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La resistenza in Italia è combattuta dai partigiani - Coggle Diagram
La resistenza in Italia è combattuta dai partigiani
Dopo il 1943, i partigiani nacquero come giovani militari che riuscirono ad impadronirsi di qualche arma e a rifugiarsi sulle città, dove formarono delle piccole bande
Rinascono i partiti politici:
socialisti
repubblicani
Comunisti
liberali
Partito d'azione: socialista, moderato e repubblicano
Democrazia cristiana: iniziativa di alcuni esponenti del partito popolare
In Italia nacquero le brigate e divisioni che furono promosse da tutti i partiti
Le più organizzate furono le brigate Garibaldi mentre le brigate giustizia e libertà furono le meno numerose ma anche efficienti.
Per coordinare le attività delle brigate nacque il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN)
Gli Italiani che combattevano contro Tedeschi e fascisti si consideravano "Partigiani", e avevano l'idea di liberare il paese ( guerra di liberazione)
La guerriglia era dura, pericolosa e difficile. L'occupazione era molto più forte negli scontri, essi dovevano evitare quindi gli scontri frontali e attaccare di nascosto, a volte solo gruppetti di 2 o 3.
Poi dovevano fuggire e si rifugiavano nelle montagne e nei boschi, ma non potevano mai avere una base fissa dove nascondere le armi e i rifornimenti.
In città nacquero i Gruppi di Azione Patriottica. L'attività dei GAP prevedeva sabotaggi e attentati.
L'azione partigiana era particolarmente pericolosa . Nelle città si nascondevano anche i comandi militari della resistenza.
Tra coloro che vennero catturati e giustiziati c'è Duccio Galimberti, la figura più important della resistenza piemontese e comandante delle formazioni di giustizia e libertà