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CRITICA DELLA RAGION PRATICA - Coggle Diagram

- - - - imperativi, ovvero comandi o doveri dotati di validità universale, che si suddividono in:
        
        imperativi ipotetici, funzionali al raggiungimento di un certo fine
        
        abilità tecniche per raggiungere un obiettivo soggettivo
        
        consigli suggeriti dalla prudenza per raggiungere la felicità
        
        imperativi categorici, norme che ordinano di fare qualcosa come dovere assoluto
        
        l'imperativo categorico è un giudizio sintetico a priori pratico, è formale, dal momento che ha la forma di un dovere e non prescrive alcun contenuto, è autonomo, poichè è espressione di una libera scelta, è necessario ed universale, dato che è valido per tutti e in ogni tempo.
        
        3 formulazioni dell'imperativo categorico
        
        seconda formulazione: uguale dignità di ogni essere umano, "agisci in modo da trattare l'umanità tanto nella tua persona, quanto nella persona di ogni altro uomo, sempre come fine e mai come mezzo.
        
        terza formulazione: autonomia della ragione legislatrice, "agisci in modo tale che la tua volontà possa istituire una legislazione universale.
        
        prima formulazione: universalità della legge legge morale, "agisci come se la massima della tua azione dovesse, per tua volontà, divenire una legge universale.
      - massime, ovvero regole che ogni individuo elabora per sè, sensate solo per chi le propone.
- - - - se un'azione segue la legge morale per altri scopi, sarà un'azione morale ma non legale
        
        moralità, concerne l'intenzione invisibile
        
        l'agire morale consiste nel principio del dovere-per-il-dovere
        
        tale principio viene chiamato in causa nelle decisioni morali che innalzano l'uomo alla dimensione noumenica della libertà, conoscibile soltanto per mezzo dell'intelletto
        
        legalità,concerne l'azione visibile
- - - - l'unione di virtù e felicità consiste nel sommo bene, nederiva così l'antinomia fondamentale
        
        se la virtù garantisse la felicità, non sarebbe più esercitata per se stessa, ma in vista di uno scopo, perdendo così il suo carattere morale.
    - - questi due postulati costituiscono l'oggetto della fede morale razionale