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ROMA E L'ISTITUTO MONARCHICO (Repubblica 509-31 a.c. (Silla (82-79 a…
ROMA E L'ISTITUTO MONARCHICO
Età monarchica
753-509 a.c.
Potere diviso tra Re, Senato e Comizi curiati.
Cacciata dei Tarquini nel 509 a.C. e fine dell'egemonia etrusca su Roma.
esigenza di adottare questa forma di governo per tenere unite le diverse realtà etniche
616 a.C: Roma subì la supremazia da parte di una dinastia di origine Etrusca, la quale mantenne il potere regio
Il re era la massima carica religiosa, comandava l'esercito e amministrava la giustizia. Emanava le leges regiae (ordinanze).
I diversi popoli che arrivavano a Roma cessavano di appartenere alla propria etnia e diventava romano.
Il popolo romano era diviso in cinque classi di cittadini o soldati, in base al censo.
Repubblica
509-31 a.c.
Silla (82-79 a.c.) centralizza il potere nelle mani del senato, guidato dalla figura forte di un generale. Roma si avvia verso la forma politica del principato.
Nel De Republica Cicerone afferma che il princeps deve rinunciare ai propri interessi per il bene della comunità.
La migliore forma di governo, sostiene Scipione nel De Republica di Cicerone, è quella mista attuata nella Repubblica romana, nella quale è possibile ritrovare il potere monarchico nel consolato, il potere aristocratico nel Senato, il potere democratico nelle assemblee popolari e nei tribuni della plebe.
Nel 509 a.C., il cambio della forma di governo rappresenta una ribellione da parte dei Romani nei confronti degli Etruschi
Riforme dei fratelli Gracchi dal 133 a.C al 121 a.C.
Nel 63 a.C Catilina organizzò una congiura per rovesciare la Repubblica. Tuttavia essa fu sventata dal console Cicerone.
la situazione è aggravata dalla rivolta degli alleati italici che, con la cosiddetta guerra sociale (91-88 a.C.) ottengono i diritti e i privilegi previsti dalla cittadinanza romana
lotta politica tra un partito della plebe che trova in Gaio Mario il principale rappresentate e il vecchio partito senatoriale, aristocratico, capeggiato da Silla.
Impero
31 a.C.-476 d.c.
Il Principe ha pieno controllo dello Stato, ma è primus inter pares.
Gli imperatori mantengono formalmente l'istituzione del Senato, ma è privato dei suoi poteri originari.
12 a.C. Augusto assume la carica di pontifex maximus
la perdita della libertà di espressione porta alla nascita della trattatistica, delle recitationes e delle declamationes.
rapporto Augusto con gli intellettuali: interesse degli intellettuali in questioni morali e civili e possiamo trovare la fiducia e la speranza.
princeps che si configura come un gubernator rerum che non deve sostituirsi alla costituzione repubblicana, ma deve affiancarla
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