-TEORIA DELL'EVOLUZIONE DI DARWIN- (Charles Darwin) (1809-1882)
-STUDIO DEI FOSSILI- (l'inglese William Smith) (1769-1839)
-TEORIA EVOLUTIVA DI BUFFON- (Lo scienziato francese Georges Louis Leclerc de Buffon)
(1707-1788)
metà 700
Intorno alla metà del 1700 lo studio dei fossili dimostrava l’esistenza di antichi organismi talvolta molto diversi da quelli attuali.
-TEORIE DI LAMARK- (francese Jean-Baptiste de Lamarck)
-CATASTROFISMO- (Francese Georges Cuvier)
(1769-1832)
-SAGGIO SUL PRINCIPIO DI POPOLAZIONE-
(Thomas Robert Malthus)
nel 1798
-PRIMO VOLUME
"PRINCIPI DI GEOLOGIA"-
(geologo britannico Charles Lyell)
(1797-1875)
fu tra i primi a suggerire che le specie potessero subire dei cambiamenti nel corso del tempo.
Fu il primo scienziato europeo che elaborò una teoria sistematica dell’evoluzione
Egli riconosceva che molte specie un tempo presenti sulla Terra non esistevano più
Egli ipotizzò che, oltre alle numerose creature prodotte per creazione divina all’inizio del mondo, col passare del tempo fossero comparsi sulla Terra diversi organismi, frutto della degenerazione delle creature iniziali perfette; per esempio gli attuali felini, come i leoni e i giaguari, sarebbero la degenerazione di un felino «ideale».
L’ipotesi di Buffon, per quanto vaga circa il modo in cui questi cambiamenti potessero svolgersi, cercava di spiegare la straordinaria varietà di esseri viventi del mondo attuale
Egli ipotizzò che le forme più complesse si fossero originate da forme più semplici mediante una specie di progressione.
Secondo la sua ipotesi questa progressione, o per usare un termine moderno «evoluzione», è regolata da due importanti principi:
Cuvier spiegava l’estinzione delle specie in base a una teoria, chiamata catastrofismo, secondo la quale sulla Terra erano avvenute, nel corso del tempo, molte catastrofi naturali che avevano causato l’estinzione di un gran numero di specie
1) gli organi degli animali diventano più o meno sviluppati e più o meno robusti in seguito all’uso o disuso che l’animale ne fa
2) Principio dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti. questi cambiamenti del principio 1 possono essere poi trasmessi dai genitori ai figli.
Il Saggio sul principio di popolazione
(An Essay on the Principle of Population) è un testo di sociologia pubblicato anonimamente nel 1798.
Il suo non è stato il primo libro sulla popolazione, ma è stato riconosciuto come l'opera più influente della sua epoca
Una parte fondamentale del libro è dedicata alla legge più famosa di Malthus
Questa teoria dice che i tassi di crescita della popolazione dovrebbero contribuire a un aumento dell'offerta di manodopera che porterà inevitabilmente alla percezione di salari più bassi. Di conseguenza Malthus temeva che un aumentare continuo della popolazione avrebbe portato alla povertà.
elaborò nuove prove a sostegno della precedente teoria dell’attualismo di Hutton.
Secondo Lyell, infatti, la somma dei lenti e costanti effetti delle forze naturali aveva prodotto continui cambiamenti nel corso della storia della Terra; dal momento che questo processo è sicuramente molto lento (i suoi effetti sono appena visibili nell’arco di una vita), deve avere operato in un periodo di tempo molto lungo.
naturalista inglese, fu il primo a studiare l’origine dell’uomo.
Nel 1831 il giovane Charles Darwin, su iniziativa del suo ex insegnante, partecipò a una spedizione intorno al mondo a bordo del brigantino Beagle. La nave salpò il 27 dicembre 1831 e fece ritorno a Falmouth solo cinque anni dopo, il 2 ottobre 1836.
Durante il suo lungo viaggio Charles Darwin visitò molti paesi e un gran numero di isole, alcune delle quali erano rimaste quasi inesplorate fino ad allora.
Constatò l’innumerevole varietà di piante e di animali; il perfetto adattamento di ogni organismo al proprio ambiente; il succedersi delle specie nel corso delle varie ere geologiche. Annotò su taccuini le sue osservazioni naturalistiche e raccolse numerosi campioni di fauna e flora, che spedì in Inghilterra.
Questi materiali gli consentirono di maturare la sua idea di evoluzione.
24 novembre 1859 pubblicò l’opera Sull’origine delle specie
-L'ORIGINE DELLE SPECIE-
Si basava su cinque premesse:
4) Quali individui riusciranno a sopravvivere e a riprodursi, e quali non vi riusciranno, è determinato principalmente dalle interazioni che intercorrono tra le differenze fra gli organismi e l’ambiente. Alcune variazioni, che Darwin definì «favorevoli», consentono agli individui di generare più discendenti di altri e, se sono ereditarie, tendono a diventare sempre più frequenti da una generazione all’altra: questo è il processo che Darwin definì selezione naturale.
5) Dopo un periodo di tempo sufficientemente lungo, la selezione naturale porta a un accumulo di cambiamenti tale da differenziare i gruppi di organismi.
2) Nella maggior parte delle specie il numero di individui che sopravvivono e si riproducono è piccolo in confronto al numero di organismi nati.
3) In ogni popolazione ci sono delle differenze tra i singoli organismi che non sono dovute all’ambiente (variabilità) e alcune di esse sono ereditabili.
1) Gli organismi generano organismi simili a loro stessi: in altre parole, il processo di riproduzione è stabile.
Ma vi furono dei punti deboli anche nella sua teoria:
1) L'evoluzione per selezione naturale procede a piccoli passi.
Darwin non riusciva a spiegare la presenza di discontinuità in natura e la presenza di organi che apparentemente non potevano fornire nessun vantaggio, soprattutto nei primi stadi dello sviluppo.
Nella prima edizione egli dichiara che: «quando una tendenza si manifesta per la prima volta, la selezione continua e gli effetti ereditari dell'uso degli organi sulle successive generazioni completano in fretta l'opera».
Più tardi Darwin lavorò su un modello di ereditarietà più elaborato, che soprannominò "Pangenesi" e che incorporava anche vari aspetti delle teorie, risultata poi errata.
-TEORIA DELL'EREDITARIETA' DI MENDEL-
(Gregor Johann Mendel) (1822 – 1884)
Le 3 leggi di Mendel
1) Legge della dominanza: gli individui nati dall'incrocio tra due individui omozigoti che differiscono per una coppia allelica avranno il fenotipo dato dall'allele dominante.
2) In quel periodo, una delle principali difficoltà per Darwin fu lo sviluppo di un modello sull'ereditarietà dei caratteri che avesse potuto mostrare i requisiti basilari per la sua teoria sulla speciazione.
-TEORIA MODERNA DELL'EVOLUTIONE o NEODARWINISMO-
Il neodarwinismo (o sintesi moderna dell'evoluzione) è la teoria evoluzionistica attualmente più accreditata in campo scientifico. Essa deriva dall'integrazione tra:
a forma matematica della genetica delle popolazioni
La teoria dell'evoluzione delle specie per selezione naturale di Charles Darwin
La teoria dell'ereditarietà di Gregor Mendel sulle basi dell'eredità biologica rivista alla luce della moderna genetica, comprese le mutazioni genetiche casuali come sorgente della variazione
3) Legge dell'assortimento indipendente: durante la formazione dei gameti, geni diversi si distribuiscono l'uno indipendentemente dall'altro.
2) Legge della segregazione: durante la generazione della prole, gli alleli associati a uno stesso gene si separano tra di loro, facendo sì che ad ognuno dei due gameti giunga solo uno degli alleli stessi.
L'analisi dei dati della paleontologia.
Ci furono anche delle teorie che Darwin non era venuto s conoscenza, quali che avrebbero potuto aiutarlo nei suoi studi.
-IL DNA-
-TEORIA DEGLI EQUILIBRI PUNTEGGIATI- (Stephen Jay Gould) (1941 –2002)
Gould ed Eldredge basarono la loro teoria sulla allora carenza di testimonianze fossili le quali risultavano poco coerenti con una teoria evolutiva incentrata sulla costanza dell'evoluzione. La teoria degli equilibri punteggiati postulò che le specie rimanessero stabili per lungo tempo e che variassero in brevi periodi.
Punti principali
Le nuove specie sorgono in seguito a una scissione della linea evolutiva.
Vi sono periodi temporali all'interno dei quali le nuove specie si differenziano rapidamente, altri in cui tendono a rimanere stabili.
All'origine della nuova specie si trova una piccola sottopopolazione della forma ancestrale.
La nuova specie si origina in una parte piccolissima dell'ambito di distribuzione geografica della specie ancestrale, in un'area isolata alla periferia di questo ambito
La teoria propose un modello alternativo, volto a confutare l'aggettivazione di costante data al gradualismo filetico.
Tali principi furono:
Le nuove specie si originano dalla trasformazione di una popolazione antenata nelle sue discendenti modificate.
Questa trasformazione è graduale ma a velocità variabile secondo i casi.
La trasformazione avviene quando una popolazione è isolata dal punto di vista riproduttivo.
La trasformazione ha luogo in tutto l'ambito di distribuzione della popolazione antenata, o almeno in gran parte di esso.
LE TRE TEORIE PRE-EVOLUZIONISTE PIU' CONOSCIUTE
-FISSISMO- (Aristotele) IV sec.
Prima delle teorie di Darwin, gli scienziati credevano nella teoria della fissità delle specie secondo la quale gli organismi viventi attuali sarebbero uguali a quelli che furono creati all’inizio della vita sulla Terra.
-CREAZIONISMO- (tratto dalla Bibbia)
Il creazionismo, in una prospettiva scientifica, è la credenza che l'Universo, la Terra e tutti gli organismi viventi originano da atti specifici di creazione divina, come riportato nella Bibbia, e non da processi naturali come l'evoluzione.
-CATASTROFISMO- (Francese Georges Cuvier)
(1769-1832)
Egli riconosceva che molte specie un tempo presenti sulla Terra non esistevano più
Cuvier spiegava l’estinzione delle specie in base a una teoria, chiamata catastrofismo, secondo la quale sulla Terra erano avvenute, nel corso del tempo, molte catastrofi naturali che avevano causato l’estinzione di un gran numero di specie