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IL SESSANTOTTO E GLI ANNI DI PIOMBO sessa - Coggle Diagram
IL SESSANTOTTO E GLI ANNI DI PIOMBO
NUOVIFERMENTI sociali SCUOTONO la SOCIETÀITALIANA
Fu un periodo di grandi conflitti ideologici, che interessarono i punti cardine sui quali si reggeva il paese: scuola, famiglia e lavoro. Cresceva l’aspirazione alla giusti-zia, all’equa distribuzione della ricchezza, all’autentica democrazia, all’emancipazione femminile, alla liberazione della cultura dai lacci del conformismo
Il desiderio di dare alla società un volto nuovo si intrecciava anche con i messaggi rivoluzionari che giungevano dall’universo sovietico e dalla Cina della rivoluzione culturale: buona parte dei giovani di allora fu indotta a credere che fosse possibile, anzi necessario, mutare radicalmente l’intera società
Negli anni del boom economico l’Italia perse progressivamente le caratteristiche della società contadina, avviandosi così a diventare una società industriale, caratterizzata da crescenti fenomeni di migrazione interna, rapida urbanizzazione e sviluppo della società dei consumi. Nella seconda metà degli anni Sessanta la politica italiana dovet-te affrontare i nuovi fermenti della società, peraltro comuni a molti paesi europei
In ITALIA nasce il SESSANTOTTO: un MOVIMENTOdi CONTESTAZIONE studentesco
Nel 1968, sulla scia delle proteste per i diritti civili dei giovani statunitensi, anche in Europa e in Italia si sviluppò un ampio movimento di contestazione. Tutto partì dalle aule universitarie, dove il numero di iscritti era decisamente superiore alla capienza delle strutture: gli studenti manifestavano per il diritto allo studio ma anche contro la guerra in Vietnam, criticavano la società dei consumi e lottavano contro ogni forma di autorita-rismo (lo Stato, la Chiesa, il mondo della scuola e della cultura, i genitori e la famiglia, le convenzioni sociali) che potesse in qualche modo limitare la libertà personal
Gli studenti organizzarono cortei e occupazioni delle facoltà universitarie. Si verifica-rono anche violenti scontri con le forze dell’ordine: il 1° marzo 1968, presso la facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma, vi furono centinaia di feriti
Nascono i GRUPPI POLITICI EXTRAPARLAMENTARI e la LOTTA ARMATA
Molti “sessantottini”, delusi dagli scarsi risulta-ti raggiunti, per continuare la lotta si organizzarono in gruppi politici extraparlamentari (Potere operaio, Avanguardia operaia, Lotta continua, Il Manifesto).
Altri, invece, scelsero la strada della lotta armata, cioè un metodo di protesta che prevedeva l’uso della violenza e delle armi, attra-verso attentati mirati, per portare avanti rivendicazioni ideologiche, con l’obiettivo di cambiare radicalmente la società
Il movimento studentesco italiano si distingueva però dagli analoghi mo-vimenti occidentali per l’accento marxistae rivoluzionario, che lo por-tava a contestare la società in quanto borghese e capitalista. Nonostante il tentativo di stabilire stretti legami con la classe operaia, con la quale sperava di condurre la lotta rivoluzionaria, il movimento studentesco si dissolse in breve tempo
Il MOVIMENTO OPERAIO porta avanti le sue RIVENDICAZIONI
L’aggancio tra movimento studentesco e movimento operaio non riuscì anche perché le principali organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL), dopo un primo momento di smarrimento, riuscirono a ottenere risultati concreti per i lavoratori. Infatti, durante quello che gli storici definiscono l’autunno caldo del 1969, gli operai avevano precise rivendicazioni:
contestavano le forti differenze di salario tra nord e sud
protestavano contro la mancanza di sicurezza all’interno delle fabbriche
contestavano agli imprenditori la libertà di licenziamento senza giusta causa
protestavano per i salari al di sotto della media europea
Negli ANNISETTANTA si lotta per il DIVORZIOe per la legalizzazione dell’ABORTO
In quegli anni di battaglie ideologiche anche l’istituto della famiglia fu oggetto di dibattito e rinnovamento. Nel 1970, grazie all’iniziativa del Partito socialista e del Par-tito liberale, il divorzio fu introdotto nell’ordinamento legislativo italiano nonostante l’opposizione della Democrazia cristiana. Nel 1974 la stessa Dc e la Chiesa cattolica riu-scirono a promuovere un referendum abrogativo, cioè per la cancellazione della legge sul divorzio, ma quasi il 60% dei votanti si dichiarò favorevole a questa legge, cioè contrario all’abrogazione del divorzio
Un anno particolarmente significativo per l’attività riformatrice fu il 1978, che vide: l’approvazione dell’equo canone, per garantire prezzi controllati nel mercato degli af-fitti immobiliari così da venire incontro alle esigenze degli italiani; la Legge Basaglia, che prevedeva la chiusura degli ospedali psichiatrici e nuovi metodi di cura per i malati di mente; la creazione del Sistema Sanitario Nazionale, che permetteva ai cittadini italiani di usufruire di assistenza medica gratuita
Durante questa stagione di riforme anche i sindacati CGIL, CISL e UIL, associati in una Federazione, accrebbero il loro ruolo nel paese, divenendo una controparte importante del governo per tutte le questioni legate ai contratti di lavoro (pensioni, tariffe pub-bliche, sanità, fisco, forme di assistenza e ammortizzatori sociali).
Il provvedimento più discusso fu la Legge 194, relativa alla legalizzazione dell’abor-to: da quel momento nelle strutture pubbliche divenne possibile interrompere volon-tariamente una gravidanza, purché entro i primi 90 giorni di gestazione. Sottoposta anch’essa a referendum abrogativo, venne invece confermata: oltre il 68% dei votanti si dichiarò a favore.
In questo clima di contrasto, giocò un ruolo determinante l’impegno in difesa dei diritti civili del Partito radicale di Marco Pannella.Nel 1975 venne approvata la riforma del diritto di famiglia che prevedeva il ricono-scimento della parità fra i coniugi, l’abbassamento da 21 a 18 anni della maggiore età e la revisione delle norme sulla separazione (divorzio)
Tra gli ANNISESSANTA e SETTANTA nasce il movimento FEMMINISTA
Tra i movimenti che agitarono le società occidentali fra gli anni Sessanta e Settanta ebbe grande importanza quello di emancipazione delle donne. Dopo le conquiste del primo Novecento, nella seconda metà del secolo la presa di coscienza, da parte delle donne, della disparità fra i loro diritti e quelli riservati agli uomini (a sfavore delle prime) portò alla creazione del movimento femminista. L’oggetto delle critiche delle donne era la società tradizionale, che le voleva ancora relegate in ruoli subalterni, sia in famiglia sia nel lavoro e nella vita pubblica
Obiettivo del movimento femminista era l’introduzione di leggi che garantissero alle donne gli stessi diritti di cui godevano gli uomini: prendere decisioni in autonomia, soprattutto su questioni che le riguardavano in primo piano, come il divorzio, la pos-sibilità di interrompere la gravidanza legalmente o l’educazione dei figl
Dopo anni di lotte e manifestazioni, grazie all’impegno delle prime donne attive in Par-lamento, non solo divorzio e aborto entrarono a far parte dell’ordinamento legislativo italiano ma, attraverso la riforma del diritto di famiglia, fu abolita la potestà mari-tale, cioè il diritto dell’uomo di impartire ordini e divieti alla moglie. Anche il diritto all’educazione dei figli fu esteso a entrambi i genitori con la potestà genitoriale, cioè il diritto/dovere di entrambi i genitori a educare, proteggere e istruire i figli, che sostituì la patria potestà (riconosciuta unicamente al padre)
Oggi la parità di genere è affermata in tutto il mondo occidentale e molte donne ricoprono ruoli di primo piano anche in settori che in passato erano loro preclusi, come l’Esercito, la Magistratura e la politica. Nonostante queste conquiste, nella società oc-cidentale permangono numerose ingiustizie nei confronti delle donne, sia in campo lavorativo (discriminazioni di genere) sia all’interno della sfera domesti-ca, dove spesso sono vittime di soprusi e violenze
Il TERRORISMOINSANGUINA l’Italia
Tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta il nostro paese fu scosso da forti tensioni politiche e sociali: la stabilità e la democrazia furono minacciate dall’avven-to del terrorismo, sia di sinistra (“rosso”) sia di destra (“nero”). La prima minaccia venne da gruppi della destra eversiva. Dopo i movimenti di protesta del 1968, alcune formazioni come Avanguardia nazionale o Ordine nuovo (di matrice apertamente fascista) inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione: volevano spaventare l’Italia con attentati e violenze e farne ricadere la responsabilità sulla sini-stra, così da indirizzare la società verso una svolta autoritaria di stampo conservatore. Nel giro di pochi anni il terrorismo nero si macchiò di stragi sanguinose:
nell’agosto 1974 una bomba scoppiò sul treno Italicus, in viaggio tra Firenze e Bo-logna, causando dodici vittime, mentre il 2 agosto 1980 una bomba alla stazione di Bologna causò 87 vittime
nel maggio 1974 vi furono otto morti durante un comizio sindacale in Piazza della Loggia a Brescia
il 12 dicembre 1969, presso la Banca dell’Agricoltura di Milano, in Piazza Fontana, l’esplosione di una bomba causò 17 morti e molti feriti