Tra i movimenti che agitarono le società occidentali fra gli anni Sessanta e Settanta ebbe grande importanza quello di emancipazione delle donne. Dopo le conquiste del primo Novecento, nella seconda metà del secolo la presa di coscienza, da parte delle donne, della disparità fra i loro diritti e quelli riservati agli uomini (a sfavore delle prime) portò alla creazione del movimento femminista. L’oggetto delle critiche delle donne era la società tradizionale, che le voleva ancora relegate in ruoli subalterni, sia in famiglia sia nel lavoro e nella vita pubblica. Obiettivo del movimento femminista era l’introduzione di leggi che garantissero alle donne gli stessi diritti di cui godevano gli uomini: prendere decisioni in autonomia, soprattutto su questioni che le riguardavano in primo piano, come il divorzio, la possibilità di interrompere la gravidanza legalmente o l’educazione dei figli.