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CRITICA DELLA RAGION PRATICA (prima di tutto dobbiamo sapere di cosa si…
CRITICA DELLA RAGION
PRATICA
prima di tutto
dobbiamo sapere di
cosa si occupa la
ragion pratica
LA RAGIONE
non serve soltanto a dirigere la conoscenza ma anche l’azione, cioè il modo in cui l’uomo deve comportarsi.
si presenta
come
l’opposto della critica della ragion pura
infatti la ragion pura cerca di raggiungere la conoscenza senza basarsi sull’esperienza(
metafisica
) mentre la ragione pratica tenta di rimanere legata all’esperienza e in base ad essa determinare la volontà
Occorre però
porre una differenza tra due tipi di ragione pratica
quella che
discende dall’esperienza
ragion empirica pratica
quella che invece
opera indipendentemente da essa ed è innata
ragion pura pratica
una delle due però
viene criticata da Kant
QUALE?
la sua critica si dirige nei confronti della
ragione empirica pratica
, che proprio per il fatto di essere condizionata dall’esperienza può non essere giusta, corretta dal punto di vista morale
a differenza della
la ragione pura pratica
, perché è perfetta, opera sempre nello stesso modo corretto e non vi è nulla da criticare
nell’opera Kant
afferma
inoltre che
l’azione
è
morale
quando
soddisfa
il principio di universalizzazione
ampliato attraverso
le tre formulazioni dell’imperativo categorico
La moralità
richiede la conformità al dovere ma anche la convinzione interiore
In essa
l’uomo si eleva al di sopra del sensibile e delle leggi di natura
Su di essa
si fonda la religione
infatti
Le principali dottrine religiose
sono postulati(ovvero pur non essendo dimostrabili devono essere ammesse senza problemi) della ragion pratica
i postulati sono
IL POSTULATO dell’esistenza di Dio
LE MASSIME
è la facoltà che
permette di agire sulla base di principi normativi
cos’è la volontà?
GLI IMPERATIVI
sono
prescrizioni di valore oggettivo
, cioè sono valide per tutti gli individui
imperativi categorici
è un dovere incondizionato
“tu devi”
svincolato da qualsiasi scopo utilitaristico. In esso risiede la morale.
un comportamento è morale solo se la sua massima può essere universalizzata
sono quelle
regole soggettive
che ogni singolo individuo decide di far proprie
imperativi ipotetici
caratterizzati dalla forma del
“se… devi”
prescrivono dei mezzi in vista di determinati fini
IL POSTULATO dell’immortalità dell’anima
è su questa duplicità di aspetti della condizione umana che si incentra la riflessione di Kant nella terza delle sue opere mature, la
critica del giudizio
IL POSTULATO della libertà
IL POSTULATO della ragion pratica rispetto alla ragion pura
seguendo il mezzo si potrà ottenere qualcosa di concreto
è compiuta solo
in vista e per rispetto del
dovere
1)
la massima di un’azione può valere come principio morale solo se è universalizzabile
2)
l’uomo non può mai essere trattato come mezzo per il nostro egoismo o i nostri desideri
3)
la volontà obbedisce solo e soltanto a se stessa in base alla massima
considerata come
“FATTO” DELLA RAGIONE