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La critica cinematografica (Pezzotta) - Coggle Diagram
La critica cinematografica (Pezzotta)
CAPITOLO 8
Riassumendo:
L'attribuzione di valore a un film dipende dalla persuasività della critica. Un discorso critico convincente si basa sulla condivisione delle premesse evocate, sulla pregnanza delle argomentazioni, sul prestigio culturale dei metodi e dei percorsi interpretativi adottati. Viene espresso con uno stile appropriato, e magari personale. Il risultato è quello di far parlare il film.
Rivalutazioni
La critica si svolge nella storia, e i suoi giudizi non sono assoluti. Le rivalutazioni, le riletture e i pentimenti fanno parte della natura stessa della critica.
Retorica della stroncatura
Nel campo della critica, manca una voce autorevole che si sia elevata a difesa della stroncatura. In campo editoriale si trovano stroncature, ma come museo degli errori: quando una firma eccellente non ha compreso un capolavoro conosciuto.
CAPITOLO 6
Lo stile della critica
Dispositio
Cappello introduttivo con eventuali note di colore, considerazioni personali, agganci all'attualità
Esposizione della trama
Analisi del contenuto
Giudizio sul film
Esordio
Stabilisce subito il rapporto tra critico e lettore: colloquiale, tra pari, dall'alto al basso, ludico. Nell'esordio si comincia il discorso.
Narratio e confirmatio
Parte centrale della recensione, è il racconto della trama. Prima la narrazione dei fatti, poi l'esposizione dei propri argomenti, seguita eventualmente da una confutazione degli argomenti dell'avversario. La retorica classica raccomandava chiarezza, brevità e credibilità nell'esposizione dei fatti.
Conclusione
Nella retorica classica, la conclusione era il momento in cui gli argomenti patetici si sposavano a quelli più razionali.
Elocutio
Nella retorica classica, l'eloquio concerneva la scelta dello stile, che per prima cosa doveva essere adatto al soggetto.
CAPITOLO 5
Le forme di ragionamento
Tecniche di argomentazione
Si rifanno alla
retorica aristotelica
, che studiava le tecniche di argomentazione sotto il nome di
prove
Prove tecniche
(Intrinseche)
Create dall'oratore
Ethos
Che fanno appello al carattere dell'oratore
Pathos
Che fanno appello all'emozione dell'oratore
Logos
Che usano il discorso, mirando a convincere
Prove non tecniche
(Estrinseche)
Esistenti nella realtà (Es: dichiarazione del regista)
Associazione
Costituisce un legame tra un fenomeno generale e uno particolare:
La proprietà
X
è manifestata da tutti i grandi film. Questo film ha la proprietà X. Questo film è importante.
Paragone
Serve a capire meglio qualcosa, accostando al nuovo elemento uno già conosciuto.
"Questo carrello è buono e adesso vi spiego perché confrontandolo ad un altro che non trovo riuscito."
Analogia
Invece di essere un rapporto di somiglianza, è una
somiglianza di rapporto
. Non rispecchia la struttura del reale, ma la crea.
"Quella stessa relazione che hanno gli occhi dei pipistrelli con la luce del giorno, l'intelletto della nostra anima lo ha con le cose che sono per natura più splendide di tutte."
Metafora
Si può considerare un'analogia condensata, è una figura retorica che parte da un'analogia per arrivare a fondere due elementi di essa, creando una nuova immagine.
"
Artisti - termite
" (Stanlio e Onlio) e "
Artisti - elefante bianco
" (Antonioni)
Dissociazione
Vuole dimostrare che una realtà apparentemente univoca nasconde invece una realtà profonda e apparente.
"Sembra questo, ma invece è quello; sembra un film di genere, ma è molto di più"
Criteri di verificabilità
I problemi da affrontare in ogni interpretazione sono quattro:
l'
appropriatezza
dell'oggetto analizzato
l'
adattamento
dei dati
l'
originalità
dell'interpretazione
la
plausibilità
dell'interpretazione
Paul Grice,
principi di cooperazione
Dà il contributo informativo richiesto
Non dire ciò per cui non hai prove adeguate
Sii pertinente
Evita l'oscurità e l'ambiguità, sii breve ed ordinato.
CAPITOLO 4
Critica come argomentazione
La critica vuole condurre il suo destinatario ad aderire ad una tesi, per esempio, che il dato film è bello o brutto. La critica non ha per oggetto la verità, il suo discorso è di tipo
argomentativo
. In questo senso rientra a pieno nel campo della
retorica
. L'
argomentazione
si pone come una logica del verosimile, ed è sinonimo di
persuasione
condotta con le armi del ragionamento.
La
retorica classica
distingue i vari generi di discorsi argomentativi:
Il discorso
deliberativo
: promuove l'utile, consigliando o sconsigliando un'assemblea a prendere determinati provvedimenti.
La critica che consiglia
: rientra nel discorso
deliberativo
quando si rivolge al regista per consigliarlo, invitandolo a proseguire per una data strada o a riprendere quella abbandonata.
Il discorso
giudiziario
: difende il giusto, persuadendo l'uditorio che decide il processo.
La critica che giudica
: il critico normativo, che attribuisce stellette giudizi perentori, che decide cosa è bello e cosa è brutto, importante o irrilevante, rientra nel discorso
giudiziario
Il discorso
epidittico
: loda o biasima, avendo per oggetto il bello o il brutto, facendo appello ai valori condivisi.
La critica che insegna
: Il discorso della critica è
epidittico
o
pedagogico
quando cerca di spiegare e trasmettere nozioni. (Alberto Moravia nel 1944 recensisce
Il fiore sotto gli occhi
) Il critico-maestro deve avere un'
auctoritas
.
Interpretazione e selezione dei dati
La
retorica classica
si articola in cinque parti, corrispondenti alle fasi che deve affrontare chi costruisce un discorso.
Inventio
: l'oratore trova tutti gli argomenti
Dispositio
: l'oratore organizza la struttura del discorso
Elocutio
: elaborazione stilistica del discorso
Actio
relativa alle tecniche di recitazione del discorso
Memoria
: relativa alle tecniche con cui l'oratore ricorda ciò che deve dire
Le basi dell'argomentazione
L'oratore deve sapere quali sono la natura e l'opinione preventiva di coloro ai quali si rivolge. Per persuadere il suo pubblico, l'oratore deve partire da un terreno comune. Il linguaggio, per esempio: gergo tecnico e concetti complessi sono normali su una rivista diffusa in ambito circoscritto, ma risultano penalizzanti per il lettore del quotidiano. Le basi che il critico deve condividere con il pubblico, riguardano inoltre una serie di premesse e di
valori
, articolabili in
gerarchie
.
Luoghi della quantità
Sono i luoghi comuni che affermano che una cosa vale più di un'altra per ragioni quantitative. Esempio: un numero maggiore di beni è preferibile a uno minore, un film di grande successo è preferibile a uno di nicchia.
Luoghi della qualità
Sono quelli che contestano la virtù del numero e si fanno forti della singolarità, della novità, complessità e profondità. Esempio: un film d'autore è meglio di uno commerciale, un film indipendente è meglio di un prodotto da studio, un film sperimentale meglio di quello tradizionale.
Luoghi dell'ordine
Sono quelli che affermano la superiorità dell'anteriore rispetto al posteriore. Esempio: i film dei maestri e dei fondatori di un genere sono migliori di quelli degli epigoni.
Luoghi dell'esistente
Sono quelli che affermano la superiorità di quanto esiste, di quanto è attuale, di quanto è reale sul possibile. Esempio: i film verosimili e realistici sono migliori di quelli inverosimili.
CAPITOLO 3
Forme e luoghi della critica
La recensione
Genere esemplare della critica. Bilancia informazione, interpretazione e giudizio. Articolata secondo uno schema fisso: cappello, trama, commento e conclusione. La recensione non è un saggio, può essere breve (400 caratteri) o ampia, privilegia l'aspetto informativo ed esprime una valutazione soggettiva.
L'intervista
Con
Il cinema secondo Hitchcock
,
Truffaut
ha dimostrato che si può fare critica (e storia) in forma di conversazione: ogni sua domanda presuppone una conoscenza dettagliata del film, ma anche delle idee critiche precise.
Dal saggio al dizionario
Il
saggio
appare come un'estensione della recensione. Saggi pionieristici su singole cinematografie o su generi, come
Il western è maggiorenne
di Kezich (1953). Le prime monografie su registi appaiono negli anni Quaranta, come
Renè Clair
di Glauco Viazzi (1946). La
monografia
segue l'opera del regista film per film, intrecciando dati biografici con quelli sulle vicende produttive. Come in una recensione, alla
sinossi
segue il commento.
Una forma di critica diffusa a partire dal secolo scorso è il
dizionario
, che in Italia ha preso piede sul modello di pubblicazioni americane, inglesi e francesi. I più diffusi
Dizionari dei film
prendono nome dai loro ideatori come Paolo Merenghetti e Morando Morandini. Le prime edizioni sono apparse nel 1993 e 1998. Ogni scheda ha una sinossi e un commento più o meno articolato, il giudizio sul film viene sintetizzato in stelle o pallini.
Dalla sala al digitale
Diffusione dell'home video. I cinefili si dividono in due fazioni.
Entusiasti del nuovo mezzo
Chi rivendica l'insostituibilità dell'esperienza della sala cinematografica.
Le forme della critica sul web
Tramonto delle riviste cartacee e diffusione della critica online, esercitata su forum, blog, siti tematici etc.
Dal punto di vista del discorso emergono nuove forme: diari, articoli-elenco. Si affermano registri ludici e scorretti. Prendono piede le videorecensioni.
Emergono nuovi soggetti, fan e critici amatoriali, con una preparazione amatoriale, che si esprimono con argomentazioni tradizionali.
Dal documentario al video essay
Per parlare di un film o un autore si può anche girare un documentario. La diffusione dei DVD e la domanda di extra da allegare ai film hanno aumentato la produzione di documentari: alcuni materiali inclusi nel DVD sono anche buone introduzione alla poetica e al metodo dei singoli registi.
CAPITOLO 7
Metodi e temi ricorrenti
Esistono diverse metodologie critiche con cui si analizzano i film. Uno stesso metodo può valere per diversi film, viceversa, lo stesso film può essere letto con metodi diversi.
Temi
One to many
Il critico, una volta deciso che il tema è rilevante, lo ritrova in ogni elemento del film. (es: alienazione in Antonioni)
Many to one
Il critico analizza uno stesso elemento tematico del film con diverse metodologie.
Dettagli significativi
L'analisi può prendere in considerazione la scenografia, la costruzione dell'intreccio, qualsiasi elemento di stile: che sia un movimento della macchina da presa o un particolare tipo di montaggio.
Il mito dell'autore
Dal punto di vista retorico, eleggere l'autore a tema centrale di un'analisi significa invocare un argomento di autorità e uno fondato sull'associazione. Interpretare un film, spesso, equivale a inserirlo nell'opera dell'autore. Ogni film può essere considerato il superamento o l'evoluzione del precedente.
Generi
Per la critica, il genere è spesso un'essenza indiscutibile e universalmente accettata, che crea classi di film. Queste ultime sono utili a posizionare i film da giudicare. Non tutti i generi hanno lo stesso valore, se il western e noi sono stati sempre valorizzati, il prestigio dell'horror è più recente.
Autoriflessività
Il tema dell'autoriflessività prevede che un elemento del film diventi una metafora del cinema. Un classico esempio è la lettura di
La finestra sul cortile
La citazione
In termini argomentativi, è una riproposizione dell'argomento di autorità, che incentiva la creatività del critico a trovare paragoni e rimandi.
CAPITOLO 2
La critica in Italia dalle origini a Internet
In Italia, molti considerano
La vita cinematografica
la prima rivista di critica in senso stretto: fondata nel 1910 da Alberto A. Cavallaro a Torino, capitale del cinema di allora.
Gli anni Trenta e Quaranta
Cinematografo
di Alessandro Blasetti, 1929
Bianco e Nero
di Luigi Chiarini (Direttore del Centro Sperimentale) del 1937
Cinema
- Quindicinale di divulgazione cinematografica
fondato da Hoepli nel 1936
Film
di Mono Doletti, 1938
Riviste italiane di cinema
Dopoguerra e anni Cinquanta
La rubrica delle recensioni diventa immancabile in ogni quotidiano, rotocalco, rivista di cultura. Nascono o rinascono nuove riviste: 102 dal 1944 al 1948. Attraverso la critica cinematografica passano tanti nomi prestigiosi.
Il discorso della critica acquista maggiore portata: da una parte è alimentato dall'arrivo di film stranieri proibiti durante il ventennio e danna nuova produzione italiana, dall'altra si confronta con i critici stranieri e si misura con i grandi temi che si discutono in altri campi della cultura.
Dibattito sul
Neorealismo
Sul quindicinale "di
Cinema
", a partire dal numero 65 del 1939, viene introdotta la formula della recensione con le "stellette", da una a quattro.
Il ruolo che la critica svolge all'interno dei media si definisce più per la funzione di proferire giudizi che per la capacità analitica.
Sui quotidiani e rotocalchi generalisti, i critici si presentano come eco e guida dell'opinione pubblica. Agli occhi dell'ideologia borghese, lo specialista è sinonimo di intellettualismo, ossia qualcosa di pericolosamente vicino al comunismo.
Gli anni Sessanta e Settanta
Nuove riviste
Cinema 60
di Mino Argentieri
Cineforum
, organo della Federazione italiana di cineforum, 1961
Cinema & Film
, di Adriano Aprà, 1966
Ombre rosse
, Torino, 1967
Interprete del clima sessantottino. La seconda serie, dal 1970 al 1980, finirà per parlare sempre meno di cinema.
Gli
autori preferiti
sono eterogenei e mostrano l'influenza dei Cahiers du cinéma: Rossellini, Godard, Straub, Huillet, Hitchcock, Bresson, Dreyer. Tra gli italiani: Pasolini, Bene, Bertolucci, Ferreri, e molti esordienti.
Si allargano i luoghi della critica: i critici si trasformano in organizzatori culturali e promotori di rassegne, prima nei cine-club, poi in televisione e in manifestazioni di massa come l'Estate Romana.
Nella seconda metà degli anni Settanta, il boom delle TV libere che programmano film a tappeto, da una parte porta a una crisi delle sale cinematografiche, dall'altra, induce a un nuovo rapporto con l'oggetto film, intrecciandosi, a partire dagli anni Ottanta, con l'uso del videoregistratore come supporto cinefilo.
Alberto Moravia
Anni Ottanta
Nuove riviste
Il Patologo
(1979-1987)
Cult Movie
(1980-84)
Ciak
(1985)
Segnocinema
, 1981
I trentenni che esordiscono alla scrittura sono la prima generazione di critici con laurea in storia del cinema. L'horror diventa genere d'interesse così come la pornografia, prosperano gli studi sul remake e la serialità.
In quest'epoca post ideologica apparentemente trionfale covano i germi del tramonto della critica
La critica specializzata diventa un esercizio autoriflessivo, i film vengono analizzati come testi che parlano di altri film, o del cinema, prima ancora che della realtà
Anni Novanta e presente
Nuove riviste
Film TV
, 1992
Duel
, di Gianni Canova, 1993
Nocturno
di Manlio Gomarasca e Davide Pulici, 1994
Molte altre testate chiudono o diventano invisibili. Sui quotidiani la critica perde di prestigio. Si assiste al tramonto della tradizionale figura del critico - auctoritas.
Nel nuovo millennio, su internet, fioriscono newsgroup, forum, blog, e siti di cinema.
Contestano la credibilità della critica istituzionalizzata
Offrono spazi di discussione che sostituiscono quelli dei cineforum
CAPITOLO 1
Truffaut
esordisce come critico nel 1950, sul bollettino del cineclub del Quartiere Latino.
Andrè Bazin
, fondatore dei
Cahiers du cinemà
, lo incoraggia e gli insegna ad essere "concreto", ossia ad analizzare e descrivere il proprio piacere.
Sospeso tra professionalità e dilettantismo, oggettività e soggettività, lo spazio in cui si situa il critico è "mal definito".
L'espressione
critica cinematografica
è ambigua e designa varie realtà.
La critica è il singolo testo, la recensione scritta, o anche orale. La critica è un insieme di testi riconoscibile: un genere di scrittura giornalistica o saggistica, facilmente identificabile come tale.
La critica è un mestiere, sia pure aleatorio, e non sempre ufficialmente riconosciuto
Non esistono i critici di ruolo, ma esiste il ruolo del critico
La critica è un'istituzione, un fenomeno culturale, è oggetto di insegnamento.
Pisa, anno accademico 1961-1962: Luigi Chiarini tiene il primo corso di Storia e critica del cinema
La critica parla di film.
Critico come parassita (Morandini)
La critica aiuta, ma non crea nulla, mette in luce qualcosa che già esisteva nel film. Il significato che arriva non è unico e inalterabile.
La missione della critica non è tanto di "spiegare" l'opera, ma di dispiegare il suo significato, nella coscienza e nello spirito del lettore. Suo compito è aiutare chi legge ad arricchirsi a contatto con l'opera: intellettualmente, moralmente e nella propria sensibilità
(Bazin)
Critico come "Traghettatore", maestro, con un'autorità da non mettere in discussione
Critica come prolungamento del piacere estetico