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LE MAFIE - Coggle Diagram
LE MAFIE
Nel 1982, il Parlamento approvò la Legge Rognoni-La Torre, cioè la legge che un'altra vittima della mafia, il deputato Pio La Torre, aveva presentato inutilmente anni prima in Parlamento.
Questa legge introdusse per la prima volta nel Codice penale il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso e concesse ai giudici di rompere il "segreto bancario".
A Palermo il procuratore Antonino Caponnetto istituì un pool antimafia costituito da Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e altre due persone.
Nel 1984 Falcone riuscì a indurre un potente boss mafioso, Tommaso Buscetta, a diventare "collaboratore di giustizia".
Buscetta svelò i segreti dell'organizzazione mafiosa. Il risultato fu il maxiprocesso contro la mafia.
Contemporaneamente a Palermo, gruppi di studenti universitari diedero i primi segnali di una riscossa civile. I giornalisti chiamarono questa stagione di speranza "primavera di Palermo".
Nel 1987 cambiò l'atmosfera. La mafia rialzò la testa e nel 1992 uccise prima Salvo Lima. Poi iniziarono gli attentati: i primi furono i due giudici Falcone e Borsellino.
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Quando l'esercito alleato invase la Sicilia nel 1943, i servizi segreti degli Stati Uniti incaricarono il boss italo-americano Lucky Luciano di utilizzare i mafiosi locali per tenere a bada la popolazione.
Luciano affidò alcuni Comuni-chiave a sindaci mafiosi che ordinarono l'assassinio dei sindacalisti più impegnati. Fu inviato un avvertimento attraverso il bandito Salvatore Giuliano dove nel 1947 mitragliò un gruppo di contadini radunati a Portella della Ginestra per festeggiare il Primo maggio.
Conclusa la Seconda guerra mondiale, la "vecchia mafia" siciliana era divise in "famiglie" che si spartivano il territorio della Sicilia nord-occidentale; i loro capi formavano una Cupola.
La Cupola elaborò, poi, una vera e propria strategia di "avvicinamento".
Queste forme di criminalità nacquero con i BORBONE, la dinastia che fu per secoli alla guida del Regno delle Due Sicilie.
Agli inizi del Novecento il potente flusso migratorio verso l'America ricreò il fenomeno mafioso nel ghetto di Little Italy, il quartiere italiano di New York.
In Italia durante il fascismo la mafia subì tanti colpi da parte del prefetto Mori ma, esso cominciò a indagare su gerarchi fascisti e fu rimosso dall'incarico, stesso da Mussolini.
Molti mafiosi si trasferirono in America dove il proibizionismo offriva nuove possibilità di arricchirsi.