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Géricault: La zattera della medusa
1818-1819, 491x716 cm, olio su tela, Parigi, Musée de Louvre
Il soggetto di questo quadro storico è tratto da un fatto di cronaca avvenuto del 1816, ossia il naufragio a largo delle coste del Senegal della fregata Medusa (imbarcazione della Marina reale francese)
durante il naufragio 149 soldati e civili vagarono per 12 giorni in alto mare, senza nè acqua nè cibo, e solo 10 sopravvissero e raccontarono la tragedia
questa tela descrive il momento in cui i naufraghi avvistano all'orizzonte il brigantino Argus che li salvò
Siccome la testimonianza dei sopravvissuti colpì molto l'opinione pubblica, il pittore decise di realizzare una tela di dimensioni notevoli
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la posizione delle 20 persone forma una piramide tesa verso la speranza nell'arrivo del brigantino e sono tesi verso destra con un movimento ascendente
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in primo piano un uomo anziano piange suo figlio morto, circondato da corpi sofferenti, che esprimono disperazione e solitudine
nella fascia centrale ci sono uomini che tentano a fatica di rialzarsi nell'estrema speranza di salvarsi
nella fascia destra nell'esaltazione dell'avvistamento tendono le braccia in direzione della nave, che è indistiguibile tra le onde minacciose
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Géricault studia a lungo la composizione della grande tela: legge i resoconti del naufragio, interroga i superstiti, esegue un modellino della zattera e alcune figure di cera, si reca all'ospedale di Beau John per ritrarre ii moribondi e a Le Havre per studiare le onde del mare e le nuvole mosse dal vento.
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Il suo obiettivo è quello di rappresentare con uno stile epico e solenne, solitamente riservato alla pittura storica, una tragedia contemporanea
STRUTTURA
l'opera è basata su un sistema di diagonali che dal piano instabile della zattera convergono a sinistra nell'albero, a cui è legata la vela, e a destra nella camicia sventolata dal naufrago.
i vertici divergenti delle due piramidi indicano la presenza di spinte contrarie , infatti il vento soffia in opposizione alla nave della salvezza
il suo metodo di lavoro consiste nel: far posare i suoi modelli nella posizione esatta da lui scelta e ne disegna l'insieme a grandi linee, poi stende il colore sulla tela bianca con rapidità e precisione. Utilizza pennelli piccoli con cui procede per tratteggio passando dal colore delle carni ai tessuti, poi alle onde e al cielo nei vuoti. Nella tavolozza predominano i rossi, gli ocra, i bruni e i neri. L'anatomia dei corpi richiama i modelli statuari classici
La critica era divisa tra: coloro che erano affascinati dall'orrore e dalla tragicità del soggetto e i fautori del classicismo, che condannavano il crudo realismo dei cadaveri.
Per Joueles Michelet l'opera era un'efficace allegoria della crisi politica, in quanto rappresentava la Francia stessa.
Le figure sono classicheggianti, sia per le pose riprese da michelangelo, raffaello, sia per la tecnica (disegno preciso, studi preparatori). E' invece romantico l'effetto drammatifo, il senso della tragedia, e della disperazione.
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