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CAPITOLO XV: i fatti - Coggle Diagram
CAPITOLO XV: i fatti
RENZO VIENE ARRESTATO
Renzo venne svegliato dal notaio e da due poliziotti, che accorsero alla locanda in seguito alla denuncia dell'oste.
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Il giovane, perplesso, venne rabbonito e tranquillizzato dal notaio criminale, con un atteggiamento di ipocrita cortesia.
Renzo chiese di essere accompagnato da Ferrer, uomo onesto che gli doveva dei favori.
Egli infatti udì il rumore della folla crescere e, non sentendosi al sicuro, cercava di convincere Renzo che lo avrebbe accompagnato da Ferrer, in modo da portarlo via tranquillamente.
Renzo capì che la causa dell'arresto era il fatto che egli non avesse voluto dire il suo nome e cognome all'oste.
Frugando nelle sue tasche, il giovane si accorse che non c'era il denaro, così il notaio, per rabbonirlo, gli restituì ciò che gli era stato preso.
Renzo , dopo essersi vestito, venne legato ai polsi da due poliziotti e portato via.
Il notaio gli consigliò di camminare diritto per strada, così egli avrebbe conservato il suo onore e la gente non l'avrebbe notato.
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RENZO SFUGGE AGLI SBIRRI
Appena furono nella via, Renzo si guardò attorno e si accorse che non c'era tanta gente.
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I poliziotti pregarono la gente di andarsene ma la folla spingeva sempre di più, così essi si allontanarono velocemente.
Il notaio però non poteva fare la stessa cosa a causa del suo mantello nero, che lo rendeva riconoscibile.
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