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Il Novecento
Nel Novecento si assiste a una grande accelerazione della produzione industriale in Europa e negli Stati Uniti. All’inizio del secolo si sviluppano tecniche studiate per vendere, come la pubblicità, e nascono i primi grandi magazzini. Nuove fasce di lavoratori possono permettersi beni che prima erano riservati a pochi. Gradualmente sempre più lavoratori hanno tempo libero e denaro; le masse dei lavoratori non sono soltanto i produttori delle merci, ma ne diventano i consumatori.
Tra il 1900 e il 1914 l’Europa vive un periodo di pace e prosperità solo apparente. Sono molte le tensioni che agitano i rapporti tra gli Stati: l’instabilità degli Imperi e dei Balcani creano un conflitto che sfocia nell’evento sanguinoso e traumatizzante della Prima Guerra Mondiale (1914-1918), con un bilancio finale di 14 milioni di morti.I due eventi che decidono il corso della guerra sono la rivoluzione bolscevica in Russia e l’intervento degli Stati Uniti.
Gli Stati liberali europei entrano in crisi profonda dopo la guerra. In Italia e in altri paesi europei si fanno strada movimenti nazionalisti che vorrebbero più autorità da parte dello Stato. Nel 1922 in Italia prende il potere il partito fascista di Mussolini e, nel giro di quindici anni, i regimi autoritari trasformano la politica europea. Hitler si afferma in Germania, Franco in Spagna, Salazar in Portogallo.I governi autoritari trasformano gli Stati, che diventano totalitari.
Alla fine degli anni Trenta l’Europa precipita nella Seconda Guerra Mondiale (1939-1945), ancora più disastrosa della prima. L’ideologia e la politica naziste fanno saltare gli equilibri precari tra le nazioni. Vengono chiamati alle armi milioni di uomini, la tecnologia si rinnova con nuove armi. L’antisemitismo raggiunge il suo apice con lo sterminiodi milioni di ebrei.
Dal 1941 la guerra si fa globale, coinvolgendo l’area del Pacifico e gli Stati Uniti entrano nel conflitto. Nell’estate del 1943 le truppe statunitensi sbarcano in Sicilia e comincia una nuova fase della guerra in Italia: nascono i movimenti partigiani e la Resistenza diventa anche guerra civile.
Alla fine della guerra l’Europa è un cumulo di macerie e il mondo è dominato da paesi comunisti e dagli Stati Uniti. Comincia la guerra fredda. Il 2 giugno del 1946 in Italia si tengono le prime elezioni libere dopo il ventennio fascista. Grande è l’entusiasmo delle persone e circa il 95% va a votare. Anche le donne, per la prima volta, si recano alle urne. Gli Italiani scelgono la forma di governo, la Repubblica, e si scrive una nuova Costituzione, che entra in vigore il 1° gennaio 1948.
Crepuscolari fu l’aggettivo con cui il critico G. A. Borgese definì un gruppo di poeti che interpretarono in modo particolare la sensibilità e i temi del Decadentismo italiano
Il crepuscolo è il momento della giornata che segue il tramonto, è l’ora in cui si diffonde una luce tenue e morente.
I poeti crepuscolari
-derivano il loro nome dal gusto per la penombra e dall’amore per gli aspetti più grigi, meno appariscenti e meno luminosi dell’esistenza
-cantano le piccole cose di ogni giorno, gli oggetti e gli ambienti più banali, le abitudini, gli affetti e l’intimità di una vita senza grandi idea
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-considerano con ironia anche il loro sogno di una felicità quieta, quasi modesta
I poeti più importanti furono: Guido Gozzano, Sergio Corazzini, Corrado Govoni e Marino Moretti
Nei primi anni del 1900 nasce anche il movimento futurista. Mentre i poeti crepuscolari si avvolgono su se stessi, i futuristi reagiscono alla caduta di ideali della loro epoca, proponendo una fiducia fermissima nel futuro.
Il fondatore è Filippo Tommaso Marinetti, il quale nel 1909 a Parigi pubblica il manifesto futurista
nel manifesto futurista:
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-si affermano gli ideali della forza, della vitalità, del dinamismo e dello slancio
-si spronano i letterati a comporre opere nuove, ispirate all’ottimismo e a una gioia di vivere aggressiva e prepotente
-si auspica una letteratura rivoluzionaria, libera da tutte le regole, anche quelle della grammatica, dell’ortografia e della punteggiatura.
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La poesia ermetica fu chiamata così per la prima volta da Francesco Flora nel 1936 poiché utilizzava un linguaggio complesso.
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