/ e una sera, trottando dietro agli altri,/ si era fermata/ e si era messa a piangere/ perché dormire era una stupidaggine/ e rubava tempo all'allegria.// Ginia,/ se queste crisi la prendevano,/ non si faceva/ accorgere/ ma accompagnava a casa qualche altra/ e parlava,/ finché non sapevano più cosa dire.// Veniva così il momento/ di lasciarsi,/ che già da un pezzo erano come sole/, e Ginia tornava a casa tranquilla,/ senza rimpiangere la compagnia. //