Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
CRITICA DELLA RAGION PRATICA (distinzione in (imperativi (categorici (ne…
CRITICA DELLA RAGION PRATICA
distinzione in
massime
regole comportamentali individuali e soggettive
imperativi
regole comportamentali universali, oggettive e valide per tutti gli esseri razionali
ipotetici
descrivono come l'uomo debba agire in vista di un fine, forniscono i mezzi e le tecniche di azione per raggiungere determinati scopi
categorici
esprimono le azioni che la ragione richiede, dunque quei doveri incondizionati scissi da ogni scopo
sono indeterminati,puri,e sempre validi così come la morale che dipende da essi
ne derivano delle formule
la validità della morale dipende dalla sua universalità
gli uomini razionali costituiscono dei fini in sè con valore assoluto, è necessario rispettare la propria dignità e quella altrui
la legge morale è valida perchè universale
ipotizza un regno dei fini
una comunità ideale di persone libere che si associano e sottomettono ad un'unica legge riconoscendosi dignità a vicenda
la sua rappresentazione comporta il recupero di quelle idee che la ragion pura aveva rilegato nella metafisica trascendentale come conoscenze indimostrabili con la ragione
conduce una critica volta a stabilire una legge universale e dei principi applicabili a tutti scaturiti dalla ragione
sostiene che la ragione diriga sia la conoscenza che l'azione e per questo ammette l'esistenza di una ragione pratica e di una teoretica
pratica di tipo puro se scissa dall'esperienza sensibile, incriticabile poichè obbedisce alla morale e alle sue leggi
teoretica legata al sapere teorico e analizzabile in quanto può superare i limiti dell'esperienza
pratica di tipo empirico se legata alla sensibilità, criticabile in quanto ancorata all'esperienza
sviluppa una teoria del primato della ragion pratica, la cui esistenza è dovuta ai postulati dell'esistenza di dio e dell'immortalità dell'anima
divisione dell'opera
dottrina del metodo
contiene il modo in cui la legge morale può influenzare le azioni e l'educazione dell'uomo assieme al suo animo
dottrina degli elementi
analitica
tratta dell'etica e delle regole della verità
dialettica
trova la soluzione all'antinomia relativa alla felicità e alla virtù
dialettica
studio del sommo bene che consiste nell'unico fine a cui siamo leciti aspirare
è dato dalla contrapposizione fra due dimensioni differenti, quella della felicità e della virtù
Kant postula l'esistenza (indimostrabile) di un mondo subalterno in cui la felicità e la virtù si equivalgono
tre postulati
esistenza di dio
è necessaria l'esistenza di una entità onnipotente ed onnisciente che garantisca una proporzionalità fra felicità e virtù
ne deriva il legame fra la religione e la morale
libertà del volere
è una condizione dell'etica, infatti l'uomo è libero di perseguire o meno il bene : è soggetto al libero arbitrio e alla libertà decisionale relativa alle sue azioni
è la determinazione della volontà ed è scissa dagli imperativi categorici
rende partecipi del regno dei fini
immortalità dell'anima
il sommo bene è possibile grazie alla presenza di una entità (dio) che si realizza in un altro mondo a cui possiamo accedere per perfezionarci all'infinito e conquistare il nostro unico fine
non sono certezze razionali
analitica
descrizione della morale
autonoma, universale e razionale. è caratterizzata dal sentimento del rispetto per la legge della morale su cui si fonda,motivo per il quale è anche formale
coincide con il dovere-per-il-dovere
il rispetto delle leggi della ragione che sono le condizioni per la moralità e la virtù
corretto agire incondizionato dai risultati derivanti da un dato comportamento, dai sentimenti e dalle emozioni nonostante le azioni debbano essere sentite interiormente
rigorsimo
altrimenti si cadrebbe nell'ipocrisia, nell'autocompiacimento, nell'utilitarismo e nell'empirismo morale
sostiene che sia morale l'intenzione e non l'azione in sè
basata sulla libertà di agire dell'uomo
è capace di condurre alla religione perchè è dio che ci fa accedere al sommo bene
fede razionale
descrizione della legge morale
è a priori, dunque universale, incondizionata e derivante dalla razionalità dell'uomo
si fonda sulla responsabilità dell'uomo che deve agire in ossequio alla legge senza pensare a eventuali meriti
esalta l'autodeterminazione e la libertà, permettendo inoltre di elevarsi al mondo intellegibile noumenico sovrasensibile